Grande mostra di ritratti del Santo realizzati dalla pittrice Angela Ciccone ed esposti nella Sala delle Icone, adiacente la Chiesa Inferiore del grande Santuario di San Giovanni Rotondo.
DI Roberto Allegri – Foto di Nicola Allegri
Il 23 settembre di 49 anni fa, a San Giovanni Rotondo moriva Padre Pio da Pietrelcina, uno dei santi più amati e conosciuti. E la Chiesa lo festeggia ufficialmente proprio nel giorno della sua scomparsa.
Come ogni anno, nella cittadina sul Gargano, dove il religioso trascorse quasi tutta la sua vita e dove è sepolto, sono in programma solenni cerimonie religiose. Arrivano per l’occasione migliaia di pellegrini, varie autorità ecclesiastiche, il superiore Generale dei Frati Cappuccini, alcuni vescovi e anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, in rappresentanza del Papa.
E nell’ambito delle cerimonie religiose è stato inserito anche un importante evento artistico: una mostra pittorica intitolata “I volti di Padre Pio”. E’ stata inaugurata il 14 settembre e resterà aperta fino alla fine del mese. Si trova nella Sala delle Icone, adiacente la Chiesa Inferiore del grande Santuario dedicato al Padre. L’autrice dei quadri, Angela Ciccone, è nata a San Giovanni Rotondo, ed è quindi compaesana di padre Pio. Ha studiato al prestigioso studio “Cecil – Graves” di Firenze, diventando una artista di fama internazionale con opere presenti in collezioni pubbliche e private in Italia, Inghilterra, Irlanda, Africa, America e in Vaticano. Ha voluto realizzare questa mostra come omaggio personale al Santo, del quale è molto devota.
<<Ho cominciato a dipingere Padre Pio quando ero ancora una bambina>>, dice Angela Ciccone. <<E non ho più smesso. La cosa strana è che non l’ho mai incontrato di persona quando era in vita, ma me lo sento vicino come se lo avessi frequentato da sempre>>.
Per i numerosi quadri che ha dedicato al Santo, Angela è conosciuta come “la pittrice di Padre Pio”. <<Sono centinaia le immagini che ho dipinto>>, dice. << Molte sono state riprodotte e viaggiano per il mondo. Può darsi quindi che qualcuno si metta a pregare davanti ad un mio quadro. E quando ci penso mi vengono i brividi. E’ davvero una grande responsabilità.
<<Come ho detto, non ho mai incontrato Padre Pio di persona>>, racconta. << E così il mio volerlo ritrarre non nasce da un ricordo preciso che ho di lui. Però a casa mia se ne parlava tanto, come del resto in tutte le famiglie di San Giovanni. Sono cresciuta con i racconti che i parenti mi facevano di lui, affascinata dai prodigi che sentivo dai diretti testimoni e così, per me, il Padre è sempre stato un po’ come uno di famiglia, come uno zio lontano che non vedevo mai ma al quale ero lo stesso affezionata.
<<Uno ricordo preciso che ho dentro di me, risale al giorno del funerale di Padre Pio. Avevo cinque anni. Stavo sul balcone di casa e vedevo in strada passare il corteo funebre con il feretro e la bara di vetro.
<<Fino ai vent’anni sono stata un’autodidatta nella pittura. Poi mi si presentò l’occasione di andare a studiare a Firenze, seguendo i corsi di una prestigiosa accademia americana con artisti che avevano lavorato anche insieme a Andy Warhol. Era un appuntamento da non perdere e mio padre, che mi ha sempre sostenuto, spingeva perché partissi. Io però ero indecisa. Mi spaventava lasciare il paese ma soprattutto non volevo partire perché ero innamorata e mi volevo sposare. Pensavo solo a seguire l’amore e se questo significava sacrificare l’arte, l’avrei accettato. Una notte però mi apparve in sogno Padre Pio. Entravo in un negozio di San Giovanni e lì c’era il Padre di spalle. Lentamente si voltava e aveva un viso molto arrabbiato con due occhi che mandavano lampi. In mano aveva un mazzo di fiori col gambo lungo, tutti avvolti nella plastica. Mi guardò fisso per qualche istante e poi mi lanciò contro i fiori. In quel momento mi svegliai. In un primo momento non capii il significato del sogno ma poi, pensandoci bene, intuii che forse Padre Pio voleva dirmi di lasciare perdere i fiori, cioè il matrimonio. E di pensare prima a studiare arte. Così, partii per Firenze e fu un bene perché trovai la mia strada e cominciai a dedicarmi sempre di più alla pittura.
<<Da allora, il Padre mi è sempre stato vicino. Quando dipingo, ho la netta impressione che sia proprio accanto a me. A volte mi capita di restare anche dei mesi senza prendere in mano una matita o un pennello. Riprendendo poi, la mano dovrebbe essere pesante, un po’ incerta e invece, se mi metto a lavorare ad un ritratto di Padre Pio, mi sento serena e la mano è leggera e sicura.
<< Dipingendo, a volte mi capita di incontrare degli ostacoli. Ad esempio un particolare che non mi piace e allora mi arrabbio. Di carattere sono impulsiva. E per molti anni, quando mi capitavano questi inconvenienti, stracciavo il foglio con furore e lo buttavo via. Ma poi, poco a poco, pensando a padre Pio, mi sono resa conto che era una reazione errata. Un giorno ho come avuto la sensazione che mi avesse suggerito di fare alcuni respiri profondi, ed io ho eseguito. Da allora non ho più stracciato niente. Penso a Lui e ritrovo la calma e la serenità. La mia mano riprende a lavorare come se fosse guidata, ed ecco che mi viene facilmente la giusta correzione e il risultato è ancora meglio di come avrei pensato. Per questo, penso che il Padre sia soddisfatto di ciò che faccio. E sono certa che se così non fosse, lui troverebbe sicuramente il modo per farmelo sapere.>>
Roberto Allegri