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Al Lido i miracoli di Lourdes

Successo di critica e di pubblico per il film della tedesca Jessica Hausner:
“Racconto l’ambivalenza del mistero”

VENEZIA – Successo di critica e pubblico alla proiezione del film in concorso “Lourdes”, della regista tedesca Jessica Hausner. La pellicola, che racconta la storia di un pellegrinaggio della speranza di Christine (Sylvie Testud), ragazza costretta su una sedia a rotelle, ha suscitato reazioni molto positive ma promette di provocare un acceso dibattito alla sua uscita in Italia, prevista per l’8 dicembre (Immacolata Concezione).

Luciano Sovena, ad di Cinecittà Luce, che distribuisce il film in Italia, ha confermato che sarà organizzata una visione privata prima dell’uscita nelle sale per gli esponenti ecclesiastici. Ambivalenza di sentimenti quella provata sia dalla regista, che è anche sceneggiatrice del film, e dalla maggioranza del cast. Gli attori presenti oggi in conferenza stampa, tra cui Lea Seydoux e Bruno Todeschini, hanno raccontato lo choc del trovarsi in un luogo carico di un’energia forte, inspiegabile, dove il dolore e la speranza convivono con lo stesso respiro, ma che presenta anche un lato più sconcertante, quello della commercializzazione della religione.

Jessica Hausner ha lavorato al progetto svolgendo molte ricerche, avendo un confronto con l’Arcivescovato di Lourdes e molti sacerdoti, con i quali ha affrontato temi come l’inspiegabilità dei miracoli e la difficoltà di capire un Dio che a qualcuno offre la rinascita dal dolore, ad altri no. Cresciuta in una famiglia cattolica, fede che ha poi abbandonato per scelta, la Hausner spera che il suo lungometraggio riesca a produrre un dibattito sul tema. Proprio per la distanza con cui la storia viene raccontata, scelta registica e personale, e la profondità dei sentimenti umani coinvolti, «Lourdes» promette di essere uno dei film più discussi della prossima stagione.

La trama è semplice, quasi banale: Christine (Sylvie Testud, bravissima), giovane paralizzata da una malattia senza speranza, affronta il pellegrinaggio da sola, scontrandosi con le falle e il kitch dell’industria dei miracoli. Lentamente, però, anche per la vicinanza silenziosa con un’anziana depositaria di una fede arcaica o per quella invece di un aitante cavaliere della Croce di Malta che aiuta gli infermi, la giovane avverte che qualcosa sta cambiando, finchè «mentre dormivo – racconta agli altri – una voce mi ha detto di alzarmi e io l’ho fatto senza pensare». Il film, condotto con registro minimalistico, quasi documentaristico, all’inizio esasperante, acquista via via un andamento onirico, stupefacente quanto il “miracolo” al quale non tutti, neanche in fondo il sacerdote che accompagna i pellegrini, sembrano credere.

Dell’andamento documentaristico, “godardiano”, la regista, che si definisce «cattolica sbattezzata», dice: «Ho cercato di creare distanza da quel che racconto, ho immaginato di essere un viaggiatore giapponese che guarda quello che succede: mi interessava l’ambivalenza del miracolo, l’intento divino che vi si ravvisa, mentre al tempo stesso si sa che i piani di Dio non sono comprensibili». Prima di girare, molti gli incontri con “specialisti” di Lourdes: «Ci sono anche preti – aggiunge – che riconoscono la mancanza di chiarezza insita nelle guarigioni miracolose: non è possibile dire perchè avvengono, nè quanto dureranno». Il film si chiude mentre Christine torna a sedersi in carrozzella: per una temporanea stanchezza o perchè la malattia crudele non l’ha mai abbandonata davvero?.

lastampa.it

TRAILER ORIGINALE

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