Il biglietto da visita di Madre Teresa

La Madre sorrideva amorevolmente. Mi chiese se desideravo il miele al posto dello zucchero per addolcire il caffè.

Poi mi disse che aveva tardato a portarmi la colazione perché aveva salutato le sue consorelle che sarebbero uscite per il lavoro in città. <<E’ una bella giornata, e anche un po’ fresca>>, disse. <<Oggi le sorelle non soffriranno molto il caldo>>.

Parlava con tenerezza come una vera madre che si preoccupa per le figlie. Mi chiese se mi era piaciuta la cerimonia della professione delle suore cui avevo assistito il giorno precedente.

<<Sì, molto>>, risposi.

<<Lei dovrebbe venire a trovarci a Calcutta>>, disse. <<Là potrebbe respirare la vera atmosfera della nostra Congregazione e capire il significato profondo dell’opera che Gesù ha voluto da noi>>.

<<Mi piacerebbe molto venire a Calcutta>>, risposi. <<Anzi, devo venire senz’altro. Mi dia il suo indirizzo esatto e anche il telefono. Le scriverò e verrò a trovarla>>.

Madre Teresa prese il blocco-notes che avevo accanto e che mi serviva per fermare le mie impressioni, lo aprì e su una pagina bianca scrisse il proprio indirizzo. Poi, sorridendo, mi raccontò: <<Un giorno, in America, incontrai un personaggio importante e molto ricco. Mi diede il suo biglietto da visita e chiese il mio. “Io non ho biglietti da visita”, risposi. “Come?” disse lui meravigliato. “Una donna famosa e importante come lei, deve avere il suo biglietto da visita. Qui in America, la gente che conta sta molto attenta a queste consuetudini. Le consiglio di procurarsi al più presto il biglietto da visita e vedrà che le risulterà utile”.

<<Ho ascoltato quel signore. Mi sono fatta stampare i biglietti da visita anch’io. Non vi ho fatto scrivere sopra, come si usa, i miei titoli e le mie credenziali, perché io non ho niente, sono meno di nulla. Ho fatto scrivere alcune frasi che sono il mio programma di vita>>.

Madre Teresa frugò nelle tasche del suo sari, estrasse uno di quei bigliettini e me lo diede. Era un rettangolo di carta povera, color azzurro sbiadito.

Sopra vi era scritto in inglese:

GESÙ e felice di venire da noi,
come la VERITA di essere detta,
come la VITA di essere vissuta,
come la LUCE di essere accesa,
come l’AMORE di essere amato,
come la GIOIA di essere data,
come la PACE di essere diffusa.

A fianco, sulla destra del cartoncino, erano disegnate due mani congiunte in segno di preghiera.

<<Questo biglietto>>, disse <<mi permette di essere in regola con le consuetudini della gente importante che spesso incontro. Loro mi danno la loro carta da visita e io ricambio con la mia. E, insieme, diffondo un buon pensiero, un messaggio. Chissà che qualcuno, leggendo queste righe, non pensi, non rifletta sul loro importante significato. Si può far del bene anche così>>.

(Dal libro “Madre Teresa mi ha detto” di Renzo Allegri per Ancora editrice)

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