Lourdes 2010 – le testimonianze da Trieste
Anche quest’anno si è svolto felicemente il tradizionale pellegrinaggio dell’Unitalsi a Lourdes. Di quest’esperienza di fede e di cammino parlano alcuni dei partecipanti all’edizione 2010. Di seguito pubblichiamo le loro testimonianze.
Vado a Lourdes da una decina di anni. Ho cominciato da quando sono diventato pensionato. All’inizio pensavo che il mettersi al servizio degli altri fosse facile. Ma mi sono accorto ben presto che così non è. Ho compreso che non è agevole abbandonare il proprio carattere, la propria impulsività, i propri pregiudizi verso coloro che non si comportano secondo la visione che abbiamo abitualmente delle cose.
Ricordo un anno in cui ho ricevuto una grande lezione che mi ha insegnato a non giudicare mai gli altri … che poi non è nulla di nuovo di quanto è già detto nel Vangelo.
In quell’anno tra gli ammalati in carrozzella c’era una ragazza che a mio parere si comportava, nonostante la sua grave infermità, in maniera assurdamente prepotente, facendo quasi sfoggio della sua condizione, quasi aggredendo la maggior parte di quanti le si avvicinavano e non l’assecondavano: ed io cercavo di evitarla.
La Provvidenza ha voluto che durante il viaggio di ritorno io mi trovassi vicino a lei nel momento in cui il nostro vescovo transitava nel treno per salutare gli ammalati e i pellegrini. Quando si è avvicinato a lei io ho avuto un brivido pensando: chissà cosa combina ora!
Il vescovo le ha porto la mano benedicente e questa povera donna l’ha presa ed è scoppiata in un pianto dirotto e convulso, baciando le mani del vescovo, bagnandole con le sue lacrime, singhiozzando senza potersi fermare. Solo allora ho compreso tutta la sofferenza di quella donna, tutta la sua angoscia nascosta da un comportamento che altro non era che un desiderio di amore e comprensione. Pure io ho pianto e mi sono vergognato dei miei giudizi.
Gianfranco Fucci
Tutto il mio amore per la piccola Marina, con i suoi meravigliosi occhi che non vedono. Lei giocava con il suo ventaglio e con accanto il suo caro fratellino, e la “sorella” Liliana ha intavolato un discorso con la piccola creatura. Parlavano di papere, paperette (insomma di papirologia!) quando mi sono inserito io ricordando nonna papera, che la piccola non conosceva; piuttosto era incuriosita della mia presenza e mi sono presentato, tendendole la mano, come il “vicecapo” e Marina annuiva (infatti io mi sono autonominato vice di Tullio, gran cerimoniere). Entrambi avevamo gli occhi lucidi parlando con la piccola, con il suo fratellino e suo padre, tanto premurosi verso la bambina. Cara Marina, accetta tutto l’amore e le preghiere di due nonni barellieri, della “sorella” Liliana e di tutti gli amici dell’Unitalsi.
Tutto il mio amore per Manuela, che non può parlare, ma si esprime con i suoi occhi bellissimi. Quest’anno mi sono fatto più ardito e le ho mandato i bacini, sempre con il mio amico Tullio; e lei, incoraggiata dalla sua meravigliosa mamma, mi rispondeva dolcemente con gli occhi. Manuela, preghiamo che i cuori di Gesù e Maria guariscano le tue ferite e diano sostegno e conforto alla tua diletta mamma che sempre ti è vicina.
Tutto il mio amore per i piccoli malati che ho visto all’Adorazione solenne presso la grande basilica sotterranea. Come non commuoversi vedendo i genitori dei bambini inginocchiati, quasi aggrappati alle carrozzelle dei loro figlioli, con il Rosario in mano? Anche a voi tutto il nostro amore e le nostre preghiere e che le carezze di Gesù e della sua Mamma guariscano i vostri mali e siano balsamo per le vostre sofferenze.
Nicolò Molea
Di esperienze belle nella vita se ne fanno tante e ognuna di esse ha un posto speciale nel cuore di chi la vive; ma l’esperienza del pellegrinaggio a Lourdes non è solo un’esperienza, è un frammento di vita, che diventa anche il metro con cui misurare ogni passo, ogni gesto, cioè il modo di essere e di vivere da cristiani.
Vorrei sottolineare che per me sacerdote il pellegrinaggio a Lourdes è stato un momento significativo del mio ministero e che ha lasciato in me un segno indelebile come guida spirituale e nella testimonianza di servizio di tutti i volontari, dal più piccolo al più grande.
È passata una settimana dal ritorno da Lourdes, ma resta ancora vivo l’incontro con la Vergine, i tanti momenti personali di preghiera alla Grotta di Massabielle, le celebrazioni vissute, i percorsi compiuti sui passi di Bernadette. E poi la preghiera del Rosario, recitato insieme al vescovo, ai sacerdoti, con tutti i volontari ed in particolare con i giovani che hanno impreziosito il pellegrinaggio con il loro servizio ed il loro entusiasmo.
L’esperienza del pellegrinaggio a Lourdes ci aiuta ad interpretare il progetto di Dio, a guardare con gli occhi del cuore ogni fratello, e particolarmente chi soffre, accorgendoci che nessuno è un caso ma che tutti facciamo parte della sofferenza redentrice di Gesù che parte dalla sua croce e salva l’umanità. In questo caso il miglior modo di essere felici è di fare la felicità degli altri.
Grato agli ammalati, alla famiglia unitalsiana di Trieste e al suo Presidente. Buona estate!
padre Silvio Alaimo sj
Mi chiamo Liliana e da anni insieme a mio marito Paolo vado a Lourdes, rispettivamente come sorella e come barelliere. Facciamo parte dell’Unitalsi che si occupa di volontariato verso gli ammalati, principalmente dell’assistenza nei pellegrinaggi, soprattutto a Lourdes, ma anche a Loreto, Fatima e Terra Santa; ci sono inoltre alcune manifestazioni importanti, incontri conviviali e i giovedì dell’amicizia.
Il nostro arcivescovo Giampaolo Crepaldi, che ha condiviso con noi il pellegrinaggio a Lourdes, si è molto compiaciuto delle attività di questa associazione e dell’amicizia che esiste tra i barellieri e le sorelle con gli ammalati.
Ora torno alle mie emozioni di viaggio. Quando scendo dal treno violetto insieme agli ammalati e ai pellegrini, mi si apre il cuore di gioia e mi sembra che la luce di Lourdes sia diversa, anche se, come quest’anno, abbiamo trovato un po’ di pioggia. È sicuramente la felicità di tornare dalla nostra grande Madre Maria, di portare al suo cospetto tutte le nostre ansie, le nostre paure del vivere quotidiano, di sentirci rincuorati e rassicurati di non essere mai soli, di sapere che tutte le nostre piccole o grandi difficoltà il Signore già le conosce e che noi dobbiamo affidarci completamente a Lui.
Quando entri nell’area del Santuario è come se fossi nella tua casa e sai che la tua mamma è lì che ti aspetta per abbracciarti e poi sentirti parlare di tutte le cose che vuoi e soprattutto delle cose che ti fanno stare male; e raccontandole a Lei ti senti liberata perché sai che ti dirà sempre la parola giusta per risolvere il tuo magone. L’emozione più forte che ho provato è stato durante la Messa delle undici di sera. Finito il mio turno di servizio al “Salus Infirmorum” ho voluto salutare la Madonnina alla Grotta. C’era un silenzio solenne, tutti noi partecipavamo con devozione alla funzione, il buio ci avvolgeva, l’unica luce era quella delle candele della Grotta. Il cielo era stellato. Alla fine, dopo la benedizione, l’esposizione del Santissimo con il fumo dell’incenso che sprigionava il suo profumo e il rumore del fiume Gave che scorreva vicino. C’era una pace immensa e in questi momenti ti gusti lo stare a tu per tu con il Signore, la Sua Mamma è lì che ti accompagna. È stata una bellissima notte, avrei voluto che non finisse mai, ma la stanchezza fisica ha avuto il sopravvento.
Ad ogni partenza da Lourdes mi ripropongo di ritornare il prossimo anno perché devo dire ancora tante cose alla Madonna; è un appuntamento importante che se Dio vuole cercherò di realizzare. Il ritorno a casa è sempre un po’ traumatico, perché si passa da uno stato di pace beata al caos della vita quotidiana, ma cerco di mettere a frutto tutto il bene che la Madonna mi ha donato. Arrivederci a Lourdes.
Liliana Antolli Valenti
Luogo dell’anima dove senti che puoi affidarti, senza timore, a Dio per mezzo di Maria: ecco cosa è Lourdes, per me. È anche il luogo dove la mia anima ha accolto la certezza che non sono solo e perduto, ma che la mia condizione nel mondo è dono, che anche le mie tribolazioni, le mie amarezze sono seguite, lenite, ascoltate. Che la mia vita ha senso, qualunque sia il mio lavoro, la mia posizione sociale, il mio stato di salute.
Lourdes, nella geografia del mondo, è un piccolo paesino, quasi insignificante nella sua dimensione fisica, ma tanto grande ed accogliente nella geografia dell’anima e, nella mia esperienza di vita spirituale —grazie a Dio da cristiano —, luogo in cui sento di poter guardare da lontano le mie paure ed affidarmi alla Misericordia del Signore per mezzo di Maria, che qui “incontri” nella Grotta in cui è apparsa.
Alla piscina alimentata dall’acqua della fonte che “Aquirò” indicò a Bernadette, nonostante gli amorevoli signori che ti aiutano ad immergerti, ero un po’ rigido, metafora — forse — di ciò che sono nella vita: tendente all’autosufficienza piuttosto che all’affidamento al Signore. Ma lì ho pianto. Mai così tanto in vita mia, confuso per il dono che — nella mia miseria — il Signore, per mezzo di Maria, ha voluto darmi. Sì, darmi, perché lì lo senti solo per te, anche se lo condividi con innumerevoli altre persone. Il “plurale” non ti serve per nasconderti. Lì sei tu e Lei che, in Cristo, ti “rimette a posto” e ti indica la strada.
Addetti alle piscine, barellieri, sorelle, collaboratori Unitalsi, monsignor vescovo, Pastore e Guida del Pellegrinaggio: le intenzioni della preghiera della sera che, in un Mistero del Santo Rosario, grazie a Dio, diciamo io e mamma, da oggi, avranno voi tutti come soggetti, grati come siamo per la bontà che esprimete nel nome del Signore. Queste poche righe sono un piccolo segno di gratitudine a Tullio, Andrea, Diego, Dario, Nicolò, Paolo e mille altri che testimoniano la Fede nell’operosità del loro servizio ai fratelli malati e bisognosi di cure e di amore.
Maria, dono di Cristo all’umanità, prega per noi. Ave, Ave, Ave Maria!
Gaetano Angelo Messina
Il mio disagio, che è anche forse di altri, e le mie domande scandalizzate e arrabbiate che rivolgo verso Dio quando vedo degli innocenti soffrire, vengono forse dal fatto che, se mi immagino in quelle situazioni le giudico come non sopportabili e perciò ingiuste. Poi, nel silenzio e nella preghiera, forse mi è stato detto che in realtà la sofferenza, quella sofferenza, è stata data ad altre persone, non a me, che accettano di portarla o che riescono a portarla. Alcune addirittura si dichiarano entusiaste della vita, di quella vita che vivono nella loro infermità.
È chiaro che questo porta ad interrogarmi sull’essenza, il cuore, il senso della vita. Cosa vale veramente la pena? I miei lamenti per cose che giudico importanti (e per una tale valutazione potrei trovare tanti sostenitori tra amici, parenti, nella società) e che sento mancarmi, sono veramente così importanti e tali da cambiare la vita così come la vorrei? Nello stato di sofferenza, e sofferenza profonda, com’è il mondo? Non sarà che con uno stato di buona salute fisica e di disponibilità di più del necessario certe volte si rischia di vedere il mondo distorto, quando invece ai miei occhi appare nitido? E Gesù, in tutto questo, dov’è? Ovvero: chi è?
Sono carne debole, corruttibile, corrotta. Posso solo essere salvato. Lourdes mi è d’aiuto per prendere coscienza della mia forza, ma anche della mia estrema debolezza. Di toccare con mano, o, meglio, di vedere la sofferenza senza poterla capire, ma accettandola. Di conoscere persone che con la loro esperienza di vita mettono un altro filtro al mio sguardo sulla vita, la cui sofferenza vissuta cerca di dirmi che cos’è … chi è l’Amore, che a volte con fatica ricerco negli istanti della mia vita e che a volte, appunto, si rivela con lampi di accecante commozione e bellezza.
Luca Tomasi
È il diciottesimo pellegrinaggio che compiamo a Lourdes e ogni volta proviamo l’entusiasmo e il palpito dei cuori della “prima volta”. Sentiamo infatti assai forte l’attrazione per la Madonna, per la nostra Mamma celeste, perché essa è il porto sicuro delle tempeste della vita, la medicina della consolazione nei momenti di prova e di sconforto, la gioia vera dell’animo nei giorni sereni.
A Lourdes comprendiamo meglio il significato della Croce, del Segno della Croce, dell’omaggio alla Croce, che significa mettersi alla presenza di Dio, aprirgli il proprio cuore, seguire il suo insegnamento e vivere le situazioni umane alla luce di Cristo. Di conseguenza, con la Croce accanto, tutto appare più sopportabile ed il dolore, pur presente, perde la sua aggressività e noi diventiamo capaci di resistere a situazioni anche molto disagevoli ma senza risentirne. Qui sta il miracolo della Croce! Il valore della Fede in essa!
Crediamo fermamente anzi che la Fede nel Signore, che non abbandona mai — proprio mai — sia il pilastro su cui poggiare la nostra esistenza, soprattutto nei momenti difficili, perché da essa ci arriva il coraggio di non perdere mai la speranza.
Daniela, Anna ed Edoardo Lussa
A Lourdes si sente al calar della sera
un rintocco di campane,
un invito alla preghiera.
Composta si forma l’imponente fiaccolata,
con le candele accese la strada viene illuminata.
Storie segrete, lacrime nascoste, speranze, ne hanno i fedeli
di tutto il mondo,
in queste circostanze. Davanti alla Basilica alla fine,di questo cammino chiara con Dio è la via, si dissolve lentamente nell’aria
il canto alla Madonnina dell’ultima Ave, Ave, Ave Maria …
Grazie di cuore, a voi tutti che ci avete accompagnato, aiutato e spiritualmente guidato!
Ringrazio tutti, anche per avermi dato l’opportunità di essere membro della vostra Associazione Unitalsi.
Lisa Skgart
Sono stato nella Grotta per pregare, ho fatto un giro sul trenino assieme al mio papà e alla mia sorellina, per vedere la graziosa cittadina di Lourdes, e ci siamo divertiti tantissimo. Poi siamo andati dalla Madonnina per chiedere che ci stia vicina col suo sguardo. Abbiamo bevuto l’acqua benedetta. È la prima volta che vengo a Lourdes e spero tanto di tornarci di nuovo: desidero pregare per la mia famiglia e soprattutto per la mia sorellina Marina che ne ha tanto bisogno.
Stefano, 10 anni
Siamo un gruppo di pellegrini ospiti del “Salus Infirmorum”. Abbiamo fraternizzato tra di noi perché ci sentiamo tutti sorretti da un unico spirito. Le preghiere alla Grotta delle Apparizioni sono di incommensurabile bellezza, la Via Crucis commovente e particolarmente sentita. Vivendo per alcuni giorni in comunione di vita e di preghiera, ci siamo accorti che Lourdes ci dona tanta contentezza e serenità, ci rende proprio felici, perché la costante elevazione a Dio ci fa crescere, ci fa compiere un passo in avanti e ci fa capire che la sofferenza ci insegna a vivere meglio con noi stessi e con il prossimo. Grazie, sorelle e barellieri, per la vostra generosità e per il trattamento riservatoci.
Anna, Ernesto, Luciana e Maria Grazia
Ecco le tre inseparabili cugine e contemporaneamente sorelle unitalsiane che si ritrovano anche quest’anno nello stesso pellegrinaggio! Abbiamo cercato di svolgere il servizio con impegno e diligenza per i nostri malati. Rari sono stati i piccoli “intoppi” organizzativi, subito peraltro eliminati con la buona volontà di noi tutte, quasi a gara, e con l’aiuto costante della comune Mamma celeste, sempre col sorriso. Ci siamo accorte che la vicinanza con le persone sofferenti è un incontro diretto col Signore!
Clara, Filomena e Rosi
Mie carissime sorelle e cari barellieri dell’Unitalsi, desidero ringraziarvi vivamente per l’aiuto che mi avete dato durante il mio quinto pellegrinaggio a Lourdes. Mi sento vicina a voi perché siete diventati la mia nuova famiglia. E questo mi spinge ancor di più a desiderare di ritornare tra voi, con gioia e rinnovato coraggio. Il vostro affetto e le vostre preghiere sono per me un balsamo spirituale di grande effetto. Cerco di contraccambiare con tutto il cuore.
Ruzica Pinezic
Abbiamo rivisto la Grotta che è la casa di Maria. E quando si giunge a casa della Mamma ci si sente suoi figli e a Lei si raccontano le traversie della vita per avere consiglio ed aiuto. Tra di noi c’era anche una persona disabile che la nostra premura ha contornato di attenzione; l’abbiamo accompagnata a quasi tutte le funzioni religiose. Tornando ora a casa sentiamo il nostro cuore alleggerito e tranquillo.
Lidia Marangon e il Gruppo di Chioggia
Finalmente il nostro desiderio è stato realizzato! Lourdes è meravigliosa, splendente ed incantevole. L’atmosfera della Grotta è speciale, soprattutto di sera, quando essa assume un aspetto intimo e misterioso, l’aria si fa rarefatta ed il silenzio è assoluto. Ognuno di noi dovrebbe nella vita avere la fortuna e la grazia di poterci venire almeno una volta; e così capirebbe meglio, guardando l’Immacolata, il vero significato della vita e della morte, il perché di questo nostro passaggio sulla terra. Dissetarci alla fonte della fede presso la Grotta è come lasciarci inondare l’animo di tanta quiete e forza per affrontare gli ostacoli della vita. Un grosso ringraziamento e un saluto di tutto cuore al personale dell’Unitalsi. Con affetto.
Elda, Gabriella, Luciana, Renata e Stelia
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