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Due donne a #Lourdes

Ero a Lourdes come giornalista, per la prima volta.

Andavo esplorando ogni angolo del Santuario, fino ai mille ex voto che costellano le pareti della Cappella superiore di “merci”, “grazie”.

Mi imbattei in una lunga coda di donne: era l’ingresso alle Piscine.

Mi misi con loro anch’io.

Passai due ore fra le pellegrine in attesa di bagnarsi nell’acqua di Lourdes.

Venivano da tutto il mondo, e anche, a osservarle, da veramente molto lontano.

Indimenticabili, sedute una accanto all’altra, due donne: una francese, ingioiellata, profumo di Chanel e allure da parigina, e una popolana dell’Est, non so esattamente quale Est, tutta vestita di nero, scarpe grosse, pelle spaccata dal sole dei campi.

Due donne che parevano non avere proprio nulla in comune, se non la prima vecchiaia.

La piega dei capelli, le unghie smaltate della prima e le mani grosse e ruvide dell’altra, mani che facevano il bucato e raccoglievano patate: nella folla silenziosa ed eterogenea di europee e americane, nere e asiatiche, quella strana coppia mi è indimenticabile.

Cosa le accomunava?

Lo sguardo: concentrato e intenso attorno a una domanda, alla supplica che le aveva portate lì.

Per ciascuna, nulla contava più di quella domanda.

Un figlio malato, l’attesa di una diagnosi?

La parigina e la popolana dell’Est, entrambe mendicanti.

In coda, pregando testardamente la Madonna.

Davanti a lei, sorelle.

Marina Corradi per Avvenire

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