Stampa

Razzismo su treno per Lourdes?

I pellegrini di Lourdes cacciano la capotreno nera

di Patrizia Mazzarello

Era di colore. E solo per questo motivo il capotreno di un convoglio francese diretto a Lourdes sarebbe stato allontanato dai pellegrini italiani.

L’episodio, sul quale circolano due versioni, è avvenuto alla stazione ferroviaria di Ventimiglia, proprio al confine con lo Stato francese. «Un grave, inqualificabile atto di razzismo», secondo il racconto del capotreno donna, di nazionalità francese e di colore. «Solo un banale, se pur violento diverbio», secondo gli imbarazzati commenti di chi avrebbe assistito alla scena. Sul fatto non c’è una denuncia formale, né tantomeno ufficiale.

Comunque la si guardi, quella che ha visto protagonista suo malgrado la città di confine, da sempre crocevia di popoli e culture diverse, e forse proprio per questo spesso al centro della cronaca, è una gran brutta storia. Perché almeno una cosa è certa: un capotreno francese, donna, è stata costretta da un nutrito gruppo di passeggeri italiani a scendere dal treno sul quale avrebbe dovuto prestare regolarmente servizio. E a cedere il posto ad un sostituto, subito inviato dalle Sncf, le ferrovie francesi, per sostituirla. Dalla stessa direzione di Nizza, avvisata dell’episodio grazie ad una denuncia della Cgt, uno dei principali sindacati dei ferrovieri francesi, fanno sapere che avvieranno un’inchiesta. E sono pronti a difendere e tutelare il capotreno discriminato con ogni mezzo.

L’episodio risale alla scorsa settimana, ma è diventato di dominio pubblico solo nelle scorse ore, sulla scia della denuncia presentata dal sindacato francese, che parla senza mezzi termini di “razzismo”. La cosa certa è che quando il 13 settembre scorso, alle 22 circa, un convoglio di pellegrini di Milano diretto a Lourdes si è fermato, come accade per centinaia di viaggi come questo, alla stazione ferroviaria di Ventimiglia, qualcosa non è andato per il verso giusto. La donna doveva subentrare nella direzione del convoglio per i controlli di routine. E accompagnare i passeggeri lungo il tratto francese.

Il capotreno è salito sul convoglio ma ne è scesa subito, sconvolta: «La donna – hanno spiegato ieri dagli uffici ventimigliesi della Sncf, le ferrovie francesi – ha detto che i passeggeri non la volevano perché nera. È subito risalita su un altro vagone dove a quanto pare è stata nuovamente aggredita a male parole. A questo punto ha chiamato la direzione di Nizza e ha chiesto un sostituto».

Da Ventimiglia, i ferrovieri francesi hanno riferito alcuni particolari: «Io sul quel treno non salgo più», avrebbe detto la donna gettando la spugna, offesa ed umiliata. «Quelli sono un branco di razzisti».

Da parte italiana, circola una versione diversa. «Noi – spiegano alla Polfer – non abbiamo ricevuto nessuna denuncia. Non c’è nulla di concreto. Ovviamente siamo a disposizione».

La versione ventimigliese è più soft della precedente. In sostanza la donna avrebbe avuto un diverbio in quanto sprovvista del tesserino identificativo. E dopo una discussione avrebbe preferito lasciare ad altri il lavoro di controllo e verifica.

Secondo quanto spiegato da Massimiliano Fiore dell’Unitalsi, associazione leader nell’organizzazione dei viaggi a Lourdes, ma assolutamente estranea al viaggio della discordia, il problema potrebbe forse essere nato con alcuni “controllori” volontari che vengono incaricati di verificare chi sale e scende sui vagoni: «Abbiamo organizzato centinaia di pellegrinaggi a Lourdes e non abbiamo mai avuto problemi. Quello che posso dire è che è normale che si verifichi l’identità di chi sale sui vagoni dove viaggiano malati e disabili, in quanto ci è capitato di incontrare malintenzionati».

«Se quanto denunciato dai sindacati francesi è vero – taglia corto il consigliere regionale Sergio Scibilia del Pd – si tratta di un episodio gravissimo. Per quanto mi riguarda chiedo scusa al capotreno da parte della Regione Liguria. Non vorrei che noi italiani finissimo per farci conoscere in Francia per episodi come questo».

Avviso: Le pubblicità che appaiono in pagina sono gestite automaticamente da Google e sono necessarie a poter mantenere gratuite queste pagine. Pur avendo messo tutti i filtri necessari, potrebbe capitare di trovare qualche banner che desta perplessità. Nel caso, anche se non dipende dalla nostra volontà, ce ne scusiamo con i lettori.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio