Il 19 marzo 1994 viene ucciso Don Giuseppe Diana, parroco di Casal di Principe. Negli anni la sua figura è diventata un’icona non soltanto per la chiesa ma per tutto il territorio casertano, per molto tempo regno incontrastato del clan dei Casalesi.
Roberto Saviano ricorda il suo rapporto col sacerdote la cui vicenda avrebbe ispirato il pentimento di alcuni camorristi.
L’eredità del sacerdote è nel lavoro di Libera, che nelle terre confiscate ai clan nel casertano, opera tutt’oggi con cooperative agricole che promuovono i prodotti tipici del luogo nel nome di Don Diana. A ricostruire la vicenda, saranno i familiari e gli amici del sacerdote, giornalisti ed esperti di camorra, oltre ai giudici Franco Roberti, Francesco Curcio e Raffaele Cantone.
La storia di Don Diana, come quella di Don Puglisi a Palermo, è la chiave per raccontare la camorra casalese, l’evoluzione e la sconfitta culminata nel processo Spartacus nel 2004. Ma anche per scoprire storie più nascoste su di lui e su chi lo ha conosciuto.
Il documentario racconta la vicenda umana del sacerdote e il contesto in cui ha operato. Un’attrice legge il testo di Per amore del mio popolo non tacerò, la lettera pubblica che Don Diana scrisse con i parroci della zona contro la camorra, nel 1991, e che è diventata il suo testamento spirituale e il manifesto del suo impegno per la legalità.
Tratto da Diario Civile – l’appuntamento settimanale di Rai Storia sui temi della giustizia, dei diritti, del rispetto delle leggi con la partecipazione del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti