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Medicina non basta, serve la fede

CITTÀ DEL VATICANO – Contro le malattie non bastano le cure mediche, per quanto avanzate: serve anche la fede. A pochi giorni dalla Giornata mondiale del malato, che ricorrerà sabato prossimo, 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, Benedetto XVI ha voluto ricordare oggi che è la fede «nell’amore di Dio» «la vera risposta che sconfigge radicalmente il male». E ha esortato i giovani, in occasione della giornata per la Vita promossa dalla Cei, a essere sempre aperti all’«accoglienza» e al «servizio» alla vita. All’Angelus in una piazza San Pietro ancora incorniciata di ghiaccio e neve, ma in gran parte ripulita dagli efficienti servizi vaticani, il Papa ha commentato i passi evangelici su Gesù che guarisce i malati ricordando che «la liberazione da malattie e infermità di ogni genere costituì, insieme con la predicazione, la principale attività di Gesù nella sua vita pubblica». E ha sottolineato che, in effetti, «le malattie sono un segno dell’azione del Male nel mondo e nell’uomo, mentre le guarigioni dimostrano che il Regno di Dio è vicino».
In ogni caso, secondo Ratzinger, «la malattia è una condizione tipicamente umana, in cui sperimentiamo fortemente che non siamo autosufficienti, ma abbiamo bisogno degli altri». Con un «paradosso», il Papa ha spiegato anche che «la malattia può essere un momento salutare in cui si può sperimentate l’attenzione degli altri e donare attenzione agli altri», anche se «essa è pur sempre una prova», che «può diventare anche lunga e difficile».
«Quando la guarigione non arriva e le sofferenze si prolungano – ha rimarcato il Pontefice – possiamo rimanere come schiacciati, isolati, e allora la nostra esistenza si deprime e si disumanizza». A questo «attacco del Male» occorre reagire «certamente con le cure appropriate», e a tale proposito «la medicina in questi decenni ha fatto passi da gigante». Ma secondo il Papa «c’è un atteggiamento decisivo e di fondo con cui affrontare la malattia ed è quello della fede». In particolare la fede «nell’amore di Dio, che è «la vera risposta che sconfigge radicalmente il Male».
«Come Gesù ha affrontato il Maligno con la forza dell’amore che gli veniva dal Padre, così anche noi possiamo affrontare e vincere la prova della malattia tenendo il cuore immerso nell’amore di Dio», ha aggiunto il Papa. Tuttavia, ha concluso, «nella malattia, abbiamo tutti bisogno di calore umano: per confortare una persona malata, più che le parole, conta la vicinanza sincera». Parlando poi dell’odierna giornata per la Vita, celebrazione della Chiesa italiana «iniziata per difendere la vita nascente e poi estesa a tutte le fasi e le condizioni dell’esistenza umana», Benedetto XVI si è soffermato sul messaggio con cui quest’anno i vescovi hanno proposto il tema «Giovani aperti alla vita».
«Mi associo – ha detto – ai pastori della Chiesa in Italia nell’affermare che la vera giovinezza si realizza nell’accoglienza, nell’amore e nel servizio alla vita».

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