Una porta per non dimenticare

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Sabato 28 giugno 2008 è accaduto qualcosa di veramente speciale sulla costa dell’isola di Lampedusa. Ma non se ne è parlato con l’enfasi e la meraviglia che sarebbero state doverose, forse perché i giornali sono troppo occupati a seguire i matrimoni e gli amori estivi dei vari VIP in vacanza.

Sabato 28 giugno è stato inaugurato un monumento. Nel nostro Paese se ne inaugurano molti, c’è sempre una delegazione di autorità che taglia cordoni e scopre statue e targhe in memoria di questo o quello, in onore di una persona o un fatto. Ci siamo abituati.

Ma stavolta, forse a causa del periodo storico in cui stiamo vivendo, l’occasione è stata davvero particolare. E il significato che circonda il monumento in questione è uno di quelli che fa la differenza, uno di quelli che ti mette all’angolo dell’esistenza e ti costringe a riflettere. A porti domande. Anche per questo motivo, forse, l’evento è passato un poco in sordina.

A Lampedusa è stato inaugurato il monumento per i “migranti morti e dispersi in mare” per raggiungere l’Italia. Un’opera d’arte del grande artista campano Mimmo Paladino, intitolata per l’appunto “Porta di Lampedusa, Porta d’Europa”. Una vera e propria “porta”, alta più di cinque metri, che si affaccia sul mare e guarda l’Africa. Una porta sempre aperta che non ha serrature né lucchetti, dalla quale si può entrare ed uscire a piacimento. Senza paure, minacce e ipocrisie.

2Viviamo in un’epoca strana, di grandi cambiamenti e rivoluzioni. Ma solo apparenti, perché non riescono ad intaccare il cuore della gente. Così aggrappati al nostro benessere, quasi mai davvero meritato, abbiamo cambiato il nostro cuore in pietra. Siamo terrorizzati dal diverso, dal nuovo, non riusciamo a vedere oltre il nostro salotto, il nostro televisore o il nostro frigorifero. E dimentichiamo interamente il resto del mondo.

Tutti, senza eccezione, ci riempiamo la bocca con questioni legate all’immigrazione, agli extracomunitari, ai campi nomadi, ai campi di accoglienza. E lo facciamo usando solo termini come “problema”, “invasione”, “crimine” senza accorgerci che sono termini dettati dalla paura e dall’ignoranza. Senza accorgerci che stiamo parlando di persone, di esseri umani.

Il monumento di Paladino vuole onorare le persone, gli esseri umani, che sulle ali di una speranza hanno preso la via del mare per arrivare in Italia. E hanno invece incontrato la fine. Forse, sono proprio loro gli ultimi eroi perché sono morti tenendo un sogno nel cuore. Cosa che noi, coi nostri telefonini e computer e canali satellitari, non sappiamo più cosa significa.

5A volere e promuovere il progetto della “Porta”, un progetto unico in Europa, un gruppo di associazioni umanitarie. Ma soprattutto un uomo, Arnoldo Mosca Mondadori. Il suo “Studio MM” da anni si dedica alla realizzazione di progetti sociali concreti, coinvolgendo grandi nomi della cultura del nostro Paese.

Ho chiesto ad Arnoldo, che conosco bene, di parlarmi della “Porta di Lampedusa” e dell’iniziativa che vi è alle spalle. Domande e risposte che avrei potuto organizzare in un articolo, disponendole qua e la, inframmezzate da commenti o considerazioni. Ma non voglio farlo. Desidero invece riportare interamente e senza alcun taglio le parole di Arnoldo. Per una semplice ragione. Perché parla di Dio.

Se non sei un religioso, un sacerdote o un cardinale, è sempre rischioso fare riferimento a Dio in questioni “delicate” come l’immigrazione di massa. Vieni etichettato, a volte preso in giro. Se lo fai, come lo fa il mio amico Arnoldo, è perché possiedi una fede forte, granitica, perché non hai paura. E soprattutto perché affrontare le questioni umane della sofferenza con l’ottica del “cristiano” è forse il modo più naturale e spontaneo di farlo. Anche di questo ci siamo ormai dimenticati.

4Caro Arnoldo, il monumento inaugurato il 28 giugno ha un profondo significato. A chi è indirizzato il suo messaggio?

