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Arriva in Italia il documentario francese #Lourdes

La distribuzione nelle sale italiane dal 24 febbraio, in collaborazione con Acec. L’incontro con un’umanità piegata dal dolore ma pronta a mettersi in gioco

Arriva nelle sale italiane dal 24 febbraio il documentario francese “Lourdes”, firmato dai registi Thierry Demaizière e Alban Teurlai, che verrà distribuito nei cinema, nelle sale della comunità, da 102 Distribution in collaborazione con Acec (Associazione cattolica esercenti cinema). Il film è un viaggio all’interno della comunità di fedeli che ogni anno si ritrovano presso il santuario di Lourdes in Francia; un incontro con un’umanità piegata dal dolore, dalla malattia, ma pronta a mettersi in gioco nell’abbraccio con la fede e la speranza.

«Con nostro grande stupore – sottolineano i due registi, Thierry Demaizière e Alban Teurlai – non era mai stato fatto un documentario su Lourdes. C’erano stati film e numerosi reportage televisivi per via dell’aspetto commerciale ma niente sui pellegrini, niente sulle loro motivazioni; perché vengono fino a qui? Che cosa sperano? Che cosa rappresenta per loro la Vergine? Le riprese ci hanno coinvolto per quasi un anno. I primi giorni, eravamo sbalorditi. Lourdes presenta un’organizzazione militare, con migliaia di persone e orari calcolati al millimetro. In quel luogo si possono mettere da parte le proprie convinzioni private per individuare un “qualcosa” di straordinario».

Uno sguardo, quello del documentario, che apre orizzonti di riflessione per credenti e non. «Il documentario “Lourdes” attesta che si può indagare la “verità” che abita la grotta di Lourdes anche se non si ha il dono della fede», come nel caso dei due registi, e che «questo orizzonte narrativo supera anche quello della veridicità delle apparizioni – commenta Arianna Prevedello, critico cinematografico e responsabile comunicazione dell’Acec -. In un’Europa senza dubbio confusa e non sempre così capace di speranza ma al contempo alla ricerca della sua identità dentro a un rinnovato contesto di pluralismo religioso, i due autori francesi partecipano alla riflessione con un’opera rigorosa non concettuale che intercetta l’essenza intima di Lourdes». Per Prevedello, «come Assisi è divenuta nel tempo la “città della pace”, dentro al messaggio cristiano di San Francesco, così allo stesso modo i due registi osservano quanto Lourdes sia divenuta la città dell’accoglienza gratuita e autentica di ogni forma di “paralisi” interiore e fisica», ma con «un desiderio di cambiamento che significa prima di tutto accettazione di questa condizione prima ancora che guarigione», aggiunge la critica.

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