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IL MIRACOLO DI CUI AVEVO BISOGNO

«UN VIAGGIO A LOURDES, PIÙ DA TURISTA CHE DA PELLEGRINA, MI HA CAMBIATO LA VITA»

IL MIRACOLO DI CUI AVEVO BISOGNO

«A Lourdes», dice Nunzia, «non ho chiesto miracoli o guarigioni alla Madonna. Mi sono lasciata andare a ciò che mi suggeriva il cuore. Sono tornata trasformata nell’anima».

Sono una sua assidua lettrice, grazie a mia madre che mi regala ogni anno l’abbonamento, nonché una grande amica della numerosa e operosa Famiglia paolina. L’estate scorsa, mia madre mi ha proposto una vacanza-pellegrinaggio a Lourdes con l’Unitalsi. Ho accettato l’invito con un po’ di perplessità. Non avevo mai preso in considerazione una simile opportunità. Non sono credente “in toto”. E, soprattutto, non sono una praticante. Dopo un periodo di ateismo, dapprima da contestatrice e poi da menefreghista, piano piano ero arrivata a una fede tiepida e “ragionata”. Ma senza accettare pienamente la dottrina cattolica e la pratica religiosa.

 

 

A Lourdes, davanti alla grotta, non ho chiesto miracoli o guarigioni alla Madonna. Ho solo pregato, a modo mio, per i miei cari e tutte le famiglie del mondo. Non ricordavo le preghiere a memoria, mi sono lasciata guidare dal cuore. Poi, mi sono accostata alla Confessione (la prima dopo tanti anni), alla Santa Messa e all’Eucaristia. Mi sono lasciata andare a tutto ciò che mi suggeriva il cuore. Ho trascorso cinque giorni di serenità, con la compagnia discreta e affettuosa di mia mamma.

Tornate a casa, all’inizio, sembrava che il pellegrinaggio non avesse influito sulla mia vita. Niente effetti strabilianti o conversione miracolosa. Anche se la fede è germogliata silenziosamente nel mio cuore. Dopo alcuni mesi, infatti, a seguito di alcune “batoste” familiari e al pericolo d’una rottura del mio matrimonio, il germe seminato in quell’esperienza di Lourdes ha cominciato a far sentire i suoi effetti. Ho ripreso a pregare tutti i giorni e ad andare a Messa la domenica, confessandomi e accostandomi alla Comunione.

Piano piano, dalla disperazione più profonda per il rischio di fallimento del matrimonio e la rottura della famiglia, assieme a mio marito stiamo risalendo la china, tenendoci per mano. La sera leggiamo i Salmi commentati da monsignor Ravasi, con la volontà di ricostruire quel legame familiare consacrato da Dio, ventitré anni fa. Questo, forse, non è un miracolo eclatante. Ma per me è il vero miracolo. Vale più di mille guarigioni del corpo. La Madonna sapeva ciò di cui avevamo bisogno.

Anzi, è un doppio miracolo: oltre che risanare la mia famiglia “ammalata” o deteriorata, ha guarito il mio cuore e la mia anima, facendomi ritrovare la fede vera, piena e fiduciosa in Dio. Basta accettare l’amore del Padre e della Madonna, che tutto sanno e tutto vedono. E lasciarsi accogliere tra le loro braccia amorevoli. Non ringrazierò mai abbastanza mia madre per il dono, così bello e importante, del pellegrinaggio a Lourdes. Mi riprometto di ritornarvi per ringraziare la Mamma celeste, che mi ha fatto sentire, in modo tangibile, il suo amore per me e i miei cari.

Auguro a tutti i vostri lettori di esser gratificati da un’esperienza simile alla mia. E mi unisco a voi tutti nella preghiera quotidiana. Soprattutto nel ricordo di don Giuseppe Soro, di cui ero e resto una cara amica.

Nunzia

Quando si parla di Lourdes il pensiero va alle colonne di ammalati che, a piedi o in carrozzella, si dirigono verso la grotta delle apparizioni. E anche alle preghiere che, dai cuori dei pellegrini, si innalzano alla Madonna. Quali richieste? «Che io veda, che io oda, che io cammini, che io sia guarito…». Ma siamo certi che tutta quella gente chieda il miracolo della guarigione? È vero, i miracoli avvengono e molti vanno a Lourdes, come fosse l’ultima spiaggia della speranza. Ma è altrettanto vero che i miracoli riguardano una minima parte delle persone che si recano alla grotta. La Madonna non ha mai detto: «Venite, e io vi guarirò dai vostri mali». Nelle sue apparizioni ha chiesto tre cose: che si andasse in processione alla grotta; che si edificasse una cappella; che si pregasse per i peccatori.

Lourdes, essenzialmente, è questo: andare verso Maria, entrare nella sua casa; pregare con lei per i peccatori. E poi ci si affida alla Vergine perché agisca nella nostra vita. Qualche volta interviene sulle nostre malattie fisiche e ci guarisce. Sono lì a testimoniarlo diversi miracoli, attestati da una seria commissione e rigorose verifiche.

Il più delle volte, però, la Madonna cambia i nostri cuori. E opera un miracolo più grande: la conversione. C’è la conversione dal peccato, ma anche quella da una tiepidezza e mediocrità di vita, che ci hanno privato della gioia di sentire e vivere la presenza di Dio nella nostra esistenza. Chi è toccato dalla grazia divina e riscopre la bellezza di un nuovo rapporto con Dio, capisce qual è la grande grazia che la Vergine ha compiuto nella propria persona. Viene allora spontaneo ripetere le stesse parole della Vergine Maria: «Grandi cose ha fatto il Signore per me».

Possiamo dire che a Lourdes si ripete la stessa scena che è raccontata nei Vangeli, quando presentano a Gesù un paralitico perché lo guarisca. Il Signore vede che, nella vita di quell’uomo, c’è un male più insidioso della stessa paralisi: il peccato. E agisce in quella direzione. E, infatti, lo libera dal peccato. «Ti sono rimessi i tuoi peccati», gli dice. È questo il vero miracolo. Quell’uomo viene rivestito della luce di Dio, ritorna nello splendore di un’anima purificata dal male. È messo nella condizione di gustare una nuova esistenza, piena di senso e di gioia. Gesù, attraverso sua madre, dà a tutti noi la possibilità di intraprendere un cammino con cuore rinnovato.

All’apparenza, tutto può sembrare simile a quello che si faceva prima. Non ci sono, all’esterno, cambiamenti eclatanti. Ma nel cuore c’è un profondo rinnovamento. Tutto è diverso. Si vedono e si affrontano con mentalità e un’energia nuova la propria vita e quella degli altri. Ma anche gli avvenimenti di ogni giorno. Tutti si augurano, all’inizio, il miracolo fisico, che può anche avvenire. Ma quando c’è il segno della misericordia e della potenza di Dio, anche il peccatore si trasforma in un santo.

È questo quanto avviene, più di sovente, a Lourdes. Anche tu, cara Nunzia, hai provato qualcosa di simile. Anche se hai accolto l’invito di tua madre a recarti a Lourdes più come turista che come pellegrina. Ma la Madonna ti aspettava. Ha incominciato a lavorare in te, depositando nel tuo cuore quei semi che, nel tempo, sono germogliati, trasformando la tua vita. Non è raro che tanti vadano a Lourdes spinti più dalla curiosità che dalla pietà. Ma anche questo serve. È già molto togliersi dal tumulto di questo nostro tormentato mondo e dalle sue preoccupazioni per entrare nel silenzio di quel luogo, dove si respira la presenza di Maria.

In quel silenzio può avvenire il miracolo della trasformazione del cuore. E si ritorna “diversi”. Molti l’hanno sperimentato. Così, ha inizio un cambiamento vitale, che è frutto della disponibilità ad accogliere l’invito della Madonna a pregare, entrare nella sua casa e convertirsi. Nel cuore di Maria c’ è lo stesso desiderio del suo figlio Gesù, che vuole che nessuno si perda di quelli che il Padre gli ha affidati.

di D.A. – Scrivere a: don.antonio@stpauls.it

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