Natuzza – il segreto di una vita

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DEDICATO A NATUZZA EVOLO, GRANDE MISTICA CALABRESE

Il primo di novembre ricorrono 5 anni dalla morte di Natuzza Evolo. Quel giorno, a Paravati, in provincia di Vibo Valentia, paese dove Natuzza nacque e dove visse, ci sarà il raduno nazionale dei “cenacoli di preghiera” che portano il suo nome. E il vescovo della diocesi, celebrando una solenne commemorazione nel santuario che lei ha voluto in onore della Madonna, annuncerà l’inizio del processo per la sua beatificazione.

Natuzza, donna sposata, madre di cinque figli, proveniva da una famiglia così poteva da non aver avuto neppure la possibilità di frequentare le scuole elementari. Non sapeva leggere né scrivere, ma i potenti della terra andavano a chiederle consigli . Professori, docenti universitari, medici, scienziati si intrattenevano a conversare con lei constatando che era a conoscenza perfetta della scienza che loro professavano e insegnavano.

Fin da bambina dimostrò di possedere straordinari doni carismatici. In particolare, quello di poter “comunicare” con le persone dell’aldilà. Con la più grande semplicità, lei diceva che “vedeva a parlava con i morti”. Questa dono carismatico fu sempre presente in lei in forma costante e clamorosa, e richiamava a Paravati, ogni giorno, centinaia di persone, provenienti anche dall’estero, desiderose di poter “comunicare” con i loro cari defunti. Natuzza fu un “ponte” misterioso e meraviglioso, attraverso il quale centinaia di migliaia di persone dialogarono con i loro cari nell’aldilà.

E’ stata la più grande testimone del nostro tempo della “vita oltre la vita”. Una autentica missionaria della fede nella concretezza della vita che viene dopo l’esistenza terrena: una vita “vera”; anzi “la vita vera”, in anima e corpo, che non avrà mai fine. Per questo i santi chiamavano la morte “dies natalis”, cioè “giorno della nascita” in quella vita vera senza fine.

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