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Michele Ferrero un successo grazie a Lourdes

E’ morto Michele Ferrero: “Il segreto del successo? La Madonna di Lourdes”
Protagonista assoluto della storia dell’industria, uomo rigoroso e di fede

E’ morto sabato pomeriggio a Montecarlo, dopo mesi di malattia, Michele Ferrero, 89 anni, papà della Nutella, ma anche del Mon Cheri, del Kinder, del Rocher, della Fiesta, del Pocket Coffee e di tutti i prodotti che hanno scandito l’affermazione dell’azienda nata ad Alba nel 1946.

Come disse Michele Ferrero alle celebrazioni per il cinquantenario della fondazione dell’azienda: “Il successo della Ferrero lo dobbiamo alla Madonna di Lourdes, senza di Lei noi possiamo poco”. E infatti una statuina della Madonna era presente in ognuno degli stabilimenti del gruppo sparsi per il mondo.

Michele Ferrero, infatti, era la persona più ricca del Paese con un patrimonio di 26,8 miliardi di dollari e uomo dotato di una fede granitica. Una vita la sua lontana dai rifletterori con pochi appigli per una storia romanzata. Ogni anno andava in pellegrinaggio a Lourdes portando con sé i top manager e organizzava la visita al santuario francese anche per i dipendenti.

Aveva costuito il suo impero valorizzando il meglio dell’Italia con prodotti di qualità e capacità di innovazione. Ma il suo talento più raro stava nel saper coinvolgere i collaboratori e nel mostrare una particolare attenzione verso i dipendenti nell’addestrarli, valorizzarli (Il Giornale, 15 febbraio). “La mia unica preoccupazione – disse una volta – è che l’azienda sia sempre più solida e forte per garantire a tutti coloro che ci lavorano un posto sicuro” (La Stampa, 25 giugno 2006)

E sotto la sua direzione l’azienda della Nutella è diventata uno dei principali gruppi dolciari a livello mondiale, presente in 53 Paesi con oltre 34.000 collaboratori e 20 stabilimenti produttivi e 9 aziende agricole. E sempre per suo volere nacque, nel 1983, la Fondazione Ferrero, che oltre ad occuparsi degli ex dipendenti promuove iniziative culturali e artistiche con il motto “Lavorare, creare, donare” (Avvenire, 15 febbraio).

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