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Da Isola Fossara a Lourdes

0-raffaele_e_oana_p2pSarà la protagonista (ma ancora non lo sa) di un viaggio personale. Ma anche di una vera e propria impresa. Oana è una cavalla nata a Isola Fossara (Scheggia e Pascelupo) e in questi giorni si sta preparando a partire per un viaggio che la porterà a Fatima, Lourdes e Santiago di Compostela. Sono 3.900 circa, da compiere in almeno sei mesi di viaggio, i chilometri prima sul sentiero Italia fino alle Alpi e poi sul Cammino di Santiago di Compostela, che la cavalla di otto anni affronterà assieme a Raffaele Pierotti, 45 anni di Ca’ Rio di Cagli.

Oana, un sacco a pelo e il Vangelo, saranno gli unici compagni di Raffaele, in un viaggio programmato dal 2003. Pierotti, allora, aveva un maneggio, arrivato a contare 80 cavalli, compresi alcuni da gara. Di quel maneggio ora, dopo 22 anni di attività, restano una manciata di cavalli. “Il turismo equestre è cambiato – spiega Pierotti -. A parte un paio di mesi in inverno, noi lavoravamo tanto, con i gruppi e con la costa in particolare”. Se la partecipazione alle gare (Pierotti ha disputato, tra l’altro, sette mondiali) è stata più una questione di prestigio, il centro ippico Università di San Bartolomeo in Drogo è ancora un punto di riferimento per le escursioni su un territorio che offre, tra l’altro, la riserva del Furlo. “I turisti non ci sono quando piove, le tasse sono aumentate – spiega – e gestire il centro ippico è diventato sempre più difficile. Così ho deciso di chiudere e approfitto per partire”. Pierotti non è nuovo ad avventure del genere: nel 2000 era arrivato nella terra di padre Pio.

“Prevedo di muovermi per 8 ore al giorno, metà a piedi, l’altra metà a cavallo. Forse ci metterò di più – chiarisce – perché mi accorgo di stancarmi più di prima mentre sono in sella e non so ancora come reagirà Oana: finora non è mai uscita di casa. Vede che la preparo in modo diverso dal solito, in questi giorni, ma non sa ancora cosa l’aspetta”.

Sarà, infatti Oana, la cavalla addestrata proprio da Raffaele a portare le provviste di cibo e tutto il necessario per il viaggio, compreso un telefono cellulare che si ricarica con l’energia solare e che sarà l’unico contatto con casa. Dove restano fratello, sorella, babbo e una mamma che già piange tutti i giorni. “Non sono un praticante – spiega Pierotti – ma questi luoghi sono carichi di spiritualità. Avrei potuto arrivarci a piedi o in aereo, ma per me, che ho sempre ricoperto ruoli in Federazione, il cavallo è stato il mezzo naturale da scegliere, anche se rende tutto più difficile: deve mangiare molto e non posso lasciarla mai sola. Ma se fosse facile, che pellegrino sarei?”. 

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