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Nessun miracolismo a Lourdes, solo fede

sandro de franciscisIntervista al direttore dell’Ufficio delle Costatazioni mediche. Il dott. De Franciscis, alla guida dell’Ufficio che verifica le guarigioni inspiegate, parla dell’ultimo miracolo, riconosciuto a giugno e della specificità del Santuario.

«Che la Chiesa esprima prudenza sul miracolo è d’obbligo perché il miracolo non è il cuore della nostra fede, cosa che la Chiesa cattolica ha sempre insegnato. A nessun cristiano è fatto obbligo di credere ai miracoli perché il cuore della fede, infatti, è professare Gesù Cristo come Signore, morto per noi e risorto. Dopo di che dobbiamo porci la domanda: la comunità cristiana può interpretare degli avvenimenti come “segni”, come “prodigi”? Certo e, se nessuno è obbligato a credere ai miracoli pure a nessuno è data la possibilità di dire che alla comunità cristiana non è dato di riconoscere un miracolo».

Comincia su queste note la chiacchierata con il dott. Alessandro De Franciscis, il direttore del Bureau delle Costatazioni mediche di Lourdes, il luogo dove vengono annunciati i cosiddetti miracoli. Sono 69 quelli  riconosciuti ufficialmente e, ieri, mons. Grampa all’omelia della Messa dell’Unzione degli Infermi, ha ricordato l’ultimo appena certificato: quello della signora Danila Castelli di Pavia.

Dott. De Franciscis cosa può dirci del miracolo riconosciuto a giugno 2013?

Il vescovo di Pavia con un proprio decreto ha riconosciuto il 20 giugno 2013 “miracolosa” e “prodigiosa” la guarigione della signora Danila Castelli, accaduta a Lourdes nel 1989, da crisi ricorrenti e gravi di ipertensione arteriosa che hanno messo  a repentaglio la sua vita e che poi sono state clinicamente inquadrate nell’ambito di un feocromocitoma (tumore produttore di catecolamine), dunque di una malattia rilevante dal punto di vista endocrinologico. Queste crisi si sono arrestate a Lourdes in maniera istantanea nel maggio del 1989, dunque da ormai più di 20 anni.

Le faccio un’obiezione: i miracoli di oggi (e di ieri) potrebbero essere casi attualmente non spiegabili dalla scienza ma che lo saranno tra un certo numero di anni?

A Lourdes le guarigioni inspiegate vengono analizzate nei minimi particolari e alla luce della attuali conoscenze scientifiche restano tali. Se una malattia infettiva – come la tubercolosi – guarisce istantaneamente negli anni che precedono l’arrivo degli  antibiotici, questo fatto resiste. Pensi che tra qualche giorno, a 50 anni dalla sua guarigione, arriva a Lourdes il signor Micheli, guarito nel Santuario da osteosarcoma. Se il cancro, come nel caso del signor Micheli, scomparve in epoca di preterapia anticancro, l’evento inspiegato è e resta un dato di fatto.

Come vengono trattati i miracoli a Lourdes?

Premesso che in tutte le antropologie è noto un rapporto tra il dato di fede, tra la preghiera e la salute fisica, va detto che in nessun luogo di culto e di pellegrinaggio nel mondo cristiano, giudeo, indù, musulmano e nell’arcipelago buddista, non esiste che ad una data guarigione segua una rigorosa e collegiale verifica del dato come qui a Lourdes. Quindi, che una persona si dica in altro contesto guarita, io devo credere alla parola di questa persona, qui a Lourdes una guarigione viene studiata e valutata per mai meno di 10, 15 talvolta 20 o 25 anni dall’evento grazie al Bureau delle delle Costatazioni mediche e alla Commissione medica internazionale, costituita da esperti di rami diversi della medicina e di diversa provenienza. Questo processo verifica fino in fondo la verità di una data guarigione e certamente la sua inspiegabilità. Nel caso della signora Castelli, ad esempio, siamo davanti ad una persona che era malata di una malattia con una diagnosi conosciuta, è guarita  certamente con una guarigione completa e durevole nel tempo e di questa guarigione rispetto alla malattia non c’è data una spiegazione possibile. Davanti ad una guarigione certa, da una malattia certa, senza una spiegazione data, un Vescovo può   riconoscere l’intervento della grazia? È nella tradizione comunitaria della Chiesa la presenza di una fede che salva. Gesù dice infinite volte nei Vangeli: “Va, la tua fede ti ha salvato!”. È dato nella possibilità della fede di sentire questa onnipotenza della bontà misericordiosa di Dio che passa nei Vangeli per il ministero di Cristo, per l’intercessione di Maria. Questo, nel caso della signora Castelli, non lo dice il Bureau delle costatazioni mediche ma il vescovo di Pavia a cui spetta, dopo che le procedure scientifiche elaborate e che si protraggono negli anni si sono concluse, riconoscere la dimensione soprannaturale. Così, in questi ultimi anni ha fatto pure il vescovo di Casale Monferrato, in Piemonte, l’11 ottobre 2012, per la guarigione di suor Luigina Traverso avvenuta il 23 luglio 1965 a Lourdes, e avanti così per tutti i 69 miracoli che la Chiesa ha riconosciuto.

Quanti eventi scientificamente non spiegati sono approdati fino ad oggi al Bureau delle Costatazioni mediche?

Se Lourdes, fin dal primo giorno, avesse voluto vivere sull’onda del prodigioso e del miracolistico, non solo non avrebbe dovuto aprire un ufficio delle Costatazioni mediche con una rigorosa e collegiale verifica medica, ma Lourdes avrebbe dovuto chiudere 10 anni dopo la sua apertura perché il numero di guarigioni – se teniamo conto del fatto che ne abbiamo documentate 7000 in 150 anni – sono molto meno delle guarigioni mediche che avvengono in un normale policlinico di qualsiasi città. Lourdes non ha mai immaginato di essere un luogo di guarigione, Lourdes è – con limpidezza e chiarezza – un luogo di pellegrinaggio. A Lourdes non c’è la psicosi di fare le guarigioni: qui la gente, seguendo l’indicazione data dalla Madonna quando è apparsa nel 1858 a Bernadette, “viene in processione”, dunque ci viene in pellegrinaggio. Questo è Lourdes.

di Cristina Vonzun, articolo tratto dal GdP del 24.08.2013

Grazie a Margherita per la segnalazione

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