Le “memorie” di Nicola Benois

LE “MEMORIE” DI NICOLA BENOIS SCENOGRAFO AL TEATRO ALLA SCALA

L’editore Lindau di Torino, ha pubblicato un libro del titolo “Figlio russo dell’Italia”.

Contiene le “Memorie” di uno dei più grandi scenografi di tutti i tempi: Nicola Benois. Libro di un valore storico straordinario.

Già pubblicato in Russia in varie edizioni, ma finora mai in Italia, anche se Benois, nato a San Pietroburgo, nel 1901, è vissuto quasi sempre in Italia dove è morto nel 1988.

Apparteneva a una celebre famiglia di artisti: suo nonno, Nicola anche lui (1801-1902), architetto, fu consigliere dello Zar Nicola I° e costruì edifici in tutto l’Impero russo, ricevendo dallo zar il titolo di “architetto imperiale”; suo padre, Alessandro, (1870-1960) pittore, scenografo, storico dell’arte, e grande mecenate, fu direttore del reparto dell’arte occidentale del Museo Ermitage di San Pietroburgo e cofondatore con Diaghilev dei celeberrimi “Balletti russi”.

Nicola apprese i segreti della tecnica pittorica dal padre. Si perfezionò all’Accademia delle belle Arti di San Pietroburgo con i grandi maestri del tempo, Kandiskij, Tatlin, Malevic.

A soli 20 anni, era già responsabile delle scenografie dei principali teatri di San Pietroburgo.

Nel 1924, con un lasciapassare firmato da Lenin, amico di suo padre, si trasferì a Parigi. La sua fama era già diffusa.

Lavorò per l’Operà di Parigi e venne chiamato in Italia da Toscanini. Rimase legato alla Scala di Milano per il resto della sua vita. Oltre 60, e per ben 34 con l’incarico di “Direttore artistico dell’allestimento scenico”.

E’ stato il più grande e prestigioso scenografo nella storia del celeberrimo teatro milanese.

Un giorno del 1981, quando era da poco in pensione, andai a intervistarlo per il settimanale “Gente” e tra le altre cose gli chiesi di farmi un bilancio sintetico della sua attività per la Scala di Milano.

Mi disse: <<Proprio in questi giorni, avendo deciso di ritirarmi definitivamente dall’attività, ho cercato di elencare i miei lavori più significativi. Come scenografo, cioè come autore di bozzetti per scene e costumi, ho creato trecento spettacoli diversi, tra opere e balletti. Tenendo conto che ogni spettacolo ha in media quattro scene, dalla mia fantasia sono uscite 1200 scene. Lo scenografo ha anche il compito di pensare ai costumi: ho calcolato di aver dipinto circa novemila figurini, dai quali sono stati ricavati 100 mila costumi, sufficienti a vestire gli abitanti in una grande città.

<<Ogni scena richiede in media circa 2.000 metri quadrati di tela dipinta. Ho calcolato che con il mio lavoro ho riempito 2.400.000 metri quadrati di tela, che equivalgono a una strada larga 10 metri e lunga 240 chilometri. Aggiungi poi che nei 35 anni in cui sono stato direttore del primo allestimento scenico alla Scala, ho firmato 1.103 “prime teatrali”: 703 erano di opere liriche e 372 di balletti. Come vedi>>, concluse Benois << un consuntivo importante, che credo nessun altro scenografo possa vantare. E ora me ne vado in pensione, per modo di dire perché ho impegni già programmati con il Metropolitan di New York, il Covent Garden di Londra, il Colon di Buenos Aires, l’Opera di Miami, il Teatro Nazionale di Tokyo e anche con il Bolshoi di Mosca>>.

Fu in quell’occasione che gli suggerii di scrivere le sue memorie.

Riservato e timido, non ne voleva sapere.

Alla fine si decise, e ogni settimana mi mandava manciate di fogli scritti a mano, chiedendomi di metterli in ordine cronologico.

Nel suo libro, Nicola Benois, racconta la storia della sua vita, la storia del suo lavoro, la storia di oltre mezzo secolo di attività artistica alla Scala.

Racconta con passione, con precisione, rivelando fatti e dettagli assolutamente inediti, legati ai moltissimi artisti che ha conosciuto in quel teatro.

Libro eccezionale, affascinante e importantissimo perché non è un libro letterario, ma di cronaca, di resoconti, di ricordi, di fatti vissuti in prima persona, riguardanti la storia della vita musicale italiana.

Libro impreziosito da una quarantina di fotografie generosamente messe a disposizione dall’Archivio Fotografico del Teatro alla Scala.

 

Renzo Allegri

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