Da Como a Lourdes
«Il vero miracolo di Lourdes è il cambiamento interiore dei pellegrini che intraprendono seriamente questo cammino. Certamente si può anche ridurre tutto a una Disneyland cattolica, ma chi parte con lo spirito giusto torna cambiato da un incontro con un’esperienza vera di amore, consolazione e tenerezza».
Il vescovo di Como Diego Coletti riassume così l’esperienza di Lourdes alla vigilia del pellegrinaggio diocesano che, dal 12 al 18 ottobre prossimi, porterà oltre 3.200 fedeli lariani nella grotta di Massabielle. Un viaggio senza precedenti, organizzato in occasione del 150° anniversario dell’apparizione della Madonna.
In pochi giorni, saranno organizzati 8 voli speciali, oltre a due treni e cinque autobus. L’organizzazione del pellegrinaggio è stata curata dalla Diocesi in collaborazione con l’Unitalsi e l’Opera don Guanella. Tra i fedeli in partenza si contano quasi 400 malati, disabili e anziani non autosufficienti, assistiti da 200 volontari dell’Unitalsi.
«A Lourdes in realtà è difficile dire chi siano davvero gli accompagnatori e chi le persone accompagnate – sottolinea monsignor Coletti – Spesso i malati e i disabili sanno dare una testimonianza di fede e di attenzione all’altro che diventa un insegnamento per la persona cosiddetta sana, un’occasione per capire cosa conti veramente. In questo contesto si capisce senza dubbio come le cose che contano veramente nella vita siano ben diverse da quelle che ci presentano i consigli per gli acquisti della televisione».
«Lourdes è un luogo importante per la fede e la devozione del popolo cristiano – aggiunge monsignor Angelo Riva, vicario episcopale per la Cultura – Dopo 150 anni, Lourdes riesce sempre a trasmettere un messaggio ai fedeli».
Tra i pellegrini della Diocesi di Como saranno presenti anche 40 studenti di sei scuole superiori del territorio, un’iniziativa promossa in collaborazione con il provveditorato agli studi. «Cinquant’anni fa ho fatto il mio primo pellegrinaggio a Lourdes – ricorda il vescovo di Como – Avevo 17 anni e sono convinto che fare in piena adolescenza un’esperienza simile abbia ricadute molto importanti su un ragazzo. È una scommessa decisiva sull’educare e sul futuro ed è una grande soddisfazione per me sapere che un gruppo di studenti sarà con noi. Per i giovani abbiamo studiato un percorso apposito, con un approccio ideato per rispondere alle loro esigenze, perché l’esperienza lasci davvero il segno».
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