Grazie Padre PIO

1Antonio Ciccone, uno dei più grandi artisti figurativi del nostro tempo, espone una cinquantina di opere alla prestigiosa Accademia delle Arti del disegno di Firenze – Nato a San Giovanni Rotondo, ebbe i primi incoraggiamenti e i primi aiuti per poter studiare dal celeberrimo frate con le stimmate.

Di Roberto Allegri – Foto di Nicola Allegri

Nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno a Firenze, per tutto il mese di maggio si possono ammirare 56 opere del maestro Antonio Ciccone, uno dei più grandi artisti figurativi del nostro tempo.

La mostra ha come titolo “Body conscious”, “corpo cosciente”. E’ una rassegna di immagini, prevalentemente grafiche, che tratteggiano il corpo umano nudo, in attività ludiche o lavorative, esaltandone la bellezza e l’armonia. Disegni rigorosi, autorevoli, eleganti, a dimostrazione della straordinaria maestria classica in possesso del maestro Ciccone.

5Mostra, inoltre, in perfetta sintonia con la storia e il prestigio della istituzione che la ospita: l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze è, infatti, la più antica Accademia artistica del mondo, con un passato da leggenda. Le sue origini risalgono al 1339. Si chiamava “Compagnia di San Luca”, ed ebbe tra gli iscritti artisti quali Benozzo Gozzoli, Donatello, Ghiberti, Leonardo da Vinci e anche Michelangelo. Fu il Vasari, nel 1563, a trasformarla in un ente “più moderno e maggiormente legato al valore intellettuale dell’attività artistica”. Elaborò questo progetto con il Bronzino, con Francesco da Sangallo, Ammannati e il Ghirlandaio. Ottenne l’appoggio del duca Cosimo I de’ Medici e la “nuova” Accademia “dell’arte del disegno, pittori, scultori e architettori”, iniziò la sua attività il 31 gennaio 1563 con la prima riunione nel corso della quale nominò Michelangelo Buonarroti “Padre e Maestro delle arti”. Lungo il corso dei secoli, la storia dell’Accademia fu sempre eccelsa ed è tuttora uno degli enti artistici più prestigiosi del mondo.

Ho avuto l’occasione di avvicinare Antonio Ciccone, per delle interviste e ne ho riportato una impressione coinvolgente. Allievo di Pietro Annigoni, è un artista di fama internazionale. Molto amato negli Stati Uniti dove visse per oltre vent’anni, prima di stabilirsi definitivamente a Firenze.

La sua storia inizia in Puglia, e precisamente a San Giovanni Rotondo, cittadina famosa nel mondo perché in essa visse per oltre mezzo secolo uno dei personaggi più celebri della chiesa cattolica: San Pio da Pietrelcina. E Antonio Ciccone è molto legato a quel santo perché, come egli stesso racconta, è diventato pittore grazie proprio all’aiuto di Padre Pio.

<<Devo tutto a lui>>, afferma il maestro.  <<La mia famiglia era molto povera e non aveva i soldi per farmi studiare. Mia madre chiese allora consiglio a Padre Pio e lui sorridendo le disse che ci avrebbe pensato la Divina Provvidenza. Ma si sa, quando Padre Pio diceva così, era come se facesse una promessa. Infatti, il mio sogno si è avverato.>>

Ciccone parla con un entusiasmo che dimostra quanto grande sia la sua riconoscenza a Padre Pio.

3<<Quando penso alla mia infanzia>>, dice ancora << mi si presenta sempre davanti agli occhi il volto sorridente del Padre. Alle elementari ero già divorato dalla passione per il disegno. Disegnavo in continuazione, ovunque, usando qualsiasi mezzo,  anche pezzi di carbone, frammenti di mattone, perché non era facile trovare matite. Fu lui a sostenere quella mia passione e poi a far nascere intorno a me le prime occasioni importanti per la mia carriera.

<<Cominciai a ritrarre Padre Pio alla fine degli Anni Quaranta, quando avevo sette-otto anni. La mia maestra di prima e seconda elementare si chiamava Elvira Serritelli, ed era una figlia spirituale di Padre Pio. Mi portava a Messa al mattino presto e così potevo vederlo da vicino. Lo spiavo attentamente durante la cerimonia, impressionato dalle espressioni che si alternavano sul suo viso. Studiavo quel volto anche quando andavo a confessarmi da lui e poi, a casa,  nella stalla, in compagnia della nostra asina, lo disegnavo. Ricordo che una volta mi cacciò via dal confessionale prima ancora che mi inginocchiassi: aveva capito che ero andato da lui soprattutto per osservarlo da vicino a scopo “artistico”. 

<< Mi voleva bene e mi chiamava “pitturì”. Quando gli parlavo dei miei sogni, mi incoraggiava sempre e mi diceva: “Mi raccomando pitturì! Non farmi fare brutta figura!”

<<Un giorno gli feci vedere alcuni acquarelli e degli schizzi. C’era anche una copia che avevo fatto di un Crocefisso del Guercino. Padre Pio lo guardò con intensità. Poi mi mise la mano sulla testa e disse: “Uagliò, porta pazienza e vedrai che molto presto la Divina Provvidenza ti aiuterà. Tu intanto prega il Signore”.

<<Qualche tempo dopo, mi fece conoscere  don Benedetto Ricci,  un sacerdote nato a San Giovanni Rotondo che era però parroco a Firenze. E don Ricci, vedendo l’entusiasmo di padre Pio, volle portare con sè alcuni miei disegni. Tra essi, un ritratto di Padre Pio dipinto con colori a smalto. Fece vedere i disegni e quel ritratto ai coniugi Fancelli, figli spirituali di Padre Pio, raccontando loro la mia storia.  I Fancelli portarono quei disegni a Pietro Annigoni.  Guardandoli, Annigoni disse: “Qualcosa c’è. Ma il ragazzo deve dimenticare tutto e cominciare da zero”.  I coniugi Fancelli, proprio perché ero raccomandato da Padre Pio, decisero di farmi vivere a casa loro, a Firenze, così avrei potuto studiare con Annigoni. Ne parlarono con il Padre, e lui, con grande entusiasmo disse: “Che Dio vi benedica”. Iniziò così la mia avventura pittorica. Quando andai a salutare il Padre perché partivo per Firenze, mi disse:  “Hai visto che la Divina Provvidenza ti ha aiutato? Vai e che “lu Signore ti benedica. Comportate sempre bbene!”. Era il 1954. 

4<<A Firenze venni accolto nella bottega di Annigoni e fu per me il coronamento di un sogno>>, dice ancora Ciccone. <<Negli anni Sessanta poi venni scoperto da un gallerista americano che mi invitò a fare una mostra a Palm Beach, in Florida. E negli Stati Uniti divenni famoso. Quando andai a dire a Padre Pio che partivo per gli USA, benedicendomi mi avvertì paternamente: “Statte attento, uagliò!”.

<<L’ho sempre sentito accanto a me. E spesso ho avvertito anche il famoso profumo che era segno della sua presenza spirituale. Quando studiavo a Firenze, lontano da casa, oppure quando ero in America, nei momenti di sconforto, di dolore o di difficoltà, avvertivo di colpo quel tipico profumo inebriante, soave, che faceva sparire ogni paura e mi dava una carica incredibile.

<<Quando il Padre morì, ero a Southampton, New York>>, ricorda infine il maestro. <<Appresi la notizia dai giornali. Fu un’emozione incredibile, molto difficile ora da descrivere. Ero addolorato, ma ancora più forte del senso di perdita era la netta sensazione che Padre Pio fosse lì, al mio fianco. Una percezione talmente viva che mi si accapponò la pelle. Da quel momento, il mio modo di dipingere e di ritrarre il Padre non è più stato lo stesso ma è diventato più profondo e maturo. Proprio come se Padre Pio fosse sempre accanto a me, a guidarmi e ad incoraggiarmi.>>

2Con il suo amore e la sua riconoscenza verso il grande santo suo compaesano, Antonio Ciccone è stato un solerte e grandissimo divulgatore.

Molti dei ritratti di Padre Pio da lui eseguiti si trovano a San Giovanni Rotondo, nella “Casa Sollievo della Sofferenza”, il grande ospedale voluto e fondato da Padre Pio, e nel Convento dei Frati Cappuccini e in altre sedi della cittadina garganica.

Ma molti altri sono in giro per il mondo, in importanti collezioni e Musei in Europa e in America.

Tra il 1986 e il 1987, Ciccone presentò anche un’importate mostra itinerante in Inghilterra e Irlanda dal titolo Padre Pio e il Gargano.

Roberto Allegri

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