Donna della parola. Etty Hillesum e la scrittura che dà origine al mondo
di Antonella Fimiani
I quaderni e le lettere dell’ebrea olandese Etty Hillesum raccontano un percorso di donna vissuto in parallelo a una storia unica e tremenda: la seconda guerra mondiale.
Un viaggio tracciato dalla scoperta del legame crescente con la scrittura.
La vocazione di scrittrice è una ossessione che prende corpo e mente dando senso alla parola come scoperta di sé.
Il linguaggio è segnavia della ricerca, ma anche strumento per la messa a fuoco di un male dentro e fuori l’individuo; il modo di vivere le proprie vicende e prendere parte a quelle del mondo.
Il lavoro ricostruisce i tasselli di questa storia a partire dal legame che più di tutti ne conferisce senso: il rapporto vita-scrittura.
La ricerca si sofferma sul valore che ha per lei la parola come creazione poetica attraverso una analisi profonda del rapporto con Rainer Maria Rilke per seguirne la evoluzione nella testimonianza in confronto con Hannah Arendt in particolare, Primo Levi, Robert Antelme, Elie Wiesel, Jean Améry.
Etty Hillesum è donna della parola, capace di fare di essa una messa al mondo di nuovi pensieri per l’umanità del dopoguerra.
Una lingua attraversata dalla attitudine femminile ad accogliere il cambiamento per dare origine al nuovo in atto già nelle macerie.
La testimonianza dal campo di Westerbork è l’ultimo atto della scrittura di fronte ai grandi interrogativi della propria epoca.
Contro ogni previsione, il destino di scrittrice si compie nelle lettere dal campo composte di getto là dove la lingua sembra impossibile.
Il male non annienta la capacità del linguaggio di dare vita perché non distrugge l’umano e la sua infinità.
È questa la grande lezione lasciata in eredità, che anticipa i grandi interrogativi della letteratura del dopoguerra.