Il lato nascosto di molti Cardinali

Don Sergio Mercanzin con il cardinale Coccopalmerio e Papa Francesco

I cardinali della Chiesa sono personaggi un po’ misteriosi per la massa popolare. Sembra siano lontani dalla vita pratica dei credenti. Il Papa è più vicino. Lo vediamo spesso in televisione.

Sappiamo tutto delle sue azioni. Dei cardinali invece sappiamo poco.

Non li vediamo quasi mai da vicino, e neanche in televisione.

Vivono avvolti in una specie di mistero. Si parla di loro solo in occasioni particolari, e a volte per degli scandali.

In realtà, sono persone semplici, desiderose di aiutare la gente realizzando lo scopo essenziale della loro esistenza: la vocazione a servire Dio nell’amore al prossimo.

La storia è piena di episodi importanti. Anche se non sono pubblicizzati.

cardinale Giacomo LercaroCome è noto, Padre Pio, il grande santo dei nostri tempi, in vita fu tremendamente perseguitato dalla burocrazia ecclesiastica.

Ricevette addirittura sei condanne da parte del Sant’Ufficio, condanne mai ritrattate.

Era proibito ai cristiani anche solo avvicinarlo.

Ma il cardinale Giacomo Lercaro, uno dei più importanti del suo tempo, convinto della santità del religioso con le stimmate, non esitò a mettersi contro tutti i nemici di Padre Pio e a difendere il religioso con ogni mezzo, testimoniando in suo favore, andando a trovarlo, celebrando cerimonie importanti per le sue iniziative sociali.

E il cardinale Lercaro non agiva in quel modo perchè “affascinato” da Padre Pio, ma per realizzare la sua missione evangelica.

Infatti, a Bologna, quando era arcivescovo di quella città, aveva dato vita a un’altra straordinaria attività sociale, allora all’avanguardia e anche molto criticata, che si chiamava “Volante”: una squadra composta da una “Frati volanti”, che lavoravano nelle periferia delle città, aiutando i poveri, accogliendo gli sfollati.

Durante i terribili anni della seconda guerra mondiale, nelle grandi città i poveri erano moltissimi e vivevano veramente alla fame.

Elia-Dalla-CostaUna notte d’inverno, la polizia di Firenze fermò un uomo che girava per le viuzze della citta con un materasso sulle spalle.

I gendarmi pensavano fosse un ladro, invece era il cardinale di Firenze, Elia della Costa che, vestito in borghese, portava quel materasso a una famiglia in estrema povertà. E di queste azioni, il cardinale ne faceva tutti i giorni.

Il cardinale Carlo Maria Martini, grande personaggio, teologo di altissimo valore e biblista tra i più insigni, era anche un grande consolatore dei poveri.

Quando era arcivescovo di Milano, dedicava ogni giorno attenzione ai più poveri della città. Non solo a quelli che andavano in arcivescovado a chiedere aiuto, ma recandosi egli stesso a trovarli.

Nei sotterranei della Stazione centrale, un religioso, Fratel Ettore, (di cui oera è in corso il processo di beatificazione) aveva ricavato un rifugio per i barboni, quelli che non avevano niente al mondo e dormivano sui marciapiedi.

Cardinale-Carlo-Maria-MartiniTutte le sere, fratel Ettore preparava un pasto caldo in quel sotterraneo, e poi, soprattutto d’inverno, trasformava il luogo in un dormitorio dove quei barboni potevano riposare su brande avvolti in una coperta.

I frequentatori di quel rifugio erano i più poveri tra i poveri, i rifiuti della società, spesso violenti e lontani da ogni forma di religione.

Il cardinale Martini seguiva con attenzione l’attività di Fratel Ettore, e la sosteneva anche economicamente.

Ma come ha rivelato recentemente un biografo di Fratel Ettore, spesso, il cardinale si faceva accompagnare dal segretario in quel rifugio, dove si fermava fino a notte fonda, servendo i poveri a tavola e poi aiutando i più vecchi e bisognosi a mettersi sulle brande per il riposo.

In questi giorni di attesa natalizia mi sono trovato in un piccolo paese di montagna: Dossena, in Val Brembana, provincia di Bergamo, 1000 metri di altitudine, 900 abitanti. La parrocchia pubblica una rivistina, con notizie e fatti riguardanti la comunità

Cardinale-Francesco-Coccopalmieri01Nel numero di Natale uscito in questi giorni, si legge un articolo del parroco, don Sergio Carrara, in cui informa gli abitanti che da Roma sono giunti gli auguri natalizi da parte del cardinale Francesco Coccopalmerio.

Auguri non rivolti solo al parroco, ma a tutta la popolazione. Un attenzione che ha commosso la gente.

Nel suo articolo, Don Sergio spiega di avere chiesto al cardinale se poteva venire a Dossena il 3 aprile 2020 per presiedere le celebrazioni della Festa dell’Addolorata (il Madunù), la più importante ricorrenza religiosa del paese. Una richiesta senza poter dare alcuna ricompensa per il disturbo, perché i preti di questi paesini di montagna sono superpoveri.

E il cardinale, non solo ha accettato, ma, in attesa di quell’incontro, ha voluto inviare ai dossenesi gli auguri di Natale. Un gesto di affettuosa disponibilità, anche perché, come scrive il parroco, “non sono auguri formali, su un biglietto stampato, come in genere si usa, ma auguri vergati a mano, personalizzati con la sua propria scrittura minuta e precisa”

E, inoltre, non sono neppure auguri espressi con una delle tradizionali frasi, ma formulati in un lungo discorso, che don Sergio definisce “una piccola predica, simpatica ed estremamente significativa che manifesta la sua paterna sollecitudine sacerdotale”.

Cardinale-Giovanni-Battista-Re

A Roma, il cardinale Coccopalmerio ha fondato una associazione onlus che si chiama “Lo vuole il cuore” e si dedica all’aiuto dei poveri e famiglie in difficoltà. E’ diretta da don Sergio Mercanzin, fondatore di “Russia ecumenica”.

Di essa fanno parte anche diversi personaggi del mondo dello spettacolo, tra i quali Lino Bambi.

Qui a Dossena ho saputo poi che altri porporati illustri hanno manifestato la loro attenzione per questo piccolo centro montano.

A Pasqua 2019, il paese ha avuto gli auguri scritti dal cardinale Giovanni Battista Re che, ricordando una sua visita a Dossena nel 2008, ha inviato un articoletto per la rivistina della parrocchia dossenese.

Cardinale-Gianfranco-RavasiE a Pasqua del 2018 un articoletto per la rivistina è arrivato addirittura dal cardinale Gianfranco Ravasi che, come è noto, è uno degli uomini più colti del nostro tempo, non solo in campo biblico, ma anche in campo letterario.

Anche quel luminare della Scienza, famoso in tutto il mondo per le sue conferenze e i suoi libri, proprio perché uomo di Dio, ha trovato il tempo per aderire a una semplice richiesta della redazione della rivistina di una umile parrocchia di montagna.

Il collegio cardinalizio della Chiesa cattolica nasconde molti segreti.

E i più interessanti sono proprio quelli semplici, umili, che non finiscono mai nelle cronache dei giornali.

Renzo Allegri

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