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Identikit del nuovo Turista della Fede

Ricerca Istur

È stata condotta dall’Associazione per la promozione e la qualità della vita, Istur, di Francesco Alberoni, la ricerca “Viaggiare verso i Luoghi della Fede: dalla storia alla natura, dalla cultura all’arte” commissionata dagli organizzatori di Aurea, la Borsa del Turismo Religioso e delle Aree Protette, svoltasi a Foggia, dal 20 al 22 novembre scorso.
Data la totale assenza di dati precisi sui flussi turistici presso i luoghi della fede in Italia, la ricerca coordinata da Roberto Lavorini e Castaldi ha cercato di colmare questo vuoto, arrivando a stilare un identikit del turista della fede, che a postumo è risultato completamente diverso dalla tipologia di viaggiatore che luoghi comuni individuavano solo nel pellegrino credente.
Dei 2.259 santuari, mariani e non, sparsi nel territorio italiano, nella prima fase della ricerca ne sono stati selezionati 66, che ospitano il 90% degli arrivi, ridotti, dopo un’ulteriore scrematura, a 12, che raccolgono il 65% dei flussi nazionali (S.Antonio da Padova, S.Giovanni Rotondo, Loreto, Pompei, S.Francesco d’Assisi, San Gabriele dell’Addolorata, San Luca, Santa Rosalia, Bonaria, Nostra Signora di Oropa, Santa Maria della Fonte di Caravaggio, Santuario del Divino Amore).


Usando il metodo del questionario, ne sono stati somministrati 1.168 nelle 12 località sopra descritte ed ulteriori 96 però a Lourdes, visto che rappresenta la meta per eccellenza di ogni turista della fede.
I dati emersi sono significativi, solo il 53% dei visitatori di luoghi sacri è un religioso praticante, le donne costituiscono il 59,76% del campione, la fascia d’età prevalente è tra i 40 e i 50 anni per il 20,46% dei casi, seguita dal 18,24% di quella dei 30-40 anni; il turista della fede inoltre possiede un livello culturale più alto della media, sa usare le nuove tecnologie, visita ogni anno almeno un santuario.

Rispetto alle modalità di viaggio la ricerca evidenzia come il 64,13% dei turisti si sposta in forma non organizzata (specialmente i più giovani), con la propria auto, mentre il 35,87% che viaggia organizzato, lo fa per il 79,7% in pullman.
A sorpresa la durata di permanenza nei luoghi di fede italiani nell’87% dei visitatori fai da te non supera le poche ore, al massimo la giornata intera, a differenza di Lourdes dove il 50% dei visitatori soggiornano almeno 3 notti

Ovvio è che i 104 euro calcolati da Istur come spesa media in Italia dei turisti religiosi non è attendibile, bisogna considerare infatti chi ha dichiarato di non aver speso nulla, come chi ha sborsato un importo medio di 230 euro, livelli contenuti di spesa per un offerta modesta, niente in confronto ai 589 euro di un pacchetto organizzato per Lourdes.

Nonostante i visitatori considerino i servizi offerti nei luoghi di fede italiani non soddisfacenti, basterebbe infatti un’offerta più coordinata per incrementare consumi e tempi di permanenza, il loro livello di gradimento è comunque positivo, il 95% tornerebbe nei luoghi visitati.
Dopo Lourdes (39,17%), le mete in generale più gettonate dagli italiani sono Fatima (13,02%), San Giovanni Rotondo (10,55) seguita da Loreto e Assisi; stupisce di nuovo che le motivazioni religiose sono la base del viaggio per il 33,8% del campione, mentre il 54,63% adduce la risposta “perché non l’ho mai visto”.
Se FutureBrand vede in crescita il fenomeno del Turismo Religioso su scala mondiale nei prossimi anni, l’Italia deve avviare adeguate politiche di sviluppo e di organizzazione dei luoghi di fede per accogliere flussi maggiori di turisti.

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