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#Lourdes Il male non può vincere

Il male non può vincere e il segno della grotta

Eravamo lì, quando il tranquillo fiume Gave che silenziosamente passa davanti alla grotta di Massabielle è esondato. Un fenomeno che si è ripetuto a distanza di qualche anno, che ha fatto pensare al peggio ai cittadini e i pellegrini che si trovavano a Lourdes nei giorni scorsi. Ma il fiume, anche questa volta, non ha vinto. L’acqua del turbamento e delle paure che tante volte travolge il cuore e la vita, il male e il peccato che cercano di stritolare l’umanità, si è nuovamente infranto contro lo scoglio della materna presenza di Maria. Ai piedi della Vergine l’impeto del fiume di fango si è placato ed ancora una volta si è trasformato in occasione grazia e benedizione. Felice colpa ci farebbe cantare ancora la liturgia, interpretando in quel fango la miseria del nostro peccato che ci travolge. Ma nelle ore dell’inondazione della parte bassa del Santuario e della grotta, una generale tranquillità regnava negli altri luoghi santi. I pellegrini hanno continuato a pregare, a confessarsi, a celebrare, si respirava una aria di grande fiducia, certi che dopo la tempesta c’è sempre il sole. La struttura di emergenza del Santuario ha provveduto in poche ore alla pulizia delle zone invase dal fango e dall’acqua che aveva raggiunto la grotta. Poi la riapertura e tutti i pellegrini sono letteralmente corsi ai piedi della madre: malati, volontari, sacerdoti e religiosi. Il segno di Lourdes è l’acqua. Ed essa continua a parlare il simbolico linguaggio dei segni. Anche in questi eventi naturali si può cogliere e spiegare la ricerca affannosa della sorgente alla quale bere l’acqua fresca del Vangelo, il desiderio di una maternità e di una presenza che “schiaccia” il male e abbraccia il discepolo. Da Lourdes Maria continua a parlare; dalla silenziosa grotta della pietra nera si ode una parola di consolazione per l’umanità che troppo spesso si sente travolta dai fiumi impetuosi della malattia, del peccato, delle guerre e delle ingiustizie. E la mamma parla con amorevole tenerezza, infondendo speranza, ricordando che i fiumi non possono travolgere l’amore ne spegnerlo. Le minacciose nubi si apriranno dando spazio alla luminosa aurora di pace se siamo disponibili ad aprire il nostro cuore a Cristo suo figlio come ci ha detto dall’alto della croce.

Enzo Gabrieli per SIR

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