Cosi è morto Padre Pio

Il racconto commosso di due persone che gli furono accanto nelle ultime ore

Ricorre, domani, 23 settembre il 50° anniversario della morte di Padre Pio.

Milioni di suoi devoti sono raccolti in preghiera. Il pensiero va a lui, nella gloria del cielo. Ma a molti viene spontanea la domanda: come è morto Padre Pio?

A distanza di tanto tempo i ricordi sbiadiscono. I poche testimoni diretti sono scomparsi. Le ricostruzioni per sentito dire sono approssimative. Ecco due testimonianza di due persone che erano con Padre Pio al momento della sua morte.

Padre Pellegrino accanto a Padre Pio benedicenteLa prima è di Padre Pellegrino. Lo intervistai e pubblicai il suo racconto nella primavera del 1969. Padre Pio era morto da pochi mesi. E i ricordi nella mente di Padre Pellegrino erano ancora vivissimi.

Da tre anni, padre Pellegrino dormiva in una stanza collegata con quella di Padre Pio da un citofono sempre acceso, in modo che potesse intervenire per ogni evenienza.

<<Quel giorno, 22 settembre, il Padre celebrò la Messa con grande fatica. A un certo momento andò in confusione e perse il filo. Al termine, ebbe uno svenimento e fu portato di peso nella sua camera. Si riposò per alcune ore. Poi scese in sedia a rotelle a benedire la folla dei devoti. Ma le forze non lo sostennero e svenne ancora.

<<Quella sera mi ritirai verso le 21. Il Padre era già a letto. Nella stanza c’erano delle persone, che al mio arrivo se ne andarono.

<<Dalle 21 a mezzanotte, Padre Pio mi chiamò sei volte. Mi chiedeva l’ora. Non dava alcun segno di essere giunto alla fine della sua vita, anzi, appariva più sereno delle altre notti. Era più raccolto. Aveva gli occhi che gli lacrimavano, ma questo succedeva spesso. Pregava in continuazione.

<<A mezzanotte mi chiese con trepidazione, quasi temesse che gli rispondessi di no: “Puoi restare con me, figlio mio?”. Gli dissi di sì. In genere mi sedevo su una poltrona che era vicina alla scrivania, ma quella sera il Padre volle che prendessi una sedia e mi sedessi vicino al letto. Mi prese la mano tra le sue, stringendomela forte: tremava come un bambino febbricitante.

<<Da mezzanotte all’una, continuò a chiedermi con frequenza che ora fosse. Sembrava avesse un appuntamento ed era impazien¬te che arrivasse quel momento. I suoi occhi piangevano, ma serenamente, e io glieli asciugavo.

Questa è la stanza dove visse gli ultimi anni della sua vita e dove morì Padre Pio<<Verso l’una mi chiese, nel suo abituale dialetto: “Uaglio’, ha dette ‘a Messa?”. “Padre, è presto per la Messa” risposi. Lui aggiunse: “Stamattina la dirai per me”. <<Poco dopo, volle confessarsi. Non ero il suo confessore abituale, ma lo avevo già confessato varie volte.

<<Al termine, mi chiese di rinnovargli l’atto della professione religiosa. Questa richiesta mi fece subito rabbrividire, perché è nostra consuetudine farlo sul letto di morte.

<<Esaudii il suo desiderio, e il Padre mi disse: “Figlio mio, se oggi il Signore mi chiama, chiedi perdono per me ai confratelli di tutti i fastidi che ho loro dato: chiedi anche una preghiera per l’anima mia”.

<<Gli risposi: “Sono sicuro, Padre, che il Signore vi farà vivere ancora a lungo. Ma se doveste avere ragione voi, vi chiedo un’ultima benedizione per i confratelli, i figli spirituali e gli ammalati”. “Sì”, disse lui “li benedico tutti. Chiedi al Superiore che la dia lui per me questa benedizione”

<<Era da poco passata l’una, e Padre Pio mi disse: “Non respiro bene a letto, aiutami ad alzarmi”. Insistetti perché rimanesse coricato, ma poi lo accontentai. Lo aiutai a vestirsi, andò al lavabo e si passò dell’acqua fredda sul volto, si pettinò la barba, si sedette sulla poltrona. Mi disse: “Guarda un po’ se il cielo è stellato”. “Sì, ci sono le stelle”, risposi. “Allora usciamo”, disse lui.

<<Si alzò dalla poltrona da solo. Si raddrizzò completamente, cosa che non faceva da anni. Mi avvicinai per sostenerlo, ma mi accorsi con stupore che non ne aveva bisogno. Camminava dritto e spedito come un giovane. Non lo avevo mai visto così bello e leggero. Uscì nel corridoio, si avvicinò alla porta della veranda e, con le sue mani, accese la luce, cosa che non faceva mai.

Un'immagine dei funerali di Padre Pio che si tennero il 26 settembre. Si colcola che vi abbiano partecipato 100 mila persone<<Quando fummo sotto il cielo stellato, si guardò intorno assorto, quasi luminoso. Stette alcuni minuti in contemplazione silenziosa, poi sedette sulla poltrona. In genere, le altre volte, quando era sulla veranda, stava lì a pregare. Quella notte fissa¬va il cielo stellato e un punto preciso della veranda, quello in cui, poi, sarebbe stato composto il suo corpo dopo la morte.

<<Dopo una decina di minuti, cominciò a impallidire. “Torniamo in camera”, disse.

Mi avvicinai per aiutarlo ad alzarsi e mi accorsi che si era appesantito. Non aveva più energia per reggersi e io non riuscivo a sostenerlo. Corsi a prendere la sedia a rotelle. Giunti in camera, con fatica riuscii a metterlo sulla poltrona.

