Antonia Raco

La letteratura medica è piena di casi misteriosi

“Ma la letteratura medica è piena di casi misteriosi”

di Grazia Longo

Professor Eugenio Torre (ordinario di psichiatria a Novara, dov’è direttore del dipartimento psichiatrico dell’Ospedale Maggiore) quale esperto di psicosomatica come considera la guarigione «miracolosa»?

«Ci sono recuperi fisici che la medicina non è in grado di spiegare. Primo, perché non è una scienza esatta, tant’è che io preferisco definirla arte medica. Secondo, perché occorre distinguere la diagnosi della malattia dai suoi sintomi».

Perché questa differenza è così importante?

«Anche in un caso così disperato come la Sla, il sintomo della paralisi può nascondere capacità sopite ma non definitivamente annullate. Magari il dolore è così forte che il paziente non si accorge che ha ancora delle capacità di progresso, delle energie insospettate».

Nonostante, come nel caso della Sla, i neuroni siano «morti»?

«Sì, perché una forte emozione, una grande energia possono riattivare i neuroni, anche se ovviamente non possono crearne di nuovi».

Qual è la molla che potrebbe far scattare una simile ripresa?

«Per esempio lo spostamento della concentrazione del proprio dolore su quello degli altri. Non conosco il caso specifico della signora Raco, ma mi risulta che a Lourdes chiedesse la grazia per una bambina più grave di lei e non per sé».

Nella sua attività professionale ha mai sperimentato direttamente guarigioni inspiegabili?

«Un esempio eclatante: una mia paziente poco meno che quarantenne, inchiodata sulla sedia a rotelle da una sclerosi a placche, dopo alcuni anni di psicoterapia ha ripreso a camminare. Ma esistono altri casi, come quelli di malati terminali di cancro che misteriosamente riprendono una vita normale».

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