La scienza non sa spiegare il caso della donna guarita a Lourdes
Visitata questa mattina alle molinette – ERA AFFETTA DA SLA
La scienza non sa spiegare il caso della donna guarita a Lourdes
Il neurologo che ha il cura Antonietta Raco da anni: è una malattia che può rallentare o al massimo fermarsi, mai visti casi di miglioramento
«Non è spiegabile con i mezzi di cui scientificamente dispongo». Così il neurologo Adriano Chiò delle Molinette di Torino, ha commentato l’improvviso miglioramento delle condizioni di Antonietta Raco, 50 anni, la donna lucana che, affetta da Sla, ha ripreso a camminare dopo un pellegrinaggio al santuario di Lourdes. Il medico, che ha in cura la signora dal 2006, ha continuato: «A giugno, quando ho visitato l’ho visitata, non era in grado di camminare, ma solo di sollevarsi dalla sedia a rotelle e stare in piedi con un appoggio. Ora cammina normalmente e senza stancarsi e le è rimasto solo un leggero disturbo alla gamba sinistra, da cui era partito il male. Non ho mai osservato una situazione del genere in malati di Sla. La diagnosi era inequivocabile: la signora aveva una forma di Sla a lenta evoluzione. Una malattia che può rallentare e al massimo fermarsi, ma che non crediamo possibile che migliori, perchè intacca i neuroni irreversibilmente».«È un fenomeno che io stesso impiegherò del tempo a elaborare. Abbiamo disposto che vengano ripetuti alcuni esami che la signora ha effettuato in Basilicata – ha continuato il medico – come la spirometria, l’elettromiografia, gli studi dei potenziali evocati. Ma quello che abbiamo visto per ora è una regressione della malattia, che scientificamente crediamo impossibile in pazienti affetti da Sla».Il neurologo, restio a usare il termine «miracolo», sottolinea che quella di stamattina «è stata una visita di controllo programmata da tempo. Stenderò una relazione clinica come al solito, ma non era una visita per accertare un miracolo. Di questo si occupano le autorità ecclesiastiche».
«E’ come vincere al Superenalotto»
«Un grande sconvolgimento, come può essere una vincita al Superenalotto: gioia, sì, ma anche spaesamento, incredulità e un senso di vergogna»: queste, secondo la psicologa Enza Mastro dell’Associazione piemontese per l’assistenza alla Sla, sono le reazioni più probabili di Antonietta.
«I protagonisti di questi eventi fortunati e inspiegabili – continua la psicologa, che è stata presente durante tutta la visita neurologica di questa mattina – hanno spesso un senso di vergogna rispetto a chi non ha ricevuto altrettanto, e sono riluttanti a uscire e farsi vedere». Come la maxi-vincita al Superenalotto, quindi, «anche questa è un’emozione complessa che ci vuole tempo per gestire. Importantissimi sono gli affetti e le sicurezze di tutti i giorni: la signora ha quattro figli e una famiglia solida di cui le farà bene occuparsi, e poi ha molta fede, fondamentale per proteggersi in casi come questo».
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