Si sa che musica e solidarietà spesso vanno di pari passo. Sono tanti infatti gli artisti che hanno prestato la propria voce per progetti a scopo benefico e che si sono impegnati attivamente per delle cause valide. Così è stato anche per “Feel the World” un progetto che ha coinvolto dodici tra le migliori voci della Sicilia orientale. Enrico Sortino, Giovanna D’Angi, Pia, Debora Borgese, Vincenzo Zocco, Andrea Bacchelli, Benedicta Nicotra, Alessia Calvino, Carmelo Arena, Pierpaolo Monterosso, Antonio Bruno, Claudia Puglisi (in ordine di ascolto), questi i nomi di coloro i quali hanno cantato sulle note del brano “Do they know it’s Christmas?” dando vita non solo ad un ottimo prodotto a livello musicale, ma anche ad un progetto solidale molto importante. I ricavati dalla vendita digitale del brano (che sarà disponibile su iTunes e su Spotify) e dalle altre donazioni, infatti, saranno interamente inviati per aiutare in maniera concreta gli immigrati che ogni giorno sbarcano sulle coste di Lampedusa trovandosi spesso in condizioni disastrose. Abbiamo intervistato in esclusiva Antonio Bruno, giovane cantante catanese, che insieme a Pia e Claudio Puglisi ha dato il via al progetto.
Com’è nata l’idea di dar vita a questa iniziativa?
Il progetto è nato in una maniera diversa da come si è poi sviluppato. Inizialmente io, Claudio Puglisi e Pia abbiamo pensato di realizzare un video natalizio per poter fare gli auguri di Natale, in maniera diversa, a tutti coloro che ci avevano sempre sostenuto e supportato. Avevamo deciso appunto di realizzare qualcosa in tre ma poi ognuno di noi ha pensato che sarebbe stato bello estendere l’invito anche a tutte quelle persone con cui avremmo sempre voluto condividere un momento artistico. Abbiamo dunque colto l’occasione per ampliare il nostro gruppo e ognuno di noi ha invitato alcuni amici che reputava adatti per partecipare a questo lavoro. In sala di registrazione ci siamo accorti che però c’era qualcosa in più della semplice magia natalizia e abbiamo pensato che quest’idea potesse diventare un progetto di beneficenza.
Come mai avete scelto il nome “Feel the World”?
Il nome nasce da un errore (ride, ndr). All’inizio del ritornello c’è la frase “Feed the World” che vuol dire “Sfama il mondo”. Qualcuno tra noi però al momento della registrazione ha detto invece “Feel the World” (“Senti il mondo”, ndr). Ce ne siamo accorti sin da subito però si continuava a sbagliare e quando c’è stato da scegliere il nome per questo progetto, ci è sembrato opportuno e carino optare per questa frase, “Feel the World” appunto, anche perché è sembrata una cosa molto coerente con ciò che stavamo facendo. Il nostro progetto si basa appunto sul “sentire gli altri”, non inteso solo ed esclusivamente per le emozioni che può trasmettere un pezzo, ma anche perché è un progetto di beneficenza e come si può donare se non si sente e si prova qualcosa verso gli altri?
Il pezzo che avete interpretato è il celebre “Do they know it’s Christmas?”. Alcuni tra gli artisti più importanti del panorama musicale internazionale hanno in passato realizzato delle versioni di questo brano. E’ stato difficile riuscire ad amalgamare bene, come poi siete riusciti a fare, tante voci diverse tra loro?
E’ un brano molto importante che fu scritto nel 1984 da Bob Geldof e Midge Ure apposta per combattere la fame in Etiopia. Sin dal momento in cui bisognava scegliere quali artisti invitare per aderire alla nostra iniziativa, ci siamo trovati in difficoltà, ma poi la nostra scelta in questo senso è stata dettata non solo da un aspetto tecnico, ma anche dal cuore. Nella fase iniziale io, Claudio Puglisi e Pia abbiamo cercato di organizzare un po’ il tutto, ma giusto per fornire un punto di riferimento e dare un input perché poi subito dopo ogni artista ha fatto suo il pezzo e tutta l’iniziativa. Ci tengo a sottolineare che non è un progetto né mio né di Claudio o Pia, è un progetto di tutti e dodici gli artisti. Il pezzo è stato diviso per garantire il giusto spazio a tutti quanti e non è stato facile nemmeno attribuire le diverse parti ad ognuno, però abbiamo pensato subito al bene del brano e di conseguenza abbiamo cercato di mettere in mostra le diverse caratteristiche di ognuno degli interpreti. Personalmente credo che il risultato finale sia stato molto soddisfacente sia a livello dei singoli sia a livello del gruppo.
Il brano a breve sarà disponibile sia su iTunes che su Spotify e il ricavato sarà devoluto in beneficenza. Nello specifico a chi saranno donati i guadagni?
Non vogliamo guadagnare nulla da questo progetto e avevamo già da subito deciso di devolvere tutto in beneficenza. Non posso ancora dire il nome preciso dell’associazione a cui andrà il ricavato però siamo in contatto con un ente che si occupa di aiutare gli immigrati che arrivano a Lampedusa. Manca la conferma ufficiale di questa collaborazione. In ogni caso le intenzioni sono quelle di donare il tutto ad un’associazione, che sia questa o un’altra, che si occupi appunto della situazione africana e magari nello specifico del difficile approdo di queste persone sull’isola di Lampedusa.
Avete partecipato in dodici a questo progetto creando una collaborazione che si è rivelata sicuramente stimolante e importante per voi tutti. Cosa ti è rimasto di quest’esperienza?
Per quanto mi riguarda quest’esperienza mi sta lasciando davvero tante emozioni belle. Sento da parte delle persone che mi circondano questa voglia di esserci e di far parte attivamente di questa iniziativa. E’ una cosa molto gratificante per me e per tutti gli altri. “Feel the World” non è solo un progetto che si limita ai dodici cantanti, è un progetto di tante persone che si stanno muovendo per aiutare noi e la nostra causa, e credo che la situazione degli immigrati a Lampedusa riguardi tutti quanti.
Il progetto “Feel the World” è appena iniziato, tra la possibilità di acquistare digitalmente il brano e l’uscita del video ufficiale. Tirando un po’ le somme di quanto fatto finora, pensi che riproporrete questa iniziativa in futuro?
Penso proprio di sì. Giusto qualche giorno fa ho detto a Giovanna D’Angi (una delle cantanti che hanno partecipato, ndr) che mi ritengo molto soddisfatto di questo progetto perché credo che siamo riusciti a smuovere qualcosa. Già cinque attività commerciali di Catania e provincia hanno partecipato dando un loro contribuito per la nostra causa, e altre attività ma anche diversi privati ci hanno contattato per sapere come potevano rendersi utili. Penso che tutto ciò sia bellissimo: significa che probabilmente nel nostro piccolo siamo riusciti a fare qualcosa e a creare delle basi per poter dare un aiuto importante. E appunto con Giovanna stessa abbiamo pensato che sarebbe bello riproporre questo progetto in futuro.