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Da Palermo a Lourdes a piedi

Quest’anno ricorre il 154° anniversario dell’apparizione della Madonna a Bernardette Soubirou nella Grotta di Massabielle a Lourdes e ricorrono 54 anni della mia conversione, di cui voglio trasmettere questa testimonianza in tutte le parrocchie.

Mi chiamo Giovanni, ho 82 anni e mi ritengo miracolato, non nel corpo ma nello spirito.

Fino all’età di 27 anni ho vissuto nella tempesta, odiando il mio prossimo, senza fede, senza conoscere Dio, senza amore, il mio cuore era indurito.

Questo mio modo di vivere stava per trascinarmi nell’abisso dell’inferno e la mattina del 28 settembre 1958 ho cercato di togliermi il miglior dono che Dio ci ha donato, la vita, lanciandomi nel vuoto dal quarto piano di uno stabile, riportando gravissime ferite. Alcune persone mi prestarono soccorso e mi portarono in ospedale.

Rimasi diversi giorni in coma; al mio risveglio un Frate Cappuccino che trascorreva il suo tempo libero a curare l’anima degli ammalati, che ne ha più bisogno del corpo, si avvicinò al mio letto per parlarmi di Dio, ma io lo respinsi. Lui tornò diverse volte, finchè accettai la sua presenza. Mi parlava sempre di Dio, del Creato, della Vergine Immacolata.

Così avvenne il miracolo della mia conversione. Con grande umiltà ho perdonato tutti coloro che mi avevano fatto del male, ho chiesto perdono a Dio dei miei peccati e per la prima volta mi confessai e feci la comunione.

Il Frate Cappuccino veniva a trovarmi spesso, mi leggeva e spiegava il Vangelo; la mia fede si fece più viva, quando un giorno mi parlò delle 18 apparizioni della Madonna a Lourdes e dei suoi miracoli. Io non sapevo che da Palermo, mia città natale, Lourdes distava circa 3000 chilometri, ma feci una promessa: se fossi guarito e fossi riuscito a camminare come prima dell’incidente, mi sarei recato a Lourdes a piedi.

Dopo otto mesi circa sono guarito. Durante la mia malattia il mio pensiero era sempre rivolto alla Madonna di Lourdes. Parenti, amici e conoscenti erano contrari a questa mia scelta, ma io volli mantenere la mia promessa: mi sono costruito una grande croce di legno alta 2 metri e 35 centimetri e la mattina del 15 maggio 1959 mi recai alla parrocchia Maria SS. Consolatrice, dove il parroco Padre Mazzola ha benedetto la Croce, affidandomi alla Madonnna e a Suo Figlio Gesù.

Con uno zaino e la Croce in spalla mi misi in cammino attraversando tutta l’Italia e la Francia. Il viaggio fu duro: ho dormito all’addiaccio, in case di persone che mi ospitavano, nei conventi, nelle grotte, superando difficoltà di ogni genere. Sono stato anche schiaffeggiato, ma con la volontà e la fede che mi sostenevano, la mattina del 10 agosto 1959 ho potuto inginocchiarmi nella Grotta dell’Apparizione, davanti alla Madonna a pregare e ringraziare Dio e la Santa Vergine per la grazia della mia conversione. Lì ho pregato per tutti coloro che mi hanno reso il cammino difficile, per la conversione dei non credenti, per la vocazione dei sacerdoti e per la pace del mondo.

Quando ho finito di pregare, mi sono guardato attorno e nel vedere tutti quei fratelli ammalati, sofferenti, disabili, in ogni fratello ho incontrato il volto di Cristo e ho capito che dinanzi alle loro sofferenze, le mie sono state delle dolci carezze.

La Croce che ho portato in spalla mi è servita perché durante il mio cammino la gente si accorgesse non di me, ma del mio gesto e far comprendere che la vita è un grande dono che Dio ci ha donato e noi abbiamo il dovere di custodirla, non di togliercela, né toglierla agli altri.

Il mio pellegrinaggio è stato anche un messaggio a tutti i capi di governo dei paesi dove vige la pena di morte, perché venga abolita, messaggio alle organizzazioni criminali, agli spacciatori di droga venditori di morte, a tutti coloro che uccidono e a tutti coloro che sono favorevoli all’aborto, perché il Signore li illumini a comprendere i veri valori della vita.

(Giovanni Azzara) («L’Ora», 14 maggio 1959)

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