<<Fino a quel momento non avevo pensato che Padre Pio fosse giunto alla fine dei suoi giorni, ma sulla poltrona lo vidi impallidire ancora, mentre le labbra erano diventate cianotiche. Mi spaventai. Lui ripeteva: “Gesù Maria, Gesù Maria” con voce sempre più debole.

<<Ricordo un particolare che non ho mai raccontato, se non ai miei confratelli, perché è molto delicato. Sulla parete di fronte alla poltrona, Padre Pio teneva un ritratto di sua madre. Guardando quel ritratto, mi disse: “Chi c’è lì, in quel ritratto?”. “Sua madre”, risposi. “Io vedo due mamme”, disse lui. Pensai che la vista gli si fosse indebolita. Mi avvicinai al quadro e dissi a Padre Pio: “Vede, Padre, questo è il quadretto con il ritratto della sua mamma. Mentre queste sono altre fotografie”. Padre Pio mi fissò in volto e mi disse: “Non preoccuparti, ci vedo benissimo; e io vedo due mamme”. Allora capii che l’altra era la Madonna. Cercai di insistere per avere maggiori particolari, ma Padre Pio non volle più rispondere. È opinione diffusa che il Padre vedesse spesso la Madonna. Io posso solo testimoniare che il suo modo di pregare, quando era solo, e non sapeva di essere osservato, era molto strano. Parlava con una persona che aveva di fronte. L’ho spiato un paio di volte, e ogni volta ho ascoltato delle stupende conversazioni che il Padre faceva con la Vergine Santa.

Il dottor Scarale, giovane medico, accanto a Padre Pio<<I medici, accorsi immediatamente, cercarono di dare ossigeno al Padre per tenerlo in vita. Gli fecero qualche iniezione, ma tutto fu inutile.

<<Alle 2.30, Padre Pio morì. Senza un sussulto, senza un respiro affannoso. Mi accorsi che era morto perché vidi che aveva reclinato il capo sulla spalla ed era rimasto immobile>>.

Un altro straordinario racconto di quella notte me lo fece il dottor Giovanni Scarale, che allora era un giovane medico anestesista della Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale fondato da Padre Pio. Oggi, il dottor Scarale ha 82 anni. È l’ultimo dei testimoni ancora vivi di quella notte. Ricorda con estrema lucidità quanto accadde e nel parlarne non riesce a nascondere la commozione.

<< Quella notte ero l’unico anestesista rianimatore disponibile>>, disse il dottor Scarale. << Mi chiamarono nella cella del religioso e rimasi con lui fino all’ultimo istante. Padre Pio è morto tra le mie braccia.

<<Allora non ero sposato e abitavo a casa dei miei genitori. Verso le due di notte mi telefonarono. Era il professor Sala, il medico curante di Padre Pio. “Giovanni”, mi disse, “prendi l’occorrente e vieni subito al convento perché Padre Pio sta male. Ma sbrigati altrimenti rischi di non vederlo più in vita”.

Il dottor Giovanni Scarale, il medico tra le cui braccia spirò Padre Pio<<Quelle parole mi raggelarono. Da tempo il Padre stava male. Ma tutti avevamo come l’idea che potesse restare con noi per sempre. Rimasi un istante senza dire nulla. Poi mi ripresi, chiesi a Sala di avvisare il direttore sanitario, saltai in macchina e andai in ospedale a prendere il necessario per un’eventuale intubazione. Ricordo che era una notte limpidissima. Guardando il cielo, vidi che la volta era tutta una meravigliosa stellata. Corsi al convento e salii le scale verso la cella del Padre come volando. Lì c’erano il dottor Sala, il padre Pellegrino, padre Carmelo da San Bartolomeo in Galdo e altri religiosi.

<<Padre Pio era seduto sulla sua poltrona. Era molto pallido. Aveva i gomiti appoggiati sui braccioli e la testa reclinata. Nella mano destra teneva la corona del Rosario. Bisbigliava delle parole che in un primo momento non riuscii a capire ma poi, avvicinandomi, mi resi conto che ripeteva in continuazione: “Gesù, Maria. Gesù, Maria.” Aveva il sondino nasale collegato ad una bombola di ossigeno poggiata a terra, accanto alla poltrona.

<<Mi misi all’opera. Per prima cosa, gli tolsi il sondino, scollegai il tubo che aveva e agganciai il “va e vieni”, un apparecchietto che porta l’ossigeno al paziente attraverso una mascherina. Poi, mi misi alle spalle del Padre e gli tenni la mascherina sul viso per farlo respirare. In genere, quando si compie una simile operazione su un paziente, questo cerca per riflesso di allontanare la maschera. Padre Pio invece non si mosse. Era come se fosse estraneo a tutto quello che gli stava accadendo. Io lo incitavo dolcemente dicendo: “Padre respiri. Padre respiri”. Intanto erano entrate anche altre persone e anche loro lo incoraggiavano a respirare.

Il santuario dedicato a Padre Pio, dove è esposto alla venerazione dei fedeli il corpo del santo.<<Come ho detto, ero alle sue spalle. Con la mano sinistra tenevo la mascherina sul suo viso e con la destra sentivo il polso sulla carotide. Nel frattempo, si avvicinò anche padre Paolo Covino e impartì l’estrema unzione.

<<Non so dire quanto tempo durò l’assistenza. A pensarci, sembra un’eternità. Adesso che sto ricordando quei momenti, sento ancora l’emozione e anche la paura che avevo. Sì, ero molto spaventato. Ma nello stesso tempo freddo. Cercavo di compiere tutto con calma e decisione. Poi, all’improvviso, il polso carotideo scomparve. Allora, Padre Pio adagiò lentamente la testa sul mio avambraccio sinistro. E morì>>.

Renzo Allegri

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