In memoria di Alberto Terrani

ALBERTO TERRANI, UN SOLO GRANDE AMORE

Il 14 gennaio 2021, nella Basilica di Sant’Antonio a Padova si sono svolte le esequie religiose per Alberto Terrani, attore, regista, insegnante di teatro, morto l’8 gennaio, all’età di 85 anni.

Il 22 giugno 1998, cioè 23 anni fa, in quella stessa Basilica, una folla commossa dava l’ultimo addio a Lucia Valentini Terrani, grande artista lirica, moglie di Alberto. E lui, Alberto, era nel primo banco della chiesa, sconvolto da un dolore immenso. Era letteralmente sopraffatto. Anche perché sua moglie era stata portata via da una leucemia fulminante, a soli 51 anni, nel mezzo della sua folgorante carriera e della sua vita di donna, di sposa.

Nella Basilica padovana c’erano molti amici e ammiratori di Alberto. Sui loro volti si vedevano i segni della tristezza per la perdita di una persona cara. Il corpo di Terrani era nel feretro, congelato nel rigore della morte. Ma lui, l’Alberto vero, vivo, traboccante entusiasmo, di voglia di vivere, di lavorare, di agire, di inventare, di stupire, non era nel feretro. Era nella misteriosa dimensione divina dell’aldilà, la vita eterna. Ed era estremamente felice, accanto a Lucia, radiosa per l’incontro, finalmente riuniti per sempre, dopo 23 anni di attesa.

Alberto ha avuto una vita terrena intensa. Aveva un carattere aperto, coraggioso, fiducioso anche nelle difficoltà. Era ottimista.

La sua esistenza si è svolta sempre nel mondo dello spettacolo. E’ stato un grande attore di teatro. Famoso anche in televisione. Le persone che, negli Anni Sessanta, seguivano gli sceneggiati televisivi lo ricordano certamente. Le sue interpretazioni lasciavano sempre un segno. Aveva una misteriosa capacità di “emergere fisicamente” sul piccolo schermo. La sue apparizioni televisive in memorabili “fiction” , quali “La freccia nera”, “David Copperfield”, “La donna di fiori, “Il conte di Montecristo”, “E le stelle stanno a guardare”, “I demoni”, “La fiera delle vanità” erano seguitissime. Riuscivano a tenere incollati davanti ai televisori anche 15-16 milioni di spettatori a puntata. Alberto aveva raggiunto una grande popolarità. Il ricordo più intenso lo aveva forse lasciato interpretando il ruolo di Uriah Heep, nel “David Copperfield”, trasmesso dalla televisione alla fine del 1966. Un personaggio, viscido, cattivo, gretto. Tutto il contrario di ciò che era Alberto, ma riuscì a renderlo irresistibile. Giancarlo Giannini, che interpretava David Copperfield, aveva fatto strage nei cuori dei telespettatori e Terrani, suo antagonista, quello che voleva rovinargli la vita e portargli via la fidanzata, riuscì, con il ruolo di Uriah ad attrarre l’attenzione di tutti, al punto di diventare lui il protagonista della storia. <<Fu proprio quel personaggio a darmi una popolarità sconfinata>>, raccontava Terrani. << Credo che non ci sia mai stato un personaggio televisivo tanto popolare, ma tanto odiato da tutti. Ricevevo ogni giorno decine di lettere piene di insulti, e più volte, riconosciuto per strada, ho rischiato di essere aggredito e linciato>>.

Alcuni anni dopo, quando era nel pieno della notorietà del suo fascino di uomo e di attore, Alberto incontrò una giovane che faceva parte anche lei del mondo dello spettacolo, ma in un altro settore, quello della musica lirica. Era il 19 maggio 1972. Quella ragazza, che aveva allora 26 anni, si chiamava Lucia Valentini.

Non era ancora famosa. Lo sarebbe diventata nei mesi successivi, vincendo il “Concorso Internazionale per voci rossiniane” indetto dalla Rai e subito dopo trionfando alla Scala di Milano in una storica edizione di “Cenerentola” , diretta da Claudio Abbado: trionfo che le aprì le porte per una carriera prestigiosissima.

