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#Lourdes l’esperienza di un pellegrino 18enne

Dopo la denuncia del Coordinamento nazionale pellegrinaggi italiani sui disservizi delle ferrovie e la smentita di Trenitalia su eventuali soppressioni, la testimonianza di un giovane malato, che si mette in viaggio ogni anno

Anche oggi ho letto una notizia che mi tocca da vicino: Lourdes allarme per la soppressione dei treni speciali». Inizia così la lettera inviata alla redazione di Roma Sette da Daniel, un «semplice ragazzo» di 18 anni con una sindrome rara diagnosticata fin dalla nascita, che ogni anno si mette in viaggio per il santuario dei Pirenei. La denuncia sui disservizi delle ferrovie francesi e italiane era stata lanciata pochi giorni fa dal Coordinamento nazionale pellegrinaggi italiani; poco dopo la smentita di Trenitalia riguardo a eventuali soppressioni dei treni per Lourdes. Di seguito il testo integrale della lettera di Daniel:

Io, un semplice ragazzo di 18 anni con una sindrome a multiorgano rara fin dalla nascita, con i miei difetti, i miei errori, le mie fragilità, i miei mille dubbi quotidiani, parto per Lourdes ogni anno con la mia inseparabile compagna “la malattia”, con l’associazione di cui faccio parte, che si occupa di portare in pellegrinaggio i malati di ogni genere e con essi le famiglie. Vi posso garantire che il grande vero miracolo di Lourdes comincia proprio quando sali su “quel treno”.

Il viaggio è meraviglioso: i paesaggi bellissimi, prati verdissimi, il mare e tutto quello che vedi attraverso il finestrino, ti aiuta ad entrare nell’ottica vivendo ogni singolo momento in attesa dell’esplosione di emozioni che andrai a scoprire. Questo viaggio anche se a volte lungo ti da’ la possibilità di iniziare a condividere con altre persone la meta che tu desideri e ti offre la possibilità di conoscere e far amicizia con ogni genere di persona: adulti, bambini, medici, malati, educatori, volontari. Il bello è che ognuno ti insegna qualcosa.

I malati che attendono questo viaggio una volta all’anno non vedono l’ora di poter arrivare al santuario nel quale si viene catturati e affascinati dall’atmosfera, tutto diventa speciale, ti ricarica per tutto l’anno: vedo sorrisi che riempiono il cuore, gente che dice “grazie” per piccole cose ma con una luce negli occhi e un sorriso che ti fa sentire indispensabile come se fosse una questione di vita o di morte, eppure non ho visto mai una persona che si lamentasse e vi assicuro che il viaggio, per molti, è lungo e impegnativo.

È vero, in questi anni ho potuto notare che spesso i convogli vengono “parcheggiati” per ore in attesa di chissà quale evento o problema; in alcuni momenti servono a noi per riposare, altre volte è necessario caricare e scaricare cose utili e indispensabili. Quest’anno 2018 abbiamo avuto un imprevisto non facile da affrontare: uno sciopero che ci ha costretti a una partenza anticipata e immaginate 800 persone tra i quali molti malati con situazioni a volte gravi dover in fretta organizzare la partenza, i bagagli, le attrezzature, e soprattutto vedere la delusione negli occhi di chi ha atteso un anno intero per scoprire di dover rinunciare anche a una delle esperienze che si erano programmate. So di cosa parlo, lo sperimento ogni giorno, lo vivo sulla mia persona.

Quindi mi appello alle autorità istituzionali perché si possa continuare questo servizio, magari con qualche attenzione in più, viste le condizioni a volte difficili ma non impossibili per queste persone, che sono intrappolate nella sofferenza ma coscienti di ogni cosa che accade attorno a loro: possano provare queste sensazioni, vedere un sorriso e due occhi che si emozionano alla realizzazione di un sogno che pensavano non si avverasse mai. Quanto può gratificare e farci sentire colmi d’amore! Vi chiedo solo un po’ di attenzione per questi pellegrinaggi, un’attenzione a non aumentare i costi, viste le precarietà che a volte i familiari devono affrontare non solo per la malattia del proprio caro ma anche per la realizzazione di questo sogno. Ancora, vi chiedo di ascoltare le associazioni nelle richieste che vengono fatte per gli ammalati e non per capricci, ma soprattutto che si faccia attenzione a non creare problemi ferroviari (scioperi,soste ecc…): che questi treni raggiungano il luogo in tempi consoni per godere del pellegrinaggio e ricaricare l’anima e il cuore.

Noi non ci scoraggiamo al viaggio difficile e ai vari inconvenienti ma vi chiedo di mettervi una mano sul cuore per venirci incontro.

Daniel De Rossi per romasette.it

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Un commento

  1. Hai ragione,io barelliere ho scelto il pullman.Non ne potevo più del treno.
    Speriamo,io però aspetto per esultare.Aspetto i fatti.

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