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Dalla Calabria a Lourdes

Storia di un cammino di fede

di Roberta Pino – Meta di pellegrinaggi per eccellenza, Lourdes è un richiamo, da più di 150 anni, per milioni di credenti di tutto il mondo. La Calabria è tra le protagoniste di questi eventi, grazie all’Unitalsi, acronimo di Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali, Associazione di Promozione Sociale presente in tutte le regioni, con le sue sezioni e sottosezioni. E da poco si è concluso, infatti, il secondo pellegrinaggio mariano, promosso, appunto, dall’Unitalsi calabrese.

Ma facciamo un passo indietro narrando un po’ di storia dell’associazione con già un secolo di vita alle spalle. Varcata la soglia dei cento anni nel 2003, è il racconto di un legame particolare con il Santuario Mariano situato ai piedi dei Pirenei, meta privilegiata di pellegrinaggi. Era infatti il 1903 quando il fondatore, Giovanni Battista Tomassi, figlio dell’amministratore dei Principi Barberini, partecipò al suo primo pellegrinaggio. Aveva venti anni ed era affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile che lo costringeva in carrozzella da quasi dieci anni. La sofferenza, poi, era acuita da una ribellione a Dio e alla Chiesa perchè non accettava la sua condizione.

Avendo saputo dell’organizzazione di un pellegrinaggio a Lourdes, Tomassi vi partecipò con una precisa intenzione: giungere dinanzi alla Grotta di Massabielle e, qualora non avesse ottenuto la guarigione, togliersi la vita con un gesto clamoroso. Ciò, però, non accadde. Davanti alla Grotta, dove l’Immacolata era apparsa a Santa Bernadette Soubirous, venne colpito dalla presenza dei volontari e dal loro amorevole servizio, constatando quanto la condivisione dei volontari regalava conforto, speranza e pace ai sofferenti.

Fulcro della storia dell’Unitalsi, dunque, è “la carità vissuta come servizio gratuito dagli oltre centomila aderenti, uomini, donne, bambini, sani, ammalati, disabili, senza distinzione di età, cultura, posizione economica, sociale e professionale”.

E’ l’impegno di volontari che, intanto, avvertono forte il senso di appartenenza ad una grande e accogliente famiglia. Culmine della loro attività, espletata peraltro nella quotidianità, è il pellegrinaggio a Lourdes.

Per tre volte, da maggio a settembre, l’Unitalsi calabrese, amorevolmente guidata da Amelia Mazzitelli, la sottosezione reggina, invece, dall’Avv. Fabrizio Scotto, organizza questi viaggi, conducendo in quel luogo sacro migliaia di pellegrini e ammalati che, mai, tornano senza aver ricevuto una grazia. E’ la grazia della guarigione interiore soprattutto.

Malgrado a Lourdes vi siano stati più di 7000 guarigioni la Chiesa è cauta nel riconoscerle perchè, prima di certificarle come miracoli, si avvale di una commissione scientifica di cui fanno parte medici, anche atei e appartenenti a confessioni religiose differenti da quella cattolica. Ad oggi sono solo 67 le guarigioni certificate come miracoli dalla Chiesa, dopo essere passate al vaglio del Comitato Medico Internazionale.

Tuttavia, il vero miracolo è gioire dell’incontro con Dio. E’ il gesto del pellegrino che esce da casa sua, dalla sua patria, da se stesso e va verso un altro paese, verso gli altri.

E i santuari sono luoghi “provocati dalla grazia divina”. Quando Le apparve la Madonna, Bernadette non sapeva chi fosse quella Signora , sapeva solo di essere felice.

Apriamoci, dunque, al pellegrinaggio, un impegno certo che sovverte le nostre sicurezze e che chiama ad un impegno di carità. Un incontro, però, che cambia la vita orientando i nostri passi verso la felicità.

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