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Discorso Papa Francesco per Unitalsi

Il Papa ha ricevuto oggi nell’Aula Paolo VI in Vaticano circa 7mila fedeli partecipanti al pellegrinaggio dell’UNITALSI (Unione Nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e Santuari internazionali) nel 110° anniversario di fondazione. Nel suo discorso ha salutato tutti “con affetto, specialmente le persone malate e disabili, accompagnate dai volontari, gli assistenti ecclesiastici, i responsabili di sezione e il Presidente nazionale”. La presenza del cardinale De Giorgi, dei Vescovi e personalità istituzionali — ha detto – è segno dell’apprezzamento che l’UNITALSI incontra nella Chiesa e nella società civile”.

“Da 110 anni — ha osservato – la vostra associazione si dedica alle persone ammalate o in condizioni di fragilità, con uno stile tipicamente evangelico. Infatti, la vostra opera non è assistenzialismo o filantropia, ma genuino annuncio del Vangelo della carità, è ministero della consolazione”. E abraccio ha aggiunto: “E questo è grande, eh?, la vostra opera è evangelica, proprio; è il ministero della consolazione”.

Il Papa pensa “ai tanti soci dell’UNITALSI sparsi in tutta Italia: siete uomini e donne, mamme e papà, tanti giovani che, mossi dall’amore per Cristo e sull’esempio del Buon Samaritano, di fronte alla sofferenza non voltate la faccia dall’altra parte. E questo di non voltare la faccia dall’altra parte è una virtù: andate avanti con questa virtù! Al contrario, cercate sempre di essere sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza. Non scoraggiatevi per le difficoltà e la stanchezza, ma continuate a donare tempo, sorriso e amore ai fratelli e alle sorelle che ne hanno bisogno. Ogni persona malata e fragile possa vedere nel vostro volto il volto di Gesù; e anche voi possiate riconoscere nella persona sofferente la carne di Cristo. I poveri, anche i poveri di salute, sono una ricchezza per la Chiesa; e voi dell’UNITALSI, insieme a tante altre realtà ecclesiali, avete ricevuto il dono e l’impegno di raccogliere questa ricchezza, per aiutare a valorizzarla, non solo per la Chiesa stessa ma per tutta la società”.

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