Karol Wojtyla venne al mondo il 18 maggio 1920 ed è entrato nella storia come “il Papa dei record” – In tutto il mondo cattolico si stanno preparando celebrazioni e manifestazioni per celebrare il centenario
I media hanno già cominciato a enumerare gli anniversari importanti che si celebreranno il prossimo anno. E sono numerosi. Nel corso del 2020 infatti si ricordano 500 anni della morte del grande pittore Raffaello Sanzio;i 250 anni della nascita di Beethoven; 140 anni della nascita di Einstesin, 150 anni della morte di Lenin, 140 anni della morte di Stalin,100 anni della nascita di Federico Fellini eccetera. Pe il mondo cattolico il 2020 sarà soprattutto l’anno centenario della nascita di Papa Giovanni Paolo II.
Il giorno esatto della venuta al mondo di questo grandissimo personaggio fu il 18 maggio del 1920. I suoi genitori vollero che si chiamasse Karol, come suo padre, e Josef come l’eroe nazionale, il maresciallo Josef Pitsudski che, quel giorno, a capo dei suoi soldati, rientrava trionfante a Varsavia, dopo aver inflitto, a Kiev, in Ucraina, la sconfitta determinante all’Armata Rossa di Lenin nella guerra per l’indipendenza polacca. Il Papa stesso raccontava agli amici che sua madre, finito il travaglio, disse alla levatrice di aprire la finestra della camera da letto perché il bambino sentisse i canti che si eseguivano nella vicina chiesa in onore della Madonna per celebrare l’indipendenza polacca.
In tutto il mondo, sono in programma manifestazioni, conferenze, commemorazioni per ricordare l’evento. Si pubblicano articoli e libri. E non solo nel mondo cattolico perché Papa Giovanni Paolo II gode di una popolarità immensa, universale. La sua esistenza è stata unica. La sua attività nel governo della Chiesa, non ha riscontri per importanza e intensità. Gli eventi di cui è stato protagonista hanno segnato profondamente la storia. Per questo è stato definito “Il Papa dei record”.
Record di ogni genere. Giovanni Paolo II è stato il primo Papa non italiano dopo 450 anni. Il primo Papa polacco della storia. Il primo Papa proveniente da un Paese comunista. Il primo e unico Papa ad aver visitato nazioni ancora sotto il regime ateistico. Il primo Papa ad aver voluto entrare, da Papa, in una sinagoga, ad aver parlato in una chiesa protestante, a essere andato a visitare una moschea, ad essere andato pellegrino in un Paese ortodosso. Il primo Papa che abbia voluto assistere a un concerto rock in suo onore e a una partita di calcio; il primo che abbia voluto farsi operare in un ospedale, come un malato qualunque.
Anche la sua attività di Papa è entrata nella storia dei record. Giovanni Paolo II ha regnato per 26 anni, 5 mesi e 17 giorni, risultando, per durata di tempo, il secondo (escluso san Pietro) nella storia della Chiesa, dopo Pio IX. E in tutti quei quasi 27 anni, non si trova un giorno, un solo giorno, in cui Wojtyla non abbia inventato qualche cosa per attrarre l’attenzione della gente su Dio, su Gesù, sull’aldilà, sulla Vita eterna, sul Regno cui sono destinati tutti gli esseri viventi, stabilendo anche in questo un record di zelo apostolico degno dei più grandi santi della storia.
Per diffondere ovunque la verità evangelica, è stato un pellegrino infaticabile. Ha percorso più di un milione e duecentomila chilometri, tre volte la distanza Terra-Luna.
Ma, pur viaggiando tanto, ha trovato il tempo, rubandolo al riposo e al sonno, per produrre una grande mole di documenti dottrinali. Ha pubblicato 14 Encicliche, 15 Esortazioni, 11 Costituzioni, 43 Lettere apostoliche, 28 Motu proprio, e innumerevoli altri interventi dottrinali minori. Gli amanti delle statistiche hanno calcolato che nei suoi discorsi ha pronunciato circa diciotto milioni di parole e letto ottantamila pagine di discorsi.
E’ stato il Papa che ha incontrato il maggior numero di persone. Anzi, è l’uomo nella storia dell’umanità che ha incontrato il maggior numero di persone in assoluto. Si calcola che, da Papa, abbia incontrato circa 300 milioni di persone. In Vaticano ha tenuto 1112 udienze pubbliche che hanno visto la partecipazione di 17 milioni di individui. Nelle udienze private ha incontrato 1475 capi di Stato. Ma tutte queste cifre, che sono già di per se stesse eloquentissime, vanno ingigantite perché nella nostra epoca, dominata dalla televisione e da altri mezzi di comunicazione, ogni gesto di un personaggio popolare viene diffuso e raggiunge folle immense. Ogni udienza, ogni incontro, ogni discorso di Giovanni Paolo II veniva trasmesso in diretta dalla televisione, o registrato e poi riproposto in video, cd, documentari, filmati, arrivando così a un pubblico incalcolabile, disperso anche nelle zone più remote del pianeta.
E’ stato un eccelso protagonista nei campi più disparati: un grande filosofo, un grande poeta, un illuminato drammaturgo, le cui opere continuano a circolare e ad essere oggetto di meraviglia e, da giovane, anche un elogiato attore di teatro. Alla morte gli venne attribuito il titolo di “Magno”, titolo riservato a poche persone nella storia. La Chiesa, con un processo tra i più brevi che si conoscano, lo ha proclamato beato e poi santo.
E ora sono in corso le pratiche per onorarlo con il titolo di “dottore della Chiesa”, riconoscimento rarissimo: nei 2000 anni di cristianesimo soltanto 36 persone lo hanno ricevuto.
L’Episcopato polacco inoltre ha proposto di proclamarlo “patrono d’Europa”. Anche questo è un titolo di altissimo prestigio. Fu Paolo VI, nel 1964, ad proclamare il primo protettore dell’Europa, e scelse San Benedetto da Norcia, vissuto dal 480 al 547.
San Benedetto è il patriarca del monachesimo occidentale, che, negli anni bui seguiti alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, con la sua Regola di vita mutuata dal Vangelo, e attraverso i monaci dell’Ordine da lui fondato, contribuì a far sorgere in tutto il continente europeo centri di preghiera, di cultura e di ospitalità per i poveri e i pellegrini.
Paolo VI, nel 1964, al termine del Concilio Vaticano II, rifletteva sullo stato sociale e spirituale dell’Europa. Era un continente profondamente ferito da due guerre mondiali, e dalle ideologie del comunismo ateo che ancora imperavano nelle nazioni del settore orientale. L’Europa era frastornata, divisa, smarrita, alla ricerca di una propria identità. I politici si davano da fare per una struttura nuova di tipo economico e giuridico, Il Papa pensava a un rinnovamento etico e spirituale, in sintonia con le radici cristiane del Continente. E il 24 ottobre 1964, con il documento “Pacis nuntius” proclamò San Benedetto patrono d’Europa.
Alcuni anni dopo, Giovanni Paolo II volle arricchire quell’iniziativa del “patronato spirituale dell’Europa”, e il 31 dicembre 1980, proclamò “compatroni” dell’Europa San Cirillo e San Metodio, da tempo considerati patroni di tutti i popoli slavi; e il primo ottobre 1999 aggiunse ai tre grandi santi, tre sante: santa Brigida di Svezia, santa Caterina da Siena, santa Teresa Benedetta della Croce. Con l’iniziativa ora presa dalla Conferenza Episcopale polacca, e già condivisa da molti altri vescovi europei, tra non molto i sei compatroni dell’Europa, diventeranno sette: ad essi sarà ufficialmente aggiunto San Giovanni Paolo II.
E non va dimenticato che tutta la sua famiglia, genitori e fratello, stanno per entrare nella gloria dei santi.
Subito dopo la sua elezione a Pontefice, giornalisti e storici cominciarono a cercare notizie sulla famiglia Wojtyla, ma non trovarono quasi niente. Già a 21 anni, Karol era solo al mondo. Aveva perso la madre quando aveva nove anni, il fratello Edmondo quando ne aveva undici e il padre a 21. La guerra, l’invasione nazista, e poi quella comunista avevano distrutto tutto ciò che riguardava la religione in Polonia: documenti, chiese, cimiteri. I ricercatori di informazioni su Wojtyla non trovarono neppure le tombe dei suoi cari. Ma, poi, durante il processo di beatificazione, le ricerche si intensificarono e fu possibile ricostruire con molti dettagli la vita della famiglia Wojtyla. Venne così accertato che l’educazione cristiana, tanto profondamente radicata in lui fin dalla prima giovinezza, l’aveva ricevuta dai genitori. Dal padre, Karol senior, capitano dell’esercito, e dalla madre, Emilia, una piccola e gracile creatura, che esercitava il mestiere di sarta. Persone che vissero la fede cristiana in umiltà e donazione totale a Dio. Emilia, era morta a 43 anni, dopo un lungo calvario di sofferenze sopportate con cristiana rassegnazione. Karol senior era andato in pensione anticipata per dedicarsi alla educazione dei figli.
Una famiglia santa, e l’Episcopato polacco nel corso del 2019 ha aperto ufficialmente il processo di beatificazione per Karol Wojtyla senior e sua moglie Emilia. Non solo ma presto sarà aperto anche il processo di beatificazione anche per Edmondo, il fratello medico di Karol junior, morto a 26 anni, martire anche lui. Nell’ospedale dove lavorava era stata ricoverata una ragazza colpita da scarlattina, malattia infettiva molto contagiosa e mortale allora, quando non esistevano gli antibiotici. I medici, per paura del contagio, si rifiutarono di curarla ed Edmondo si offrì volontario. Curò la giovane, prese la malattia e morì.
Renzo Allegri
Sempre nel Mio Cuore.♥️♥️♥️
il mio nome è Maria Teresa Lavina
Una esistenza soprannaturale,