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Lourdes, oltre 7.000 guarigioni “inspiegabili”

Lourdes, oltre 7.000 le guarigioni riconosciute “inspiegabili”

Alessandro De Franciscis

Era il 1905 quando Papa Pio X chiese di «sottomettere a un processo regolare» le guarigioni inspiegabili che avvenivano nel Santuario di Notre-Dame di Lourdes, in Francia, dove nel 1858 la Vergine Maria apparve a Benardette per diciotto volte. Da questa richiesta nacque il “Bureau des Constatations Médicales”. Da allora numerosi sono i casi di risanamenti improvvisi che vengono verificati in questo luogo, l’ultimo è stato riconosciuto nel 2013: si tratta di una donna italiana, Danila Castelli, guarita da un ipertensione molto grave.

Sul Bureau ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro QUI

D. – Sono oltre 7.000 le guarigioni inspiegabili riconosciute a Lourdes dal 1862, ma sono solo 62 quelle dichiarate miracolose dalla Chiesa. Qual è la procedura quando avviene un caso di un risanamento improvviso ed inspiegabile? Ascoltiamo Alessandro De Franciscis, medico permanente e presidente del “Bureau des Constatations Médicales”:

R. – Una persona si presenta o scrive al Bureau ed è ricevuta e vista dal medico permanente. Ormai io sono il quindicesimo di una serie ininterrotta – il primo non francese – e valuto, mi rendo conto, leggo, ascolto, posso anche visitare ed esaminare. E mi rendo conto se sono o meno di fronte ad una storia di guarigione verosimilmente importante ed inspiegata. In questo caso, posso prendere nota dei dettagli della storia che mi viene raccontata, con gli elementi medici che eventualmente la persona mi dà; e questo avviene mediamente dalle trenta alle quaranta volte l’anno. All’esito di questo primo incontro inizia un percorso, invece, che è teso a cercare di costruire una cartella clinica. Il collegio che deve giudicare si chiama “Bureau”. Il “Bureau” è un insieme di medici e di professionisti della salute presenti a Lourdes: nel giorno della convocazione, si apre una discussione medica, come si fa negli ospedali quando si discute del caso clinico. All’esito di una prima, seconda, terza discussione, si può arrivare a dire che una storia di guarigione era vera, completa, durevole per sempre ed inspiegata secondo le conoscenze mediche. Questa storia, che ormai può aver preso venti-venticinque anni, è presentata dal medico permanente alla Commissione Medica Internazionale di Lourdes, che è una seconda istanza. Se anche la Commissione conferma, a questo punto la guarigione è stata giudicata e confermata essere una guarigione inspiegata.

D. – Tra le tante storie quella di Camilla, una giovane donna francese non credente e sola al mondo, che si ammala di un gravissimo tumore al cervello. Dopo una difficile operazione si reca a Lourdes invitata da un amica e – reticente – fa il bagno nelle piscine. Lì avviene la conversione del cuore. Camilla sente di essere una persona nuova capace di amare. Oggi dopo dieci anni dalla prima diagnosi che le lasciava solo un mese di vita, questa donna conduce una vita normale ed è diventata madre di tre bambini. Ascoltiamo ancora il professor De Franciscis:

R. – Camilla non era malata soprattutto nel corpo: era malata nel cuore. L’esperienza di Lourdes l’ha cambiata: lei ha scoperto l’amore, ha scoperto di essere capace di dare e di ricevere. Questo credo sia il miracolo di Camilla: il fatto che lei sia viva dieci anni dopo una diagnosi così terribile, capace di amare e di essere amata, credo sia la testimonianza di come, indipendentemente dalla guarigione fisica, Lourdes, e la sua grotta, siano il posto dove per ciascuno di noi – se lo vogliamo trovare – ci sia il miracolo.

D. – Cosa vuol dire per lei lavorare a Lourdes?

R. – Sono una persona che vive la ricerca della verità, il lavoro di medico, il servizio ai malati e soprattutto la ricerca della verità nelle storie di guarigione. Ma sono consapevole di essere come affacciato ad una finestra che guarda sul mistero: non lo so spiegare, ma so che c’è. Ed ho imparato a Lourdes a capire la bellezza di sapere, di tanto in tanto, alzare le mani per dire: “questo non lo capisco”.

Il servizio di Marina Tomarro QUI

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