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Lourdes – Anteprima al Colosseo

Cronaca di un miracolo. Per riflettere
«Lourdes» di Jessica Hausner: uno sguardo sul mondo religioso, fra riti e pellegrini, e una sorta di gossip – Guarda il trailer Italiano

Gli scrittori, parola dell’americano Gore Vidal, non solo vogliono il successo, ma esigono l’insuccesso altrui. Il teorema è esportabile dalla vita letteraria a quella sociale e ci torna in mente osservando i pellegrini, ripresi dal vero, che popolano l’intelligente film di Jessica Hausner, la 37enne regista austriaca di «Lourdes», in anteprima per i lettori di ViviMilano lunedì 8 al Colosseo (coupon su ViviMilano cartaceo del 3 febbraio). Anche tra infelici e disabili in gita premio di speranza al famoso santuario, la guarigione forse miracolosa di una ragazza costretta alla sedia a rotelle prigioniera della sclerosi multipla, è occasione di gossip religioso: perché proprio a lei? Nato originariamente come reportage in un luogo sacro della fede, il film è non solo il primo che ha come tema Lourdes e tutto il mondo variopinto che gira intorno al luogo di culto, ma anche uno dei pochi che prende di petto e guarda in faccia la poetica del miracolo con annessi e connessi. E riflettendo sul corpo pensa allo spirito e viceversa.

Probabile che nessuno si dichiari soddisfatto, perché il film non è un’agiografia della fede, né tanto meno una di promozione su Lourdes – su cui fa raccontare una cinica barzelletta – ma neppure si tratta di un pamphlet antireligioso, anche se circola nell’opera, applaudita dal pubblico e dalla critica all’ultimo Festival di Venezia, un’aria cinica alla Bunuel. L’interesse del racconto, di cui non riveliamo il riuscito finale, è proprio nell’osservazione che si tiene neutra su quel mondo popolare del pellegrinaggio e sui rituali cui è sottoposto. Fra i tanti, il bagno in piscina dove si immergono malati di ogni tipo, con un ricambio di acqua al giorno. Accanto alla vena documentaria ben presente, si inserisce una storia con alcuni personaggi, schizzati ma prepotenti, tra cui la giovane malata che seguiamo quasi con occhio fenomenologico (fenomeni, appunto) durante il penoso percorso della sua giornata.

C’è qualcosa che non vorremmo vedere in «Lourdes», quasi ci si ritrae, una vena di imbarazzo e di dolore insieme, come spiassimo un mondo senza averne diritto. L’autrice non giudica, talvolta ironizza sul marketing del «bed and breakfast con miracolo incluso», ma lo sguardo con cui accarezza la malata (Sylvie Testud, un’acrobazia di recitazione accanto al sempre perfetto Bruno Todeschini), è densamente complice. Rispetto a don Luis, già citato, la Hausner non ha quel sarcasmo feroce e costruisce il film con molti silenzi, inquadrature linde e oggettive, rigore minimalista nel trattare la massima questione della fede. Così vengono alla mente cinici del cinema passato, come la Stanwyck dei primi film di Capra o il Lancaster di «Il figlio di Giuda». Ma «Lourdes» dichiara l’impossibilità di un giudizio e la necessità di una speranza anche quando è appesantita dal plusvalore del marketing sul miracolo. Ma la coreografia della vera Lourdes è cinema da memorizzare, finendo nella festa da ballo dove suorine, crocerossine e il bel Cavaliere di Malta, ballano al ritmo di «Felicità» di Al Bano e Romina, vertice dell’umano grottesco.

Anteprima di «Lourdes» di Jessica Hausner. Cinema Colosseo. Viale Montenero 84. Ingresso con invito. Lunedì 8. Ore 21

Maurizio Porro
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