In ricordo di Masaru Emoto

1 EmotoRACCONTAVA CHE L’ACQUA CI PARLA

di Roberto Allegri

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Qualche giorno fa, a Yokohama, è scomparso all’età di 71 anni il dottor Masaru Emoto.

Probabilmente, ai più il suo nome non dirà molto. Eppure, il dottor Emoto era famoso, e non solo in Giappone. Due “eserciti” di persone lo seguivano assiduamente: quello dei suoi sostenitori, di chi ammirava e credeva fermamente nelle sue ricerche d’avanguardia; e quello formato invece da chi lo criticava, lo osteggiava, giudicava i suoi studi completamente privi di fondamento. Il fatto è che Masaru Emoto ha dedicato la vita a provare la veridicità di “una poesia”: secondo lui, infatti, l’acqua è un elemento vivo, è in grado di “parlare” agli esseri viventi e viene influenzata dai pensieri delle persone.

Ho incontrato il dottor Emoto nel 1999 e  gli ho dedicato vari articoli in Italia. Ciò che Emoto raccontava mi aveva affascinato moltissimo. Noi siamo costituiti per la maggior parte proprio di acqua e così trovavo irresistibile l’idea che esistesse davvero una relazione intima tra i nostri pensieri, le nostre emozioni, e le molecole d’acqua. Per questa ragione avevo fatto il possibile per intervistarlo e il nostro incontro era avvenuto in un hotel di Milano dove Emoto stava tenendo una conferenza.

Lo ricordo come una persona molto gentile, sorridente, dai modi pacati. Molto preciso nella sua esposizione, mi spiegava il suo lavoro con attenzione, parlando adagio ma con entusiasmo. Mi raccontò di avere messo a punto un particolare macchinario in grado di fotografare i cristalli di acqua ghiacciata. Aveva potuto così documentare che, nel processo di solidificazione dell’acqua, i cristalli prendono forme diverse a seconda delle varie proprietà che l’acqua possiede e anche a seconda delle emozioni che essa percepisce “interagendo” con l’uomo e con l’ambiente.

2 Emoto

<<L’acqua risente dei pensieri positivi che le vengono inviati dalle persone>>, mi aveva detto. <<Ho constatato che l’acqua è soprattutto sensibile alle preghiere. In Giappone ho fatto degli esperimenti con risultati sbalorditivi. Nell’ottobre del 1997, ho condotto un esperimento sull’acqua del bacino di Fujiwara a Minatami-cho, nella prefettura di Gunma. Quel giorno l’acqua del laghetto era inquieta, turbolenta. Abbiamo prelevato un campione, per congelarlo e osservare poi i cristalli. Intanto il reverendo Kato Hoki, priore del tempio di Jyhouin, nella città di Omiya, cominciò a pregare stando sul bordo del bacino e dopo un’ora di preghiera l’acqua appariva più calma e anche più limpida. Prelevammo un nuovo campione, per congelarlo e osservarlo al microscopio. I cristalli dell’acqua prelevata prima della preghiera erano bruni, contorti, pieni di buchi e di separazioni; quelli dell’acqua prelevata dopo la preghiera erano bellissimi, pieni di equilibrio, con complicate forme geometriche.

<<Il 25 luglio del 1999 ho fatto un esperimento simile presso il lago Biwa>>, mi raccontò ancora il dottor Emoto. <<Questo lago, che si trova nella provincia di Shiga, è il più vasto del Giappone ed è anche un terribile esempio di inquinamento. Ogni estate la superficie del lago si ricopre di una strana specie di pianta acquatica, chiamata alga “kokanda”, che imputridisce e diffonde in tutta la zona un fetore quasi insopportabile. Quel 25 luglio, alle quattro e mezzo del mattino, ci siamo riuniti in 350 per pregare sulle sponde del lago. E il risultato è stato sorprendente. Quell’anno le alghe furono pochissime e il cattivo odore quasi inesistente. Del fatto parlarono i giornali. I cristalli dell’acqua del lago dopo la preghiera, erano bellissimi e continuarono ad esserlo per circa sei mesi.>>

Secondo le ricerche del dottor Emoto, l’acqua sarebbe in grado di captare il suono delle parole e anche il loro significato. In base poi a ciò che percepisce, cambierebbe la propria natura. Emoto mi raccontò di avere fatto ascoltare della musica a dei campioni di acqua e di averne poi esaminato i cristalli di ghiaccio. <<I cristalli di acqua congelata che hanno “ascoltato” una musica dolce>>, mi aveva spiegato, <<appaiono armonici, colorati, con forme geometriche perfette. Quelli di acqua trattata con musica dura e aggressiva, sono invece storti, spezzati, contorti. Lo stesso succede con le parole. Se si parla all’acqua con amore, i cristalli sono perfetti. Se si pronunciano parole di odio o di rabbia, i cristalli sono confusi e brutti>>.

<<Ho preso dell’acqua distillata e l’ho messa in una boccetta>>, aveva proseguito Emoto. <<Poi, di fronte a quell’acqua alcune persone hanno pronunciate parole dolci e piene di serenità come “mamma”, “papà”, “amore”, “angelo”, “grazie”, “pace”. Quindi ho fatto ghiacciare quell’acqua e ho fotografato i cristalli che sono apparsi bellissimi, armonici, geometrici, luminosi. Sembravano gioire per l’energia positiva contenuta nelle parole che avevano “sentito”. Poi ho sottoposto la stessa acqua a un trattamento di parole dure e negative, come “odio”, “guerra”, morte”, “sangue” e termini offensivi. I cristalli ottenuti con il congelamento erano tutti diversi. Erano brutti, contorti, scuri, disarmonici, incompiuti. Era come se fossero stati spezzati, schiacciati.>>

Come ho detto, le ricerche del dottor Emoto sono state oggetto di aspre critiche da parte di altri scienziati in Giappone, in Europa e in America. Critiche nate anche dal fatto che Emoto aveva utilizzato i suoi esperimenti per fini commerciali, creando una sorta di “industria” per vendere i suoi libri e i prodotti derivati dalle sue ricerche. Tutto questo può essere più o meno discutibile ma rimane il fatto che i risultati da lui ottenuti sono un dato oggettivo.

E’ davvero una bellissima “poesia” il pensare ad un legame profondo tra noi e l’acqua, tra gli esseri umani e l’elemento che mantiene la vita. E’ emozionante pensare all’acqua come ad una nonna pazientissima che vigila, consiglia, indirizza. Mi viene in mente che aveva proprio ragione Herman Melville quando, nel primo capitolo di “Moby Dick”, scrisse: “C’è una magia in questo. Prendete il più distratto degli uomini mentre è immerso nelle sue più profonde fantasticherie; fatelo star dritto sulle gambe, mettete in moto i suoi piedi e vedrete che vi condurrà infallibilmente all’acqua.”

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Roberto Allegri

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