Già a quel primo incontro, Alberto era rimasto “stregato” da Lucia, dalla sua personalità, dalla sua bravura, dalla sua sensibilità. E anche Lucia aveva subìto il fascino di quell’uomo, alto un metro e novanta, fisico asciutto, armonioso, volto intenso, sofferto, scapolo impenitente. E fu grande amore a prima vista.

Ma Lucia era una ragazza completamente diversa da quelle del mondo frequentato da Alberto. Per lei l’amore era soltanto definitivo, eterno, sacro, indissolubile. Aveva una visione della vita e dei sentimenti così sublime e così vera, che fece scoccare in Alberto un’ammirazione sconfinata. Tre mesi dopo quel primo incontro, lo scapolo impenitente e la giovane cantante erano marito e moglie. E con il matrimonio, arrivò anche la decisione di Alberto di lasciare il teatro per stare vicino a sua moglie.

<<Gli impegni professionali di entrambi ci portavano in giro per il mondo, ma capii subito non avrei potuto vivere lontano da lei>>, mi raccontò Alberto in una lunga intervista. <<La carriera, per la quale avevo affrontato tanti sacrifici e che amavo più di me stesso, non contava più niente. Non feci alcuna difficoltà a dimenticare il teatro. Lucia riempiva completamente la mia vita>>.

Alberto Terrani sparì dalla circolazione. Non si sentì più parlare di lui. Niente televisione, niente teatro, niente rotocalchi. Non esisteva più.

<<Da allora vissi in simbiosi con mia moglie>>, mi raccontò. <<Viaggiavo con Lucia. Studiavo con lei. La accompagnavo in teatro. Attendevo nel camerino quando lei era in palcoscenico. Ascoltavo le sue paure, le sue ansie. Stavamo insieme nei giorni di riposo. La nostra unione è durata 25 anni, ed è stata straordinaria>>.

Venticinque anni, meno qualche mese. Alberto e Lucia, protagonisti di una storia d’amore bella come una favola, non sono riusciti a celebrare le nozze d’argento. Avevano programmato una grande festa, ma il destino ha messo il suo veto. Nel gennaio del 1996, Lucia scoprì di essere ammalata di leucemia. Seguirono diciotto mesi di dolori, sofferenze, cure, speranze, disperazioni indicibili. Vissute sempre con il suo Alberto accanto. Il 12 giugno 1998, mentre tentava una ennesima cura a Seattle in America, Lucia è stata sconfitta definitivamente dal male. Aveva 51 anni.

<<Non volevo più vivere>>, mi raccontò Alberto. <<La vita per me non aveva più significato. Ho trascorso mesi infernali. Poi alcuni amici, ricordando il mio passato, mi hanno detto: “Perché non torni a interessarti di teatro? Potresti riprendere a fare l’attore, oppure a insegnare in una scuola di Teatro”.

<<Di tornare a fare l’attore non ne avevo proprio voglia. Ma l’idea di insegnare cominciò a far breccia nella mia mente. Riflettevo sul fatto che io avevo avuto dei maestri eccezionali. Ero stato allievo di Renzo Ricci, Sarah Ferrati, Sergio Tofano. Avevo recitato con attori leggendari, sotto la guida di celebri registi come Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Fantasio Piccoli, De Bosio. Potevo trasmettere ai giovani il patrimonio di esperienze e di conoscenze che avevo ricevuto da quei maestri, ed accettai.

<<Insegnare recitazione è stata la mia salvezza. Mi ha permesso di lavorare continuando a pensare solo e continuamente a Lucia. Ogni successo e ogni soddisfazione, li ho dedicati a lei>>.

Gli amici padovani gli organizzarono una scuola di teatro che prese il nome di “Accademia Palcoscenico”, con sede ufficiale al Teatro Verdi di Padova. L’iniziativa fu subito appoggiata e sostenuta dal Comune e dalla Regione Veneto. Sotto la guida di Alberto, la scuola divenne famosa in fretta e anche prestigiosa. Terrani, dedicandosi con passione travolgente e un’instancabile dedizione, ha formato decine di giovani attori, che lavorano in varie compagnie in giro per l’Italia e sono presenti spesso anche in televisione.

Renzo Allegri

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