L’attore Davide Silvestri ha visitato le miniere di Dossena nella Val Brembana, ed è rimasto affascinato. <<Mi piacerebbe>>, dice << allestire in quel luogo uno spettacolo, che potrebbe diventare un originale cortometraggio. Sono certo che gli effetti visivi e acustici naturali offerti dall’ambiente contribuirebbero a creare suggestioni indimenticabili>>.
Di Renzo Allegri
<<Le miniere di Dossena mi hanno stregato. Non ero mai stato dentro una vera miniera. L’ho fatto il primo maggio scorso, e ne ho portato un’impressione fortissima>>.
Così dice Davide Silvestri, giovane attore italiano, ricordando la giornata trascorsa sulle montagne bergamasche per visitare le miniere di Dossena, nella Val Brembana. <<Avevo letto un articolo in cui si diceva che in quel piccolo centro, a 1000 metri sul livello del mare, si trovano delle miniere antichissime, tra le più antiche che si conoscano. Ed ero stato colpito dal fatto che l’amministrazione comunale di Dossena avesse scelto di celebrare la festa dei lavoratori del primo maggio proprio dentro quelle miniere. Trovavo l’idea straordinaria, originale, coraggiosa, piena di importanti significati umani e storici. Quell’articolo spiegava che per secoli e secoli la popolazione di Dossena aveva avuto in quelle miniere l’unica fonte di lavoro. Per secoli e secoli, i dossenesi avevano fatto i minatori. Gli attuali abitanti sono, quindi, quasi tutti discendenti di minatori. Di gente cioè che ha consumato l’esistenza scavando nella roccia, sottoterra. Questi pensieri avevano caricato la mia fantasia di curiosità ma anche di ammirazione per un paese che aveva deciso di ricordare i propri antenati in quel modo così significativo. Il primo maggio, perciò, sono andato a Dossena ed ho trascorso delle ore veramente indimenticabili>>.
Davide Silvestri compie 35 anni il 17 maggio. Benchè ancora giovane, ha alle spalle una lunga carriera nel mondo dello spettacolo. Dopo un breve tirocinio come modello, nel 1999 debuttò in televisione nel ruolo di Marco Falcon nella Soap opera “Vivere”, e per quattro anni, partecipando a tutte le puntate, si è presentato a milioni di telespettatori in quel ruolo di giovane e introverso studente di medicina, conquistando, con il suo viso solare, simpatico, e la sua interpretazione calda e spontanea, una popolarità grandissima. Popolarità consolidata poi con un’altra decina di importanti impegni televisivi, e altrettanti nel cinema e in teatro.
Silvestri è un attore versatile, ammirato dal pubblico, lodato dalla critica, ma nonostante la popolarità e i successi ha mantenuto la spontaneità e la semplicità di una persona qualunque. Quando non è impegnato su qualche set, si tiene lontano dai riflettori, dai rotocalchi, dalla pubblicità, conducendo un’esistenza riservata. Per la grande festa dei lavoratori del primo maggio, non ha aderito a chiassose manifestazioni di piazza, ha scelto Dossena, dove è arrivato in incognito, come un turista qualunque.
<<Ma a Dossena ho vissuto una giornata originale, indimenticabile>>, racconta. <<Il tempo, purtroppo, era pessimo. Pioggia, nubi basse, freddo. La zona delle miniere è lontana 4 chilometri dall’abitato. Per fortuna era servita da due navette. Mi sono appoggiato a un amico che conosce il luogo. Abbiamo posteggiato l’auto in periferia, dove ci siamo fermati ad ammirare un puledrino di pony che, come ci ha detto il padrone, aveva 5 giorni. In un grande prato verde, il piccolo pascolava e saltava allegro accanto alla sua mamma, imperterriti sotto la pioggia. Una scena bucolica che mi ha subito fatto dimenticare i disagi.
<<Abbiamo atteso la navetta che, per una strada sterrata, attraverso macchie di bosco e prati di pascoli ci ha portato vicino alle miniere. Il paesaggio, grigio per la giornata uggiosa e le nubi basse, era egualmente incantevole. Immaginavo la bellezza e il fascino che avrebbe avuto in un giorno di sole.
<<L’ultimo tratto di strada per raggiungere l’ingresso delle miniere, era costituito da un sentiero fangoso che attraversava il bosco e abbiamo dovuto percorrerlo a piedi. Era in discesa, e con le mie scarpe leggere rischiavo ad ogni passo di cadere.
<<Davanti all’ingresso della miniera c’era molta gente. Anche delle bancarelle, con prodotti artigianali. Ci hanno dato due caschi da muratori, obbligatori per la sicurezza, e siamo entrati.
<< Il grande tunnel, scavato nella roccia, era fiocamente illuminato. Le persone si muovevano come ombre. Le voci avevano un’eco misterioso. La suggestione era fortissima. Mi guardavo intorno stupito, immaginando le scene dei lavoratori dei tempi antichi. E provavo emozioni strane, forti>>.
L’incanto contemplativo di Silvestri è durato poco. L’attore è stato tradito dal suo viso popolare. Alcune ragazze, incredule ma coraggiose, lo hanno avvicinato chiedendogli se era proprio lui, quello di tanti spettacoli televisivi. Poi hanno voluto posare per una foto. E dopo di loro, altre. Tutti erano meravigliati e felici della sua presenza.
E’ arrivato anche il sindaco, Fabio Bonzi, un giovanottone di 33 anni, alto e robusto, laureato alla Statale di Milano ma che lavora in una sua azienda di allevamento di capre con produzione di varie qualità di formaggi caprini. Viso schietto, mani forti e ruvide da lavoratore. Con Fabio Bonzi è arrivato anche Walter Balicco, assessore, organizzatore e responsabile dei lavori in miniera. Giovane anche lui, 23 anni. E poi altri giovani, impegnati ad accogliere gli ospiti, a offrire aperitivi, assaggi dei prodotti locali, a fare da guide.
<<Ho scoperto con grande sorpresa>>, racconta Silvestri <<che l’organizzazione di quella manifestazione in miniera, che aveva richiesto non poco lavoro, e che, a causa della pioggia e il brutto tempo, presentava numerosi inconvenienti, era gestita dai giovani del paese, il “Gruppo Giovani Dossena”, e dalla “Associazione Miniere di Dossena”, tutti giovani anch’essi e tutti volontari. Non solo, ho anche saputo che tutti i lavori che sono stati eseguiti per riaprire le miniere, chiuse da 50 anni, sono opera dei volontari. Gli iscritti alla varie associazioni, alpini, fanti, vigili del fuoco, pensionati, precari, tutti si sono prestati gratuitamente, lavorando il sabato e la domenica. Il sindaco, poi, mi ha raccontato che quella manifestazione non era fine a se stessa. Fa parte di un progetto molto più ampio e ambizioso che mira a trasformare le miniere, per secoli e secoli simbolo del lavoro e della vita del paese, in un luogo di memoria, del ricordo, in un museo permanente, monumento alla storia degli antenati vissuti e morti in quel tunnel.
<< “Incredibile”, mi dicevo. E mentre ascoltavo quelle cose meravigliose e sorprendenti, il pensiero correva ai problemi del nostro Paese, ai politici, al degrado di molte città, agli scandali di sperperi di denaro pubblico che riempiono spesso i giornali. Mi sembrava di essere in un mondo inventato>>.
Nel corso della giornata, gli appuntamenti in miniera sono stati vari: tour gastronomico, aperitivo con vini e prodotti locali, pranzo del contadino con polenta e assaggi di formaggi, salumi vari, perfino la presentazione di un nuovo formaggio stagionato in miniera. E poi un concerto di canti di montagna, eseguito dal “Coro Brigata Alpina Orobica”, famoso complesso costituito rigorosamente da ex alpini.
Il tutto organizzato e gestito dal “Gruppo Giovani Dossena”, ottenendo un risultato incredibile. Infatti, nonostante la pioggia, l’afflusso di gente venuta dalle Valli e anche da lontano è stato superiore ad ogni previsione.
<<Tutto quello che ho visto e sentito>>, dice Davide Silvestri <<ha acceso il mio interesse e la mia fantasia. Continuo a pensare a un progetto specifico: realizzare uno spettacolo in quella miniera. Non uno spettacolo di vaste proporzioni, magari un semplice monologo, ma ambientato e recitato in quello scenario naturale. Sto cercando un testo adatto. Ho messo gli occhi su un vecchio libro di Emile Zola, che racconta una storia accaduta proprio dentro le miniere francesi. Zola, è un grande narratore, e spero di riuscire a ricavare da quel suo libro un monologo denso di suggestioni e di emozioni. Potrebbe nascere uno spettacolo affascinante e diventare poi anche un originale cortometraggio. Chissà, speriamo!>>.
Renzo Allegri