Una chiesa per Natuzza Evolo

Domenica sei agosto, a Paravati di Mileto, in Calabria, verrà consacrata la nuova chiesa dedicata al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”.

Sorge in una zona del paese, detta “Villa della gioia”, dove si trovano tanti altri ricordi dell’esistenza terrena di Natuzza Evolo, la grande mistica nata in quel paese il 23 agosto 1924 e morta, sempre a Paravati, il primo di novembre 2009, all’età di 85 anni. E della quale è in corso il processo di beatificazione.

Apparteneva a una famiglia poverissima. Non ebbe neppure la possibilità di frequentare le scuole elementari, ed era quindi analfabeta. Ma ricca di una “sapienza spirituale misteriosa e sconcertante”.

Fin da bambina, la sua esistenza fu contrassegnata da una intensa fenomenologia mistica, che comprendeva bilocazioni, visioni di Gesù, della Madonna, dei santi, degli angeli e soprattutto di persone morte, che lei vedeva come se fossero state vive. Le descriveva con tale precisione che i parenti, riconoscendole, scoppiavano a piangere. E poi profezie, capacità di predire eventi futuri, guarigioni, stimmate, sofferenze speciali nel corso della Settimana santa.

Questa donna è stata la più grande testimone del nostro tempo della “vita oltre la vita”. Una autentica missionaria della fede nella concretezza della vita che viene dopo l’esistenza terrena. <<La morte non esiste>>, affermava. <<Ad un certo momento, noi affrontiamo un “passaggio” da questa esistenza terrena alla vita vera, cioè quella eterna, tra le braccia di Dio, in anima e corpo, che non avrà mai fine. I santi chiamavano la morte “dies natalis”, cioè “giorno della nascita>>.

Uno dei fenomeni più impressionanti che si verificavano in Natuzza erano le “emografie”. La parola, di origine greca, significa “scritte con il sangue”. Ogni tanto, improvvisamente, anche a sua insaputa, soprattutto quando stava pregando, Natuzza avvertiva di avere la fronte bagnata. Sul suo viso apparivano piccole gocce, di color rosa pallido, una specie di sudore sanguigno. Natuzza prendeva il fazzoletto e se lo passava sulla fronte per tergere quel sudore. E nel fazzoletto apparivano, all’istante, disegnate con il sangue, scritte, in varie lingue, figure di angeli, della Madonna, di Gesù, di oggetti sacri, eccetera. Per asciugarsi la fronte, Natuzza usava il fazzoletto ripiegato varie volte, che teneva in tasca. E spesso ne chiedeva uno alle persone che aveva vicino. E le scritte che apparivano, occupavano l’intera superficie del fazzoletto, quasi fossero state disegnate quando era disteso. Tutto questo avveniva in piena luce, davanti agli occhi stupefatti delle persone presenti, che a volte erano studiosi recatisi da Natuzza appositamente per investigare i fenomeni mistici che si manifestavano in lei.

E poi c’erano altri incredibili e inspiegabili fenomeni fisici. Per tutto questo insieme di cose, che si ripetevano ogni giorno, Natuzza raggiunse, poco a poco, una notorietà internazionale. Ogni giorno decine, centinaia di persone raggiungevano Paravati per poter parlare con lei.

Il fenomeno di folla divenne così eclatante, che interessò molto anche i giornali. Anch’io, a cominciare dal 1977, fui inviato dal mio giornale diverse volte. E ad ogni incontro, lo stupore e la meraviglia erano sempre grandi.

Ma tutta la fenomenologia stupefacente che accadeva attorno a Natuzza, non aveva alcun valore messa a confronto con la grandezza spirituale che traspariva da questa donna. Lei era una persona buona, buonissima, dolce, rassegnata alla sofferenza, che sopportava tutto per amore di Dio e del prossimo, e che agiva sempre a favore e per amore della gente sofferente.

Riceveva pellegrini tutti i giorni. Estate e inverno. Esclusi i giorni della settimana Santa, durante i quali lei viveva nel suo corpo tutte le sofferenze della Passione e morte di Gesù. E le viveva con tale realtà e crudezza, che spaventava le persone che le erano vicine, per cui era assistita in continuazione da medici, che temevano per la sua vita.

Tutta la fenomenologia che si manifestava in lei, era talmente sconcertante e clamorosa da essere giudica da molti impossibile, quindi falsa. Natuzza fu così sottoposta a indagini mediche, psichiche, psichiatriche, e fu anche rinchiusa in manicomio per poterla tenere sotto stretta osservazione per lunghi periodi. Ma alla fine tornava sempre a casa, sana, sorridente e piena di mistero.

Poichè ciò che si manifestava in lei aveva attinenza con le fede cristiana, e tutta la sua attività era di una donna molto credente, praticante e pia, automaticamente venivano chiamate in causa le autorità ecclesiastiche. Le quali, per molti anni, non vollero esprimere giudizi. Né positivi e neppure negativi. Però, osservando ed esaminando tutto con meticolosità e con l’aiuto di medici e professionisti tra i più esperti, alla fine si convinsero della serietà della vicenda.

La prima autorità ecclesiastica ad esprimersi ufficialmente in favore di Natuzza fu monsignor Domenico Tarcisio Cortese alla fine degli anni settanta, quando era vescovo di Mileto. Persona colta, prudente, ma aperta alla possibili manifestazioni carismatiche, guidò , con sapienza illuminata la mistica di Paravati. E in seguito le autorità ecclesiastiche seguirono le sue preziose indicazioni.

Un giorno del 1944, quando Natuzza aveva 20 anni, ricevette la visita della Madonna che le apparve nella cucina della sua casa poverissima. Natuzza, preoccupata, disse: <<Mi vergogno dover ricevere la Madre del mio Signore in questa casa povera e brutta>>. E la Vergine Maria sorridendo le rispose: <<Non ti preoccupare, non ci sono case brutte quando sono abitate da persona che amano il Signore>>. E aggiunse: <<Ma qui un giorno ci sarà una nuova casa, una chiesa, dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime».

E quella chiesa è diventata realtà. E’ composta da quattro cappelle a forma circolare ed è capace di ospitare al suo interno circa tremila persone con una piazza antistante a forma di cuore, che può contenere diecimila pellegrini. Il 6 agosto sarà consacrata e aperta ufficialmente al culto.

La causa di beatificazione di Natuzza, iniziata nel 2014, procede regolarmente.

La mistica di Paravati ora ha il titolo di “serva di Dio”.

Renzo Allegri

Natuzza Evolo il segreto di una vita

Natuzza Evolo – nata nel 1924 a Paravati, una frazione della cittadina calabrese di Mileto, e morta nel suo paesino il 1° novembre 2009 – è la più famosa mistica stigmatizzata italiana del Novecento.

Donna dalla vita apparentemente normale, madre di cinque figli, analfabeta, è stata però una guida e una maestra di vita per le migliaia di persone che accorrevano a lei dall’Italia e dall’estero per avere ascolto, conforto e aiuto.

Questa totale dedizione agli altri è stato il vero “segreto” della sua vita, e la chiave per comprendere anche gli straordinari fenomeni mistici di cui è stata protagonista.

Renzo Allegri, autore di popolari volumi dedicati a Padre Pio, ha incontrato Natuzza varie volte, a cominciare dal 1977, quando non era ancora nota al grande pubblico.

Le inedite testimonianze ottenute intervistando la stessa Natuzza e le persone che la conobbero sin da bambina sono ora proposte in questo libro, che costituisce un documento originale e prezioso.

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