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Beatificazione Giovanni Paolo II

La salma di Giovanni Paolo II sarà traslata nella basilica Vaticana 
 
Saranno traslate dalle Grotte alla basilica Vaticana le spoglie di Giovanni Paolo II. In occasione della beatificazione del Pontefice, infatti, ne è stata decisa la collocazione nella cappella di San Sebastiano all’altare del beato Innocenzo XI, situata nella navata destra della basilica, tra le cappelle della Pietà e del Santissimo Sacramento. La traslazione della bara avverrà senza esumazione: quindi il corpo di Papa Wojtyla non sarà esposto, ma si troverà in un vano chiuso da una semplice lapide di marmo con la scritta: Beatus Ioannes Paulus II.

Giovanni Paolo II sarà proclamato beato dal suo successore Benedetto XVI in Vaticano il prossimo 1° maggio, seconda domenica di Pasqua della Divina Misericordia. Il via libera alla promulgazione del decreto sul miracolo attribuito a Karol Wojtyla – l’atto che conclude ufficialmente l’iter della causa di beatificazione – è stato dato dallo stesso Papa Ratzinger venerdì 14 gennaio, nel corso dell’udienza al cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Insieme a quello riguardante il suo predecessore, il Pontefice ha autorizzato la promulgazione di altri nove decreti. Si apre così la strada della beatificazione anche per la fondatrice delle suore della carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea, Antonia Maria Verna, e per il laico Giuseppe Toniolo, fondatore della Settimana sociale dei cattolici italiani. Vengono riconosciuti, inoltre, il martirio di quattro suore professe delle figlie della divina carità, uccise in Bosnia ed Erzegovina nel 1941, e le virtù eroiche di cinque servi di Dio: tre sacerdoti (un italiano, uno svizzero e uno statunitense), un postulante marianista spagnolo e una laica brasiliana.
La causa di beatificazione di Papa Wojtyla era iniziata il 28 giugno 2005 – meno di tre mesi dopo la morte avvenuta il 2 aprile – grazie alla dispensa dal tempo canonico dei cinque anni di attesa concessa da Benedetto XVI. Dopo la fase diocesana, prolungatasi fino all’aprile 2007, e l’approvazione della Positio da parte del dicastero delle cause dei santi, il 19 dicembre 2009 il Pontefice aveva autorizzato la promulgazione del decreto sulla eroicità delle virtù. L’11 gennaio scorso la congregazione ha riconosciuto il miracolo esaminato in vista della beatificazione: la guarigione della religiosa francese Marie Simon Pierre Normand dal morbo di Parkinson.

Una vita esemplare

La beatificazione di Giovanni Paolo II, che il suo successore presiederà nell’anniversario liturgico della sua morte, è un evento storico che non ha di fatto precedenti. Bisogna risalire al cuore del medioevo per ritrovare esempi analoghi, ma in contesti non paragonabili alla decisione di Benedetto XVI: negli ultimi dieci secoli nessun Papa ha innalzato agli onori degli altari il suo immediato predecessore.
Pietro del Morrone (che era stato Celestino V) fu canonizzato nel 1313 – meno di un ventennio dopo la morte – dal suo terzo successore, e oltre due secoli prima era stata subito riconosciuta la santità di Leone IX e di Gregorio VII, scomparsi nel 1054 e nel 1085. Non a caso agli esordi di quel papato riformatore celebrato qualche decennio più tardi nell’oratorio lateranense di San Nicola attraverso la raffigurazione di alcuni Pontefici coevi, definiti ciascuno sanctus.
Sulla sobrietà agiografica della Chiesa romana – che venera come santi quasi soltanto i Papi dell’età più antica – sono poi intervenute le modifiche innovative della modernità, con le decisioni prese nell’ultimo trentennio dell’Ottocento e poi, soprattutto, con quelle di Pio XII e dello stesso Giovanni Paolo II. Fu così riconosciuto il culto di alcuni Pontefici medievali e vennero elevati agli onori degli altari Pio X, l’ultimo Papa santo, Innocenzo XI, Pio IX e Giovanni XXIII.
Al centro di ogni causa di beatificazione e di canonizzazione sta esclusivamente l’esemplarità della vita di chi, con espressione scritturistica, viene definito al servizio di Dio. Per assicurare alla storia – come disse Paolo VI all’annuncio dell’introduzione delle cause dei suoi due predecessori immediati – “il patrimonio della loro eredità spirituale”, al di là di “ogni altro motivo, che non sia il culto della vera santità e cioè la gloria di Dio e l’edificazione della sua Chiesa”.
E autentico servitore di Dio è stato Karol Wojtyla, appassionato testimone di Cristo dalla gioventù fino all’ultimo respiro. Di questo moltissimi, anche non cattolici e non cristiani, si sono resi conto durante la sua vita esemplare; questo documenta il suo testamento spirituale, scritto a varie riprese negli anni del pontificato; per questo già il 28 aprile 2005, meno di un mese dopo la morte, il suo successore ha dispensato dai termini prescritti per l’inizio della causa; per questo ha deciso di presiedere la sua beatificazione: per presentare al mondo il modello della santità personale di Giovanni Paolo II.

L’iter della causa

L’autorizzazione concessa stamane da Benedetto XVI alla Congregazione delle Cause dei Santi per la promulgazione del decreto sul miracolo attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo II, conclude l’iter che precede il rito della beatificazione. La celebrazione avrà luogo in Vaticano il i° maggio, domenica della Divina Misericordia, e sarà presieduta dal Papa.
La causa, per dispensa pontificia, è iniziata prima che fossero trascorsi i cinque anni dalla morte del servo di Dio, richiesti dalla normativa vigente. Tale provvedimento è stato sollecitato dall’imponente fama di santità, goduta da Papa Wojtyla in vita e dopo la morte. Per il resto sono state osservate integralmente le comuni disposizioni canoniche riguardanti le cause di beatificazione e di canonizzazione.
Dal giugno 2005 all’aprile 2007, sono state celebrate l’inchiesta diocesana principale romana e quelle rogatoriali in diverse diocesi, sulla vita, sulle virtù e sulla fama di santità e di miracoli. La validità giuridica dei processi canonici è stata riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con il decreto del 4 maggio 2007. Nel giugno 2009, esaminata la relativa Positio, nove consultori teologi del dicastero hanno dato il loro parere positivo in merito all’eroicità delle virtù del servo di Dio. Nel novembre successivo, seguendo l’usuale procedura, la medesima Positio è stata poi sottoposta al giudizio dei padri cardinali e vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, che si sono espressi con sentenza affermativa. Il 19 dicembre 2009 Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto sull’eroicità delle virtù.
In vista della beatificazione, la postulazione della causa ha presentato all’esame della Congregazione delle Cause dei Santi la guarigione dal morbo di Parkinson di Suor Marie Simon Pierre Normand, religiosa dell’Institut des petites soeurs des maternités catholiques. Come di consueto, i copiosi atti dell’inchiesta canonica, regolarmente istruita, unitamente alle dettagliate perizie medico-legali, sono stati sottoposti all’esame scientifico della consulta medica del dicastero il 21 ottobre 2010. I suoi periti, dopo aver studiato con l’abituale scrupolosità le testimonianze processuali e l’intera documentazione, si sono espressi a favore dell’inspiegabilità scientifica della guarigione. I consultori teologi, dopo aver preso visione delle conclusioni mediche, il 14 dicembre 2010 hanno proceduto alla valutazione teologica del caso e, all’unanimità, hanno riconosiuto l’unicità, l’antecedenza e la coralità dell’invocazione rivolta al servo di Dio, la cui intercessione era stata efficace ai fini della prodigiosa guarigione.
Infine, l’11 gennaio scorso, si è tenuta la sessione ordinaria dei cardinali e dei vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, i quali hanno emesso un’unanime sentenza affermativa, ritenendo miracolosa la guarigione della religiosa francese, in quanto compiuta da Dio con modo scientificamente inspiegabile, a seguito dell’intercessione di Giovanni Paolo II, fiduciosamente invocato sia dalla stessa sanata sia da molti altri fedeli.
(©L’Osservatore Romano – 15 gennaio 2011)

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