<<Sono sicuro che l’idea del progetto venga dallo spirito di tutte le persone che dal 1988 ad oggi sono morte nel tentativo di raggiungere l’Italia in mare, fuggendo da carestie, guerre, ingiustizie e violenze.
Sono le anime vive di chi è già risorto a interrogarci dall’eterno. E il linguaggio dei risorti è molto differente dal chiasso dei nostri dibattiti politici quotidiani. Chi è vicino a Dio ci parla con amore e pace, e io sono convinto che proprio quei migranti annegati ora ci aiuteranno a capire meglio questo momento storico così difficile e confuso. La nostra ignoranza e le nostre parole hanno un raggio di durata molto breve, mentre le parole del Cristo nell’ultimo giudizio sono le uniche che rimangono, quando dice nel Vangelo di Matteo: “Ero straniero e mi avete accolto”.>>

Il momento dell’inaugurazione, avvenuta di sera, è stato toccante.

<<Quando siamo passati sotto la Porta di Mimmo Paladino, nel silenzio del tramonto, con le fiaccole accese, ho capito che quell’opera non è un solo monumento. E’ il segno vivo di qualcosa che sta accadendo. Ho avvertito nei volti delle persone presenti e nella loro commozione che oggi c’è un infinito bisogno di spiritualità autentica. Siamo in fondo tutti stufi e stanchi del marketing, del dio denaro e di tutte le grandi illusioni di questo tempo. Siamo invece assetati di bellezza, di visione alte, di spiritualità naturale e spontanea.>>

3Dietro il monumento c’è una iniziativa, un preciso appello da sottoscrivere. Di cosa si tratta precisamente?

<<E’ l’appello dell’Associazione AMANI,  scritto da Pietro Veronese, ed è alla base dell’iniziativa. Parla dei migranti descrivendoli non come dei “clandestini” pericolosi ma come delle persone che hanno dei sogni, delle speranze di vita e di futuro e che di fatto quotidianamente aiutano il nostro paese ad andare avanti. Per aderire all’appello basta mandare una mail Per aderire invia una mail all’indirizzo monumentolampedusa@email.it
inserendo il nome, cognome e città. E scrivendo nell’oggetto “ADERISCO ALL’APPELLO”. Vi hanno già aderito rappresentanti della cultura, dell’arte, delle istituzioni e dell’impresa, tra cui Ennio Morricone, Antonio Tabucchi, Arnaldo Pomodoro, Alessandro Passadore, Andrea Aiello, Eva Cantarella, Guido Martinotti, Giulio Giorello, Lella Costa, Khaled Fouad Allam, Lucio Dalla, Don Gino Rigoldi, Don Virginio Colmegna, Ottavia Piccolo, Ada Gigli Marchetti, Roberto Vecchioni, Luca Pignatelli, Maurizio Cucchi, Laura Boldrini, Salvatore Veca, Margherita Hack, Alda Merini, Pietro Veronese, Bruno Arpaia, Nicoletta Mondadori, Alfredo Rapetti, Fabrizio Ferri, Bianca Beccalli, Anna Cataldi, Mimmo Paladino.>>

Da dove nasce il tuo desiderio di fare qualcosa per chi non ha voce?

<<Le idee che amo di più sono quelle che non hanno uno scopo economico ma un ritorno culturale e sociale. E’ una specie di respiro che si sente e che è il motore dei progetti in cui credo e che condivido con tante persone con cui poi di fatto li penso e li realizzo (nel caso del progetto di Lampedusa tutto è nato con Gian Marco Elia e l’Associazione Amani).
E poi penso che le idee più belle che sento nell’aria provengano dalla sostanza sublime che sgorga dall’Eucarestia.>>

6L’immigrazione in Italia è un argomento di scottante attualità. Cosa ti senti di rispondere a chi si presenta contrario alla tua iniziativa?

<<Prima di tutto voglio porre l’attenzione sulle parole. Chi sono i “clandestini” o gli “extracomunitari”?  Non sono forse categorie astratte che non hanno nulla a che fare con i volti, le mani, i sogni di ciascun bambino e donna e uomo che viene da lontano? Non siamo forse anche noi, in questo piccolissimo pianeta disperso nell’infinito, dei clandestini, dei migranti in cerca di noi stessi? Penso che ci siano persone spaventate dai “clandestini” solo perchè istigate nelle loro paura più ataviche. C’è chi vuole generare paura per aumentare il suo potere, o per scaricare su qualcuno la responsabilità di una crisi o di un momento economico difficile.
Il pericolo invece diventa reale quando cominciamo a creare nemici esterni. Leggendo certe dichiarazioni di uomini di potere mi vengono i brividi: quanta arroganza e supponenza! Ma quegli uomini, siano essi di destra o di sinistra, dovrebbero mettere in conto che il tempo passa velocemente, e che tra poco saranno dimenticati da tutti. Solo la memoria dello Spirito rimane e per questo nessuno dimenticherà mai i migranti che sono morti nel silenzio e nella dimenticanza del mondo.>>

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