Stampa

A Lourdes dove il Cielo è in una grotta

Enrico Gotti
Sopra la grotta delle apparizioni di Lourdes è stata costruita una basilica. E’ tanto grande che ti chiedi come possa reggersi in piedi. Quando di notte si spegne la luce che la illumina, rimangono solo le fiamme delle candele. E il silenzio. I pellegrini arrivati da Parma sono 75. C’è chi si sveglia alle cinque per pregare, ci sono i mariti convinti al viaggio dalle mogli, e poi c’è chi non va a messa tutti i giorni ma è venuto perché l’aveva promesso, quando pregava per un miracolo.


Laura, 29 anni, è tra questi ultimi. Appena arrivata, si è ritrovata a vegliare la statua della Madonna di Lourdes, con la fiaccola in mano, davanti a migliaia di persone: «Mi ha sconvolto. Ho pianto. Ero pietrificata. Quando ho visto la fila di carrozzine davanti a me, mi sono messa a piangere. Ho pensato a mio padre, che era a casa, in carrozzina: è stata l’esperienza più forte della mia vita».

Il viaggio è organizzato dal gruppo Baia di Luna in collaborazione con l’Opera romana pellegrinaggi. Don Paolo Pietschmann, un padovano di casa a Roma, è la guida spirituale. È stato 45 volte a Lourdes, ma questa è la prima  in cui il suo gruppo viene scelto per la presidenza della fiaccolata,  per guidare la fila interminabile di fedeli, che si muove ordinata e silenziosa, con le candele in mano, fino alla basilica. «Ti senti parte di qualcosa di più grande» dice Fabio Sirocchi, responsabile della comunicazione per Baia di Luna, alla fine della fiaccolata, dopo aver sorretto la statua della Madonna di Lourdes. La processione è studiata nei minimi dettagli e ripetuta ogni giorno. Ogni volta c’è un popolo che si unisce senza bisogno di parlarsi.

«Che tu sia credente o no, è un’esperienza che ti resta dentro» dice Alessandro Vezzani, che fa parte del gruppo di parmigiani che ha portato la croce e la statua nella fiaccolata. «Ciò che mi ha emozionata di più – dice Carla – è stato vedere gli ammalati, ognuno seguito da una persona». Tullio Vaga è il responsabile del Cral dipendenti Sanità. «E’ il terzo anno che veniamo a Lourdes – dice -. Eravamo sette-otto nel 2007, oggi siamo 38, tra medici, personale amministrativo, infermieri. La processione è una cosa inimmaginabile, sono rimasto esterrefatto».

Luigi Bevini, ex caporeparto al Maggiore, è un altro che ha portato la statua della Madonna: «Ci siamo resi conto, arrivando sulla facciata della basilica e guardando indietro, della vastità della folla, da tutta Europa». «Io di solito rifuggo le cerimonie di massa – dice Maria Majori, medico dell’ospedale di Parma – ma la fiaccolata è stata commovente». «Un’esperienza collettiva molto forte – dice Rita -, don Paolo ha un grande carisma. Una fiaccolata del genere non l’ho mai fatta. Sono stata ad Assisi, ma non ho provato la stessa sensazione».

I parmigiani sono arrivati a Lourdes  con un volo speciale che ha trasportato anche una trentina di fedeli partiti da Roma. Nella comitiva c’era una nutrita «delegazione» di fedeli della parrocchia di San Marco di Parma. Luigi Olivieri, dirigente della Chiesi Farmaceutici, è uno di questi. «E’ la quarta volta che veniamo – dice  -. Non è un viaggio da turisti. Soprattutto ti fa riflettere vedere un migliaio di persone, che spinge i malati nelle carrozzine.

A Lourdes vivi un momento di spiritualità che è molto difficile vivere da altre parti».

Avviso: Le pubblicità che appaiono in pagina sono gestite automaticamente da Google e sono necessarie a poter mantenere gratuite queste pagine. Pur avendo messo tutti i filtri necessari, potrebbe capitare di trovare qualche banner che desta perplessità. Nel caso, anche se non dipende dalla nostra volontà, ce ne scusiamo con i lettori.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio