Appuntamento con Rita Coruzzi
Appuntamento a San Giacomo con Rita Coruzzi
La giovane racconta la sua esperienza tra fede e sfide
Venerdì 11 febbraio prossimo sarà la 19ª giornata mondiale del malato voluta da Giovanni Paolo II fin dal 1993. Vorrei presentarvi brevemente la persona che incontreremo alla sera (alle 20.30) nella chiesa di San Giacomo a Lugo.
È una piccola grande donna che ho potuto conoscere attraverso i suoi libri e personalmente durante vari pellegrinaggi a Lourdes.
Cosa ha di particolare? Perché l’abbiamo invitata?
Rita Coruzzi (foto) nasce a Reggio Emilia nel 1986 in seguito ad un parto prematuro che le lascia dei segni nel corpo e principalmente nella difficoltà a camminare, ma non scalfisce minimamente la sua vivida intelligenza e la sua grandissima volontà.
I suoi primi anni di vita trascorrono tra le impegnative e continue sedute di riabilitazione, che però non danno i risultati sperati.
All’età di dieci anni subisce un intervento chirurgico che si preannuncia risolutivo e che Rita affronta con coraggio e tanta speranza di poter finalmente camminare e correre come tutti i suoi amici.
Al risveglio i medici le dicono, in un modo anche un pò brutale, che non potrà camminare mai più.
Comprensibilmente Rita si arrabbia moltissimo, specialmente con Dio stesso a cui rivolge domande sul perché di questa svolta nella sua vita: domande che non trovano al momento risposta.
La prospettiva di dover continuare la sua vita inchiodata ad una carrozzina la terrorizza e la fa sentire inutile.
Continua la scuola e dopo le medie si iscrive al liceo classico che frequenta con ottimo profitto.
Dopo quattro anni dall’intervento chirurgico, il sacerdote suo insegnante di religione la invita a partecipare al pellegrinaggio a Lourdes con l’Unitalsi: le si apre davanti un nuovo mondo, ritrova la fede e la voglia di vivere.
Oggi è laureata e sta facendo la specializzazione in giornalismo. Ha scritto già sette libri, collabora con l’Osservatore Romano e i periodici nazionale e regionale dell’Unitalsi e gira l’Italia a raccontare la sua esperienza e a riempire di gioia di vivere i giovani che incontra. Sogna di fare la giornalista. Le domande che un tempo non trovavano risposta, ora l’hanno trovata nell’accettazione della volontà di Dio su di lei: una accettazione attiva, non passiva, che le consente di testimoniare con forza l’amore che Dio ha avuto e continua ad avere per lei.
La carrozzina che un tempo le sembrava una prigione oggi è diventata (sono parole sue) la sua maestra di vita.
In tutte queste vicende ha avuto al suo fianco persone fondamentali per la sua crescita umana e cristiana: la nonna, che oggi non c’è più ma della quale mantiene un ricordo vivo e riconoscente, e la mamma che non l’ha mai lasciata un attimo, l’ha sempre spronata a ricercare la volontà di Dio e a sentirsi come gli altri e che l’accompagna sempre nei suoi viaggi di testimonianza e nei pellegrinaggi.
Avremo il piacere di incontrare questa piccola grande donna: l’invito è per tutti, in particolar modo per i giovani che avranno l’opportunità di ascoltarla ma anche di incontrala, di farle domande e porre le loro osservazioni.
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