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Pensiero Presidente Nazionale Unitalsi

Giornata del Malato, il pensiero del Presidente Nazionale Unitalsi

“La Giornata Mondiale del Malato, che il Beato Giovanni Paolo II volle istituire venti anni fa, è l’occasione per assaporare il gusto e la freschezza del carisma associativo unitalsiano, che vive e si alimenta del suo rapporto di reciproco scambio e dedizione con l’universo della sofferenza”.

E’ quanto ha detto Salvatore Pagliuca, Presidente Nazionale Unitalsi, in occasione della XX Giornata Mondiale del Malato, che si celebra annualmente l’11 febbraio, in occasione della prima apparizione della Vergine a Bernadette, a Lourdes.

“Il nostro impegno, al servizio della malattia e della sofferenza – ha detto Salvatore Pagliuca – può diventare scuola di speranza. Perché non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con amore”.

“Oggi più che mai – ha aggiunto Pagliuca – abitiamo una società che prova a negare la realtà della sofferenza, per lasciare spazio solo al bello e al perfetto. La nostra esperienza associativa – particolarmente legata al messaggio della Grotta di Lourdes – è alimentata, invece, dalla gioia vera di tanti amici che hanno saputo leggere la propria condizione di sofferenza quale segno di attenzione del Signore. È questo il vero “miracolo” quotidiano che alimenta questo nostro cammino di Chiesa, dove il dolore ed il limite umano si sublimano nella certezza della speranza. Questa verità si concretizza nella partecipazione ai sacramenti – come dice proprio Benedetto XVI nel messaggio per questa Giornata del Malato- grazie ai quali la Chiesa si scopre “comunità sanante”, capace di oltrepassare il limite fisico della malattia e di regalare a tutti la salute del cuore”.

“Da questa consapevolezza – ha concluso il Presidente Unitalsi – vogliamo aprirci a nuove esperienze di incontro, di condivisione, di fede, di impegno e di responsabilità, perché l’Unitalsi sia sempre una espressione fresca e generosa al servizio verso chi è nel disagio fisico e, soprattutto, muova i suoi passi nel solco del Vangelo, per seguire Colui che disse “Và, i tuoi peccati ti sono rimessi, la tua fede ti ha salvato”.

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