Oggi il pensiero va a Daniela Dessì, soprano. Se ne è andata per sempre il 20 agosto 2016, a 59 anni. Artista e persona indimenticabile. Con la sua straordinaria voce aveva entusiasmato gli appassionati del belcanto, in Italia e all’estero, e con il fascino del suo fisico aveva incantato milioni di telespettatori. Era di una bellezza semplice e scultorea. Corpo perfetto, volto classico, occhi magnetici, portamento regale. Aveva tutte le qualità per essere una diva, una star televisiva, un personaggio da copertina dei rotocalchi. Ma aveva e coltivava anche un nobile senso della vita e dell’arte. Mai nascose la sua avvenenza, ma mai la spese in maniera vanitosa e superficiale.
Tenne sempre fissa la sua attenzione sul canto. Regina sul palcoscenico, spariva dalla circolazione quando calava il sipario. Rare le sue interviste. Rari i servizi fotografici. Rare le apparizioni alla televisione che non fossero strettamente legate alla sua professione.
La conobbi nel 1982. Aveva 25 anni, e aveva già collezionato affermazioni importanti. Aveva studiato canto e pianoforte. Si era diplomata al Conservatorio di Parma e poi all’Accademia Chigiana di Siena. A 17 anni aveva cominciato a tenere concerti. A 21, nel 1978, fece il debutto in un’opera La serva padrona di Pergolesi a Genova. Due anni dopo, 1980, aveva partecipato al Concorso lirico dalla Rai vincendolo, e l’anno successivo aveva ottenuto una grande affermazione personale al concorso televisivo “Maria Callas”.
Diversi critici, allora e anche in seguito, l’avevano indicata come la “nuova Callas”. Ma lei rifiutava quell’accostamento come fosse sacrilego. Diceva: <<Amo la Callas, ma la mia voce non ha il colore, l’estensione, la potenza, il fascino della voce di Maria Callas. Io non ho la tecnica, l’arte, il carisma della Callas: magari avessi tutto questo>>.
Il suo canto aveva però un qualche cosa che richiamava indiscutibilmente la Callas: una sottile e indefinita malinconia, che dona al cantare un misterioso fascino, capace di trasmettere all’ascoltatore emozioni indicibili che provocano la classica reazione fisica che viene popolarmente detta “pelle d’oca”. E’ una dote legata al temperamento, al cuore, alla sensibilità profonda dell’artista, e che non è possibile raggiungere con lo studio. E Daniela Dessì la possedeva. E dopo una lunga carriera, quel dono era ancora presente integro nella sua voce. E il ricordo di quel dono continua a incantare e a commuovere.
Renzo Allegri
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