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#Lourdes Intervista al Dr. de Franciscis

Il medico napoletano che a capo del bureau che vaglia i casi inspiegabili: Da quando sono a Lourdes ho accertato tre miracoli. Qui vivo e sto bene: mi sento un uomo felice

Alessandro de Franciscis, napoletano, medico pediatra con master in Epidemiologia all’università di Harvard, diploma in Bioetica alla Cattolica e baccellierato in teologia alla Facoltà teologica di Napoli, da 14 anni vive a Lourdes perchè è il presidente del Bureau des constatations medicales. Qui arrivano tutte le richieste relative a persone che si dichiarano guarite dalla Madonna. Lo abbiamo incontrato nella cittadina mariana, nel corso del pellegrinaggio diocesano organizzato dall’Opan (Opera pellegrinaggi Arcidiocesi di Napoli). E di recente ricopre un alto incarico nell’Ordine di Malta.

Dottor de Franciscis cosa l’ha spinta 14 anni fa a venire a Lourdes, nel bel mezzo di una carriera universitaria e politica?

Per chi come me, arrivato liceale a Lourdes come volontario dell’Unitalsi a 16 anni, e che qui ha deciso di fare Medicina, si anche fidanzato e preso le decisioni pi importanti della vita, stata una scelta naturale. Venivo dall’esperienza non facile di presidente della Provincia di Caserta. Quando l’allora vescovo di Lourdes mi propose l’incarico, ci pensai qualche mese, poi mi dimisi da presidente della Provincia e da docente universitario. Sono stato il primo responsabile non francese dell’ufficio medico di Lourdes.

E possiamo dire che in 14 anni ne ha visti di miracoli o meglio di presunte guarigioni. Quali sono le caratteristiche per definire una guarigione miracolosa?

Secondo quanto stabilito dal cardinale Lambertini, poi diventato Benedetto XIV, i criteri per definire una guarigione miracolosa sono diversi, due attengono alla malattia: ci deve essere una diagnosi certa e una prognosi grave. Quattro aspetti invece riguardano la guarigione che deve risultare: imprevista, istantanea, completa e durevole nel tempo. Esiste poi un ultimo criterio di natura più generale: che essa risulti inspiegabile allo stato delle attuali conoscenze scientifiche.

E poi cosa succede? Una volta che c’è stata l’approvazione da parte della Commissione dei medici che lei presiede?

Dopo un lungo tempo e perizie anche neurologiche e psichiatriche, se ci si rende conto che sussistono tutti i criteri previsti dal testo vigente, si manda l’incartamento al vescovo di Lourdes-Tarbes che lo trasmette al vescovo della persona guarita. Se quest’ultimo ritiene di proseguire l’iter, di andare oltre, allora può costituire una commissione teologica che alla fine stabilirà che c’è stato un intervento divino, una guarigione miracolosa.

Un percorso complesso e articolato, dunque, che fino ad oggi quante guarigioni miracolose ha prodotto?

Dal primo marzo 1858 ad oggi sono solo 70. Prima del Covid avevamo 100 richieste di guarigione all’anno. Di queste il 35% un cancro. Nessuna di queste diventata un’esperienza di guarigione.

Lei quanti miracoli ha accertato?

Da quando sono qui tre, due italiane: Suor Luigina Traverso nel 2012, Danila Castelli nel 2013. E poi l’ultima, Suor Bernadette Moriau nel 2018. Questo un caso che ho seguito personalmente, a partire dal 2009. Quando siamo arrivati alla fine del percorso abbiamo stabilito ed espresso la nostra perizia che poi abbiamo consegnato al vescovo. A luglio del 2009, suor Bernadette bussò alla mia porta e mi raccontò una storia dolorosa. Di famiglia modesta era suora e diplomata infermiera. La sua sofferenza era cominciata con un’ernia del disco, e due interventi che non avevano risolto nulla. Poi sintomi neurologici, incontinenza. Aveva dolori fortissimi, prendeva morfina da 14 anni, in dosi massicce più volte al giorno. Mi raccontava che era venuta a Lourdes nel 2008 su suggerimento del suo medico. Dopo 4 giorni di pellegrinaggio, era tornata a dimora peggio di prima. Rimase immobilizzata nel letto e dopo tre giorni trovò le sue sorelle inginocchiate davanti al Santissimo Sacramento. Lì avvenne il miracolo. Lei raccontò di aver sentito al suo fianco la presenza di Gesù che l’aiutava a sopportare il dolore e poi di aver sentito una voce che le diceva: “Togli tutti gli apparecchi”. Dopodichè improvvisamente sta bene, guarendo da tutto. Dopo due giorni convocai la Commissione e incominciammo da medici a studiare la guarigione miracolosa da Sindrome della cauda equina , questa era la sua malattia. Quando siamo arrivati alla fine del percorso, nel 2016 abbiamo stabilito che la guarigione era inspiegabile. Noi avevamo esaurito il nostro compito avevamo espresso parere favorevole sulla guarigione miracolosa.

Ricorda qualche caso particolarmente controverso?

Ogni storia che ci viene presentata sempre meravigliosa, frutto della fede. E per tutte c’è lo stesso impegno e coinvolgimento. Nella mia esperienza a Lourdes in questi anni sia come medico che come uomo di fede, ho compreso fino in fondo che ogni vita umana ha uno straordinario valore.

Perchè ogni anno migliaia di persone vengono a Lourdes, soprattutto i malati?

Lourdes non è una clinica, non è un ospedale, anzi da questo punto di vista possiamo dire che è un fallimento se ha prodotto solo 70 miracoli. Questo un luogo di amicizia, dove nascono vocazioni, dove avviene la guarigione del cuore ed è questo il vero miracolo che avviene continuamente e senza spettacolarizzazioni.

Come fa da medico a quindi da uomo di scienza ad accettare che esista l’intervento divino nella guarigione?

Sia la scienza che il Vangelo hanno lo stesso fine: la ricerca della verità. Credo che non si possa entrare nella libertà di Dio. Come uomo di Dio e come medico non trovo niente di strano a riconoscere che certi fenomeni sono inspiegabili, secondo le attuali conoscenze.

Da pochi giorni è stato nominato dal Papa Grande Ospedaliere dell’Ordine di Malta. Di cosa si tratta?

Un incarico provvisorio fino a gennaio 2023 che ho accettato con piacere e che volendo spiegarlo in termini laici mi vede impegnato come ministro della Salute, della Cooperazione e degli Affari sociali, all’interno dell’Ordine. Poi con il nuovo capitolo che decreterà il nuovo governo si vedrà.

Un incarico che non la distoglierà dal suo impegno di medico permanente a Lourdes.

No. La mia vita qui e ci resterò fino alla pensione. A Lourdes sono un uomo felice.

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