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‘Vietato’ salire sul treno

…per i disabili in carrozzina

Alla stazione di Grosseto il carrello elevatore c’è ma è rotto da tre mesi

Grosseto, 24 settembre 2011 – Avere gli strumenti per superare quelle barriere architettoniche, che rendono ancor più faticose esistenze già di per sè difficili, ma non poterli poi utilizzare perché sono rotti. Questo è ciò che accade alla stazione ferroviaria di Grosseto, dove esiste il carrello elevatore che consente alle carrozzine dei disabili di accedere con facilità ai vagoni del treno, ma non può essere utilizzato perché al momento è rotto. L’amara scoperta è stata fatta dall’Unitalsi di Grosseto in occasione dell’ultimo viaggio a Lourdes con i malati.

«Il 12 settembre scorso giorno della nostra partenza per il pellegrinaggio — ricordano dall’Unitalsi — chiedemmo al personale ferroviario di poter utilizzare il carrello elevatore, in quanto dovevamo far salire sul treno almeno una decina di disabili in carrozzina. Dal personale ci fu risposto che, per avere questo servizio, dovevamo fare una richiesta scritta e quindi avere l’autorizzazione dalla sede centrale di Firenze». A questo punto i volontari dell’Unitalsi capiscono che è stata una loro mancanza non aver pensato che forse poteva essere necessaria un’autorizzazione per poter utilizzare il carrello elevatore, quindi sollevano a braccia i dieci disabili sulle loro carrozzine per farli montare sul treno e si ripromettono di chiedere l’autorizzazione per il giorno del ritorno, quando queste carozzine dovranno essere fatte scendere dal treno.

E così qualche giorno prima dell’arrivo un volontario dell’Unitalsi si reca puntuale alla stazione di piazza Marconi per consegnare la richiesta scritta e ottenere l’autorizzazione da Firenze. La procedura è stata rispettata e il carrello elevatore c’è, ma purtroppo è rotto e ormai da tre mesi. Così è successo che quando il 18 settembre il gruppo dell’Unitalsi con i suoi malati di ritorno da Lourdes è arrivato alla stazione di Grosseto i dieci disabili in carrozzina sono scesi dal treno grazie esclusivamente all’olio di gomito dei volontari dell’Unitalsi. «Crediamo che sia un fatto grave — concludono dall’Unitalsi — anche perché nel nostro caso c’erano volontari esperti, ma un disabile, magari solo, rischia davvero di non poter prendere il treno a Grosseto».

Alberto Celata

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