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Caserta, ecco il treno dei bambini

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CASERTA – «In carrozza. Si parte». Il luogo è la stazione, questo è chiaro ma la partenza non è per un viaggio qualunque ma verso un pellegrinaggio che è come una sferzata di energia in nome dell’amore. Amore reciproco. Amore verso la Madonna, «Mary» come la chiama Roberto, la mascotte di questo pellegrinaggio che a Lourdes accoglie, ogni anno migliaia di pellegrini. Lo scorso martedì, infatti, è partito dalla Campania, facendo tappa a Caserta il «treno bianco dei bambini».

Un treno organizzato dall’Unitalsi, Unione Nazionale Italiana trasporto ammalati a Lourdes, da anni ormai protagonista di questi pellegrinaggi del cuore. «Sono sei anni che partecipo – racconta Maria Lombardi – una settimana in cui vivo in maniera diversa la grazia di Dio, donandomi agli altri». Luana Monteforte ci parla di Davide «un bambino che vive in una casa famiglia. Ogni anno viene con noi a Lourdes e per sette giorni siamo noi la sua famiglia. Ogni volta brilla un pò di più». «Se ci fossi andata da giovane – commenta Rosalia Marano – non sarei tornata più. È un viaggio in Paradiso e quando torni non sempre le persone riescono a capire quello che provi». Maria Rosaria Marino è la mamma di Roberto, per lei «è un viaggio immancabile anche se il treno non è attrezzato per i disabili».

«Per questo sono preziosi i barellieri – racconta Roberto Goglia che, per la prima volta quest’anno è andato in aereo portando con sè la moglie – che con la forza delle proprie braccia sostengono chi ha bisogno di aiuto». Anna Aramini è alla sua prima esperienza, infatti «è una promessa che ho fatto. Ora vado da sola. La prossima volta verrà anche mio marito». E suo marito è lì accanto che la incoraggia. «Quest’anno siamo in 35 – De Rubertis Amalia responsabile del pellegrinaggio di quest’anno, della sottosezione Unitalsi di Caserta – fra ammalati, accompagnatori, dame e barellieri».

Cinque sono i medici, pediatri e anestesisti, fra cui Angela Sorano che partecipa ai pellegrinaggi dal 2000. Un lungo viaggio in treno, di circa 28 ore, sicuramente non facile ma come dicono i pellegrini «non senti la stanchezza e tutto diventa come una meravigliosa festa, finchè non giungi alla grotta di Lourdes e la festa esplode in preghiera». Fonte articolo

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