Massimo Giletti i miei viaggi a #Lourdes
Massimo Giletti a Lourdes: «I miei viaggi per assistere i malati»
Il giornalista racconta delle settimane passate ad assistere i pellegrini nell’immersione nelle Piscine con l’acqua santa
È un giornalista competente, che ha un grande seguito. È un uomo apprezzato dalle donne. È una persona dai modi garbati. Ma forse da Massimo Giletti non ti aspetteresti una forte spiritualità. E non solo e non tanto perché si professa cattolico praticante e va a Messa tutte le domeniche, ma perché da sempre sente il bisogno di dare forma alla sua fede. E questa forma si chiama Lourdes. Anni di viaggi, anni di esperienze formative. Proprio l’ultima settimana di luglio è stato nuovamente a Lourdes. Ma facciamo un passo indietro. «Avevo 10 anni – racconta Giletti – quando sono stato lì la prima volta con mia nonna Bianca Maria e mia madre. Che mi dicevano: “Andiamo a Lourdes così cominci a capire chi sono gli invisibili”. Poi sono arrivato e ho capito, forse non subito, non al primo viaggio, ma ho capito che gli invisibili erano tutti coloro che incontravamo nella vita di tutti i giorni e che tutti fanno finta di non vedere. Li ho toccati quegli invisibili, quei malati che era comodo non vedere».
Il giornalista continua per anni quei viaggi fino all’Università, anzi anche dopo. Già lavorava a Mixer con Minoli, era preso dalla sua professione giornalistica che amava profondamente, ma cercava di non rinunciare a Lourdes. Poi, per un po’ di anni smette. Forse perché quella è l’età in cui sei molto concentrato su te stesso, sul tuo futuro. Poi un nuovo incontro, forse un segno del destino. «Ho conosciuto don Paolo Angelino per lavoro, per un programma sulla santità. Ha raccontato la storia di Sant’Ignazio. E mi colpì molto. Lui è presidente dell’Oftal (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) ed è stato lui che, circa 10 anni fa, mi ha convinto a tornare in quella grotta. Ho un grande legame con questo sacerdote perché tornare a Lourdes è stato importante».
Assistere gli altri
Ed è stato importante perché tornandoci da adulto, da persona matura, Massimo ha vissuto quel viaggio e tutti quelli che sono venuti dopo, fino all’ultimo, proprio a fine luglio, con un altro spirito. «Per anni ho pensato che andare a Lourdes significasse fare qualcosa per gli altri, in realtà con l’esperienza capisci che è molto di più quello che ricevi. Gli anni portano consapevolezza e maturità». Una maturità che consente di elaborare i tanti momenti dolorosi che il viaggio a Lourdes porta con sé. Giletti in quella settimana si dedica tutto il giorno (e anche la notte) ai malati: fa spettacoli la sera, organizza incontri, ride, scherza. Ma soprattutto sta alle piscine. Che vuol dire «bagnare centinaia di persone, malati e non malati. La piscina è proprio il luogo in cui sei messo di fronte a momenti di grande emozione. Proprio in piscina ho lavorato al fianco di Vittorio Micheli “miracolato”, riconosciuto ufficialmente come tale. Aveva un brutto cancro negli anni 60 e una volta guarito ha continuato a lavorare a Lourdes. Lì incontri davvero tanta gente diversa. Ho collaborato anche con un grande manager della city londinese.
E poi ci sono tanti giovanissimi. Ecco mi colpisce trovare tanta gioventù a Lourdes, considerando che spesso parliamo dei ragazzi senza ideali. E bello vederli lì che si pagano il viaggio, fanno fatica, solo per dare amore». E così Giletti fa il carico di energie positive perché sa bene che a Lourdes ne trova tanta. «È un modo anche per non essere egoriferiti, per restare coi piedi per terra, per dare la giusta priorità alle cose. Di fronte a certe tragedie, i propri problemi sembrano davvero nulla. Se ci riesco? Solo in parte.. La cosa più difficile è proprio questa: riuscire a portare Lourdes nella quotidianità, nella nostra vita di sempre. Non è sempre facile quel darsi agli altri, ogni giorno».
di Maria Volpe per Corriere.IT
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Io ho avuto il piacere di averlo incontrato a Lourdes davanti a l’accùeil sante therese aspettare i malati metterli sulle carrozzine per spingerli in processioni e funzioni varie,una persona veramente gentile e disponibile ed a indossato la maglietta con il cuore blu della associazione diversamente. E per la nostra associazione e stato un vero Onore Grazie Massimo