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Piccoli testimoni di fede

Le preghiere dei bimbi del Meyer “Madonnina fammi guarire”

Si chiama ‘Piccoli testimoni di fede’ il libro per Lourdes che raccoglie le preghiere scritte dai bambini ricoverati al Meyer

Pistoia, 10 giugno 2011 – “Cara Madonnina, fai guarire tutti i bimbi dell’ospedale Meyer. Dirò sempre le preghiere prima di dormire“. “Non posso venire alla Grotta. Ma tu aiutami lo stesso”. Per chi non sa scrivere una semplice foto scattata col cellulare e incollata sulla pagina. Oppure l’impronta della manina sinistra, accanto a quella della manina destra, e la foto presa al volo dal portafoglio della mamma e incollata su un’altra pagina.  C’è un libro meraviglioso (anzi due volumi perchè uno non è bastato), in viaggio verso Lourdes.

La partenza è imminente, lunedì, con il treno toscano dell’Unitalsi che avrà anche la sezione bambini e famiglie. I volontari pistoiesi avranno una missione molto speciale, consegnare alla Grotta dove la ‘Signora’ apparve alla piccola Bernadette Soubiroux, il libro delle preghiere dei bambini ricoverati all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Difficilmente si può pensare a qualcosa di più toccante, di più struggente delle parole e dei disegni dei piccoli che desiderano guarire. E con loro il babbo e la mamma, i nonni e gli zii che pregano e sperano. In tre mesi di raccolta di messaggi tutti hanno lasciato un pensiero su quel libro, persone di tutte le nazionalità, di ogni religione. Nessuno ha detto di no. Un miracolo che sta per mettersi in viaggio verso il luogo sacro che, più di ogni altro, evoca il prodigio della Fede.

Il libro ha un titolo ‘Piccoli testimoni di fede’ e ha il doppio logo del Meyer e dell’Unitalsi. In copertina ci sono due immagini: quella della Madonnina di Lourdes e l’icona della Madonna del Perpetuo Soccorso, che è al Meyer. In mezzo c’è un allegro trenino. Il pellegrinaggio è dal 13 al 19 giugno. La storia di questo libro ce la racconta la neopresidente della sottosezione di Pistoia dell’Unitalsi, Federica, 38 anni, operaia tappezziera a Quarrata, madre di Andrea, un bimbo «speciale» di undici anni.

“E’ nato — ci racconta — con una malformazione genetica. La diagnosi fu: “non compatibile con la vita”. Così, mio marito Giulio ed io, ci chiedevamo sempre quando sarebbe accaduto e volevamo che l’ultima cosa che vedesse fossero i nostri occhi che lo guardavano con amore. Abbiamo fatto il primo pellegrinaggio a Lourdes quando Andrea aveva 4 anni ed è stato bellissimo, perchè nessuno notava le sue diversità. Era uno dei tanti. Cercavamo l’incontro con Maria e portavamo la nostra preghiera. E lì si trova. Non ci sono scalini. Non c’è nessuno che ti guarda in modo pietoso. Vedono solo quello che sei e non quello che potresti essere. Lo abbiamo portato anche in Terrasanta e nel silenzio delle Beatitudini lui ha suonato il carillon che porta sempre con sè, regalandoci un’emozione indescrivibile. Il nostro percorso Unitalsi è stato bellissimo”.

“E allora — spiega Federica — ci siamo chiesti: perchè non dare speranze ad altre mamme e ad altri bambini. Perchè oltre alle cure c’è anche la fede. Così abbiamo pensato a un libro che raccogliesse lettere, foto, messaggi e disegni dei bambini del Meyer da portare a Lourdes e lo abbiamo proposto a padre Gesualdo, responsabile della cappellania del Meyer. La nostra idea ha avuto il pieno appoggio e il sostegno della sezione Toscana dell’Unitalsi e abbiamo avuto il permesso dell’azienda sanitaria. Il libro è stato presentato durante la messa ed era vuoto, dopo pochi giorni era a metà e poi un volume non è bastato. Ci sono ancora alcune pagine da riempire, perchè vogliamo lasciare spazio ai messaggi dell’ultimo minuto, prima della partenza”.

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