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Articolo La Voce di San Donato su #Lourdes

Ciao Tony, come promesso ti invio le pagine della nostra pubblicazione che ha una tiratura di 1000 copie. Il periodico fu fondato dal noto esorcista, Don Mario Boretti. A cinque anni dalla morte dell’esorcista riparte il periodico con un nuovo organico e con la mia direzione. Abbiamo deciso di dedicare una sezione a Lourdes in questo 160° anniversario. Spero che questa nostra scelta possa essere apprezzata!

A presto!

La Voce di San Donato – Cultura, fede e spiritualità – N° 2 Febbraio 2018

Lourdes luogo in cui essere in famiglia: Silvia Masi

Trovandomi a Lourdes la scorsa estate, ho incontrato Silvia Masi, ragazza di Pontedera che ha raccontato la sua esperienza: «Qui è nata la mia famiglia! I miei genitori si erano conosciuti in un pellegrinaggio» inizia a raccontare la ragazza. «Successivamente, hanno cominciato a far servizio all’Hospitalité Notre Dame de Lourdes. Si sono sposati e, dopo la nascita di mio fratello, hanno continuato a venirvi. A loro è sembrato naturale venire anche dopo la mia nascita!
Non era facile fare servizio e accudire i figli. I miei genitori ci sono riusciti!» prosegue il racconto Silvia. «Lourdes è divenuto per me luogo privilegiato in cui essere famiglia! A quei tempi non erano molte le coppie che facevano volontariato con dei figli piccoli», continua a raccontare emozionata la ragazza. «Anche noi davamo una mano! Aiutavamo il babbo a mettere a posto le carrozzelle e la mamma nella preparazione dei tavoli al refettorio. Crescendo, ci sono stati affidati altri incarichi. Mio fratello imbucava le cartoline dei malati e custodiva i cancelli della Basilica del Rosario durante le processioni eucaristiche, mentre io aiutavo mia madre a servire a tavola i malati», prosegue il racconto la volontaria. «Ogni anno, c’era un pomeriggio in cui non facevamo servizio. Siamo saliti sul Beout, sul Pic du Jer con la funicolare, abbiamo visitato il castello, i musei e molte volte siamo andati a piedi alla bergerie a Bartrès, dove Bernadette trascorse un periodo. Il passatempo che amavamo di più era restare sulla prateria davanti alla Grotta a giocare con le anatre. Sembrava di essere in Paradiso! Una volta cresciuta, è diventato il mio luogo di preghiera!» continua a narrare la pontederese. «Io e i miei familiari abbiamo scoperto una delle caratteristiche principali di Lourdes: l’accoglienza!
Ci si sente accolti e viene spontaneo accogliere a nostra volta! Le amicizie sorte qui sono diverse: anche se ci incontriamo solo per qualche giorno, a distanza di un anno, sembra che ci conosciamo da sempre! Crescendo, è venuto naturale entrare nell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes!» prosegue la ragazza. «Conseguita la laurea scelsi di restare a Lourdes! Trovai lavoro come cameriera in un hotel, trascorrendo un anno. Non è stato facile, ma ci sono riuscita! Andavo alla Grotta per chiedere la forza per capire meglio gli altri. Ho fatto nuove amicizie anche tra i clienti. È un lavoro duro, ma sono riuscita a renderlo interessante! Mi hanno sempre affascinato le storie dei pellegrini! Storie simili, ma al tempo stesso diverse. La luce che illumina i loro occhi è incredibile! Credo che sia questo il vero miracolo di Lourdes! È un luogo capace di trasmettere una luce enorme! Dà forza, pace e serenità a chi la cerca! A Lourdes si può arrivare con una valigia carica di problemi, tristezze e sofferenze e ripartire più leggeri! Al termine della stagione mi fu chiesto di restare. Sono già sette anni che vivo qui. Sono immersa nel lavoro, ma c’è tempo per prestare servizio alle piscine, dedicarsi alla preghiera.
Abitare a Lourdes è diverso dal venirci in pellegrinaggio, ma le emozioni provate a suo tempo sono ancora vive! A Lourdes, in mezzo alla folla di pellegrini sani e disabili, che arrivano da ogni angolo del mondo, si scoprono o si riscoprono quelli che sono i valori importanti: le diversità di lingua, di cultura non sono ostacolo all’incontro reciproco, anzi un arricchimento!» conclude Silvia.

Emanuele Piccini

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