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Lourdes, in cammino con la speranza

Pellegrinaggio, verso Lourdes in cammino con la speranza

IL PELLEGRINAGGIO. Dalla stazione di Brescia il quarantesimo viaggio. Con i Silenziosi operatori della Croce e il Csv diretti al santuario di Bernadette. In treno in seicentocinquanta tra malati e giovani volontari  per vivere un’esperienza  di fraternità e comunione

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Brescia. Un viaggio verso la speranza, un viaggio per chiedere una vita serena, un viaggio di ringraziamento per quanto si possiede. Un percorso di fede, ma anche un cammino per stringere nuove amicizie, per condividere con altri cristiani i valori della Chiesa e per trasmettere ai compagni di vita tutti i sentimenti che si tengono segreti nel cuore. È tutto questo il pellegrinaggio a Lourdes, ma è anche molto di più. È un’esperienza che cambia, che rafforza, che stimola, che riempie di vita e di energia. Ognuno, nel proprio intimo, custodisce la ragione del proprio viaggio, insieme alle paure e alle attese, e la gioia della partenza si legge negli occhi di chi ieri mattina è salito sul treno, insieme ai Silenziosi Operai della Croce e al Centro Volontari della Sofferenza, per il quarantesimo pellegrinaggio alla volta di Lourdes.

LA GIOIA che si legge negli occhi vivaci di Paolo Marchiori, presidente di Aisla, è accompagnata dalle sue parole, dal suo appello fatto ai compagni pellegrini: «Aiutiamoci – dice – perchè ognuno è importante e unico». Lo dice citando anche Papa Francesco, ricordando che «nessuno deve rubare le nostre speranze» e ringraziando tutti gli amici, tra cui anche l’ex centrocampista Luciano De Paola, che lo sostengono mentre le difficoltà della malattia divengono sempre più gravose. «Sento tanta sofferenza intorno a me e questo viaggio nel luogo speciale che è Lourdes servirà a chiedere ma anche a ringraziare per quanto ho» confida Marchiori.  Il pellegrinaggio, organizzato a cavallo della settimana Santa, è dedicato soprattutto agli ammalati, per permettere loro di condividere un’esperienza di fraternità e di comunione insieme con le persone sane. Seicentocinquanta i viaggiatori presenti sul treno, duecento i volontari dell’associazione Cvs che assisteranno in questa settimana di pellegrinaggio i circa centocinquanta malati, di cui oltre il cinquanta per cento è sulle sedie a rotelle. «Ci teniamo a sottolineare che il 24,9 per cento dei volontari ha un’età inferiore ai 35 anni» dichiara Virginia Rizzini, infermiera del Cvs, che partirà oggi in aereo per accompagnare altri pellegrini ammalati nel santuario francese dove Bernadette assistette a numerose apparizioni della Madonna. Ed è proprio alla Madonna che si riferisce Giordano Federzoni quando parla di un incontro speciale: «È un incontro con la mamma che veglia e protegge sempre» spiega Federzoni, che nel suo viaggio è accompagnato da alcuni amici. «L’incontro con la Madonna non può lasciare indifferenti. Sono tanti anni che vado a Lourdes perchè lo sento come un momento necessario per ricaricarmi ed è un modo per essere cristiano» racconta l’uomo, che a Lourdes ha conosciuto anche la moglie e che ogni anno, al ritorno dal viaggio, ringrazia la Madonna per le emozioni e prova nostalgia per quel luogo in cui per qualche giorno si vive in un’altra dimensione. 

FEDERZONI non è l’unico a provare l’eccitazione della partenza: a pochi passi dal binario numero uno, da cui è partito il treno per Lourdes, ci sono anche Viviana Turla e Colombina Mazzucchelli. Mamma e figlia confidano di essere emozionate, tanto che la signora Mazzucchelli non ha dormito la notte per il pensiero del viaggio che la porterà a cospetto della Madonna. La sua gioia le riempe gli occhi di una commozione visibile, che presto si tramuta in un sorriso timido e nel suo desiderio di ammettere che a Lourdes non vede l’ora di arrivarci. Già, perchè lei non è mai riuscita ad andare al Santuario, mentre la figlia, che le ha proposto il pellegrinaggio, vi è stata otto anni fa. «È un’esperienza che ti lascia dentro qualcosa di molto bello, anche perchè puoi confrontarti con tante altre persone e puoi vedere tanta sofferenza affrontata con dignità» rivela la signora Turla, sottolineando anche la presenza di tanti volontari giovani. 

TRA QUESTI, e insieme a quelli che hanno aiutato i pellegrini a mettere le valigie sul treno, c’erano anche due fratelli, Anthony e Damiano Gobbi, entrambi in viaggio per assistere gli ammalati e tutti coloro che dovessere avere necessità. «Mi ha convinto mio fratello e anche se non so bene come sarà e cosa dovrò fare, ho voluto provare quest’esperienza» spiega Damiano, 23 anni, che appare un po’ spaventato e frastornato dalla folla che ha riempito l’atrio della stazione oltre un’ora prima della partenza del treno. «A Lourdes si vive un clima di pace e di serenità e ognuno vive esperienze che non sono paragonabili a quelle di un altro» chiarisce Anthony, che per la seconda volta partecipa al pellegrinaggio, che è dedicato quest’anno non soltanto alle celebrazioni della Pasqua, ma anche al ricordo di monsignor Luigi Novarese, fondatore dei Silenziosi operai della Croce e del Centro Volontari della Sofferenza.

I TANTI VOLTI giovani dei volontari fanno pensare che non sarà solo un viaggio di preghiera, ma anche un viaggio di fratellanza, durante il quale i rapporti tra le persone, accomunate dal desiderio di serenità e di speranza, saranno più sinceri e più veri. Lo dimostrano anche le motivazioni della presenza sul treno di Alessandra Aradori, che da anni partecipa al pellegrinaggio. «Mi piace soprattutto l’atmosfera di Lourdes – spiega la donna – e riesco sempre a integrarmi molto bene con gli altri pellegrini, cosa che altrimenti mi riesce difficile».  Ma se le ragioni della partenza sono diverse per tanti, i frutti, al ritorno, saranno ricchi per tutti.

Federica Pizzuto

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