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In partenza per Lourdes

Avrà inizio stasera il pellegrinaggio che coinvolge centinaia di reggiani

di Martina Riccò

Avrà inizio stasera il pellegrinaggio che porterà più di mille persone dalla nostra regione ra cui centinaia di reggiani a Lourdes. Il viaggio, a bordo di un treno speciale, durerà 18 ore e sarà solo la prima fase dell’esperienza.

Dopo l’arrivo nella cittadina francese dei Pirenei, previsto per mercoledì pomeriggio, i pellegrini saranno ospitati negli alberghi e nelle strutture di accoglienza per ammalati. «Poi inizierà il bello»: messe, via crucis,recita del rosario, percorsi a piedi, momenti di condivisione.

«Ma questo pellegrinaggio – spiega una delle guide, don Guiscardo Mercati, assistente regionale dell’Unitalsi – non sarà fatto solo di liturgie. Ci saranno tanti momenti speciali per i giovani, che parteciperanno all’esperienza nella doppia veste di accompagnatori e protagonisti».

Sono infatti più di duecento i giovani volontari che hanno deciso di mettersi al servizio della comunità e degli ammalati diretti a Lourdes.

«Il pellegrinaggio – spiega don Mercati – permetterà loro di conoscere persone che amano la propria vita nonostante sia fatta anche di malattia e vecchiaia».

«E li aiuterà – aggiunge don Giuseppe Lusuardi – a guardare in un’ottica diversa le loro esistenze. A contatto con disabili e ammalati potranno mettere in discussione alcune scelte e maturare. Ci saranno momenti in cui potranno chiedersi cosa stanno facendo della loro vita, se la direzione e i tempi sono quelli giusti».

«La vita purtroppo – prosegue don Mercati – non è sempre facile, bisogna imparare a convivere con il dolore e la precarietà. Spero che questa breve esperienza dia ai giovani volontari le basi per affrontare la vita quotidiana futura, che insegni loro ad accettarla serenamente così com’è».

Eppure, in un’epoca in cui ognuno fa per sè, e tutti sono abituati ad atti di generosità che nascondono spesso doppi fini, questa copiosa partecipazione giovanile è sorprendente.

Viene da chiedersi cosa li spinge a partire, sacrificando le ferie – diremmo noi – per servire anziani e malati invece di andare al mare con gli amici.

Laura DiFabio, 23enne, è stata a Lourdes l’anno scorso e ci tornerà quest’anno. La sua voce vibra mentre racconta che «là non sei chiamato a servire o ad aiutare, sei chiamato a esserci. E cosa ti viene chiesto lo scopri solo là».

«La cosa più bella di Lourdes – prosegue Laura – è che ti insegna a stravolgere le tue abitudini. Di solito entriamo in rapporto con gli altri per lavoro, per bisogno, per necessità e classifichiamo le relazioni sulla base di chi dà e di chi riceve. L’anno scorso ero partita per dare, per aiutare disabili e malati, e invece sono stata io a ricevere».

«Posso dire – conclude – di aver imparato a guardare gli altri con occhi nuovi e ad accogliere le persone così come sono, valorizzando quello che hanno senza pretendere quello che manca».

Semplice, no